Esiste tanta confusione di pareri o pensieri diffusi da autorità o persone stimate esperte e competenti in materia dottrinale, che hanno originato varie confessioni religiose. Questa situazione è dovuta a interpretazioni personali di parti bibliche apparentemente incomprensibili, quando “…nessuna profezia della Scrittura è soggetta a particolare interpretazione” (2Ptr.1:20) e perché affrontate e studiate senza la direzione dello Spirito Santo, “…così pure nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio. Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio. Di queste anche parliamo, non con parole insegnate dalla sapienza umana ma insegnate dallo Spirito Santo.. Or l’uomo naturale non riceve le cose di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente” (1Cor.2:11-14).

Occorre perciò santificarsi, pregare ed essere guidati dallo Spirito Santo per accedere e conoscere le cose spirituali, quindi, senza lo Spirito Santo non si può avere conoscenza della Parola. Tutta la Bibbia è stata scritta dai profeti, servi di Dio, tramite lo Spirito di Dio, “Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia” (2Tmt.3:16). È perciò impossibile all’uomo carnale comprendere ciò che è divinamente ispirato: ”…Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia” (Ap.19:10).

Conoscere, tramite lo Spirito Santo, la verità per mettertela in pratica, è salvezza del credente, ma per coloro che vivono nella carne, non conoscendo la verità, vanno verso la morte eterna, perché non conoscono Gesù e non sono dal Signore conosciuti (Mt.25:12). Dio desidera che si conosca la verità, “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1Tmt.2:4) e che venga esercitata, perciò “…studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che non ha da vergognarsi, che esponga rettamente la parola della verità” (2Tmt.2:15), per essere membro della famiglia di Dio (Ef.2:19) e appartenere alla Chiesa “…gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile” (Ef.5:27).

La Chiesa è composta da credenti, fedeli e osservanti della Parola di Dio, gli eletti, diversi dai chiamati. Gli eletti, componenti la Chiesa, saranno sempre con Gesù Cristo, il Signore, come precisato: “…perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re; e coloro che sono con lui sono chiamati, eletti e fedeli” (Ap.17:14). Essi saranno sempre presenti anche quando le due bestie, ovvero il re che riceverà il regno e autorità da Satana (Ap.13:2) insieme al suo aiutante, chiamato anticristo o falso profeta (Ap.13:11-18; 19:20) e a tutti quelli che saranno sedotti (re, capitani, prodi, cavalli e cavalieri, schiavi e liberi, piccoli e grandi, Ap.19:18) andranno a combattere contro Gesù e la sua Chiesa nella guerra chiamata di Armagheddon (Ap.16:16) o Valle di Giosafat (Gioele 3:12) ed anche Valle del Massacro (Ger.7:32).

Quelli che Dio ha eletto sono pochi, mentre i chiamati sono molti, perché “…Non tutti hanno ubbidito all’evangelo, perciò Isaia dice: -Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? –” (Rom.10:16). Gli eletti sono quelli scritti nel libro della vita (ebrei e gentili), prima che Dio fondasse il mondo ed essi entreranno nel regno di Dio “…allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore” (Ef.1:4), “…perché Dio vi ha eletti fin dal principio per salvarvi” (2Tes.2:13). Dio ci ha eletto a salvezza eterna, mettendo nel nostro cuore il desiderio dell’eternità (Ecl.3:11), ci ha dato anche la caparra dello Spirito per discernere la giustizia dall’iniquità, il bene dal male. È lo Spirito che ci conduce alla verità, dandoci quella conoscenza e sapienza spirituale che proviene da Dio.

I chiamati sono invece credenti carnali, che restano nel loro orgoglio, senza conoscere e seguire la verità, perciò i loro occhi rimangono velati: “Ma se il nostro evangelo è ancora velato, esso lo è per quelli che periscono” (2Cor.4:3). Quelli che camminano nella carne si conformano al mondo e alle sue tradizioni, credendo a un vangelo diverso da quello lasciato da Cristo Gesù e dai suoi  apostoli, perciò non sono: “…edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra angolare” (Ef.2:20; 2Tmt.2:8). Tutti quelli che non sono fondati sulla Pietra vivente, che è Cristo Gesù (1Ptr.2:4), è come se edificassero una casa su terreno instabile, come indicato: “… Chiunque invece ode queste parole e non le mette in pratica, sarà paragonato ad un uomo stolto, che ha edificato la sua casa sulla sabbia. Cadde poi la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa crollò e la sua rovina fu grande” (Mt.7:26-27), poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.

I carnali sono definiti tiepidi (Ap.3:17), che costruiscono sulla sabbia, ma gli eletti e i fedeli edificano sulla pietra angolare, che è Gesù e sul fondamento apostolico (Ap.22:14): “…con oro, argento, pietre preziose” (1Cor.3:12,11); ecco, come Gesù paragona chi ben costruisce: “Perciò, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia. Cadde la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa però non crollò, perché era fondata sopra la roccia” (Mt.7:24-25).

Perché Dio li chiama, se poi non entrano nel regno di Dio?

non chiunque mi dice: -Signore, Signore-, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt.7:21), come le cinque vergini, credenti, ma disavvedute, perché non si preoccuparono della loro anima, agendo secondo la carne e perciò resteranno fuori e non andranno con lo Sposo (Gesù) (Mt.25:3,9-12).

Gesù rivela: “Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?” (Mt.7:22). È possibile agire secondo la carne, ma da essa si raccoglierà corruzione (Gal.6:8), perché “…la mente controllata dalla carne produce morte” (Rom.8:6) e solo chi fa “… la volontà del Padre mio che è nei cieli…” (v.21) sarà salvato, mentre tutti gli altri, carnali, saranno respinti, e Gesù dirà loro: “Io non vi ho mai conosciuti” (Mt.7:24).

Questa impressionante e preoccupante affermazione ci deve far riflettere seriamente sul nostro modo di operare, perché si può predicare, profetizzare, cacciare demoni e fare molte altre potenti operazioni, in modo carnale, usando il nome di Gesù, che dichiarerà loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità” (Mt.7:23). Se Gesù attesterà di non conoscerli, definendoli perfino operatori di iniquità, pensate voi che sia stato Gesù a fare potenti operazioni e guarigioni per mezzo loro? No di certo, perché gli operatori di iniquità non hanno parte con la Luce e la Verità, per cui le false opere del nemico, ingannano quelli che si ritengono credenti, per essere adorato da loro.

Invocare il nome di Gesù, senza fare la volontà di Dio, è molto pericoloso (Atti 19:13-16). La loro condanna non si farà attendere, perciò di loro è detto: “…i tuoi nemici fanno uso del tuo nome invano” (Slm.139:20) e “…nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole bugiarde; ma la loro condanna è da molto tempo all’opera e la loro rovina non si farà attendere” (2Ptr.2:3).

Poiché molti sono chiamati, ma pochi eletti” (Mt.22:14). Sia gli eletti che i chiamati predicano Cristo, ma non tutti con lo stesso Spirito; infatti: “Vero è che alcuni predicano Cristo anche per invidia e per rivalità; ma ce ne sono anche altri che lo predicano di buon animo” (Fil.1:15). Di conseguenza, tutti predicano Cristo, ma l’importante è che l’evangelo sia annunciato fino alle estremità della terra (At.1:8). Tutto il mondo deve conoscere il vangelo, perché allora verrà la fine, come indicato:” E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine” (Mt.24:14). Non importa quindi con che animo viene predicato il vangelo, perché Dio conosce i suoi e sa quali sono, ma essenziale è, ripeto, che Cristo sia annunziato (Fil.1:18) in tutti i modi, sia dagli eletti che dai chiamati.

Tra gli ebrei.

Ebbene, noi sappiamo che Dio ha eletto i suoi sin dalla fondazione del mondo.  Dio si è scelto, dalla progenie di Abrahamo, un popolo e una nazione per Sua eredità, Israele (Is.19:25; Ger.12:7; Gioe 3:2), mentre negli ultimi tempi ha mandato il Suo unigenito Figlio “…preconosciuto prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi” (1Ptr.1:20), per redimere un altro popolo (oltre Israele), scelto tra i popoli gentili, di fatto ” …avverrà che là dove fu loro detto: -Voi non siete mio popolo-, saranno chiamati figli del Dio vivente” (Rom.9:26). Il popolo Ebreo fu abbandonato da Dio e mandato in esilio tra tutte le nazioni della terra (Ez.5:12), perché rifiutarono di credere in Cristo Gesù, il Messia, loro Salvatore e non si ritennero degni della vita eterna (At.13:46), anche se più volte esortati da Dio, attraverso i profeti, “Ma riguardo ad Israele dice: -Tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo disubbidiente e contraddicente-” (Rom.10:21).

Gesù aveva un residuo da salvare in Giudea e altri se ne aggiunsero con la predicazione dei suoi discepoli, in Israele, ma dopo il sacrificio di Cristo, quando tutti quelli scritti nel libro della vita si convertirono, il messaggio di salvezza, il vangelo, passò ai gentili e il resto di Israele subì la condanna predetta da tutti i profeti: “Disperderò voi fra le nazioni e trarrò fuori la spada contro di voi; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte” (Lev.26:33; Num.1:8; Ger.9:16; Ez.5:12); la profezia si avverò nel 70 d.C. quando i romani abbatterono il tempio di Dio, distrussero Gerusalemme, uccisero gli abitanti e i superstiti furono esiliati, devastarono tutto Israele, esattamente come Dio aveva annunciato dalla bocca dei Suoi profeti.

Dalla distruzione del tempio di Dio in Gerusalemme iniziarono le 62 settimane di esilio per i superstiti, che furono dispersi tra tutte le nazioni del mondo (Dan.9:24-27). L’esilio per Israele terminò dopo la Shoah (sterminio degli Ebrei) in tempi angosciosi, come è profetizzato. Dio permise la costituzione dello Stato d’Israele nel 1948, per far ritornare alla loro terra promessa il residuo scampato allo sterminio. Molto presto per Israele si compiranno le 69 settimane e inizierà l’ultima settimana, la 70°, in cui si compiranno visioni e profezie. Quelli del popolo di Dio, scritti tra i vivi, come profetizzato da Isaia: “Ed avverrà che i superstiti di Sion e i rimasti di Gerusalemme saranno chiamati santi: chiunque, cioè, in Gerusalemme, sarà iscritto tra i vivi” (Is.4:3: Dan.12:1), entreranno nel millennio. L’ultima settimana sarà riservata esclusivamente per Israele, quando Dio salverà soltanto un residuo santo, per portarlo nel millennio, mentre un’altra parte sarà formata dai martiri, che dovranno dare la loro vita per essere purificati e imbiancati (Dan.11:35). La Chiesa di Cristo, salvata per Grazia, gioirà con tutto il popolo di Dio nella nuova Gerusalemme: “Rallegratevi, o genti, col suo popolo” (Rom.15:10).

Tutti quelli che avranno creduto invece alla menzogna di Satana, subiranno la vendetta di Dio, in eterno, quando Gesù apparirà nel cielo con la sua sposa (esercito, Ap.19:13), vestita di lino fino bianco e risplendente con “Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani,  per compiere la vendetta tra i popoli e punire le genti;  per stringere in catene i loro capi, i loro nobili in ceppi di ferro;  per eseguire su di essi il giudizio già scritto: questa è la gloria per tutti i suoi fedeli.  Alleluia” (Slm.149:6-9).

Questa profezia del salmista, come quella del profeta e apostolo Giovanni, annunciano il gran giorno dell’ira di Dio, quando Gesù, il Fedele e Verace, giudicherà le nazioni “…egli giudica e combatte con giustizia… il suo nome è -La Parola di Dio-” (Apoc.19:11,13). Gesù cavalcherà un cavallo bianco (segno di vittoria) e tutti i fedeli della sua Chiesa lo seguiranno su dei cavalli bianchi, vestiti di lino finissimo, bianco e puro (che raffigurano le opere giuste dei santi, Ap.19:8). In quel giorno Gesù giudicherà tutti gli empi ed increduli, come è stato stabilito da Dio (Atti 17:31), “E gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano su cavalli bianchi, vestiti di lino finissimo, bianco e puro.  Dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni; ed egli le governerà con uno scettro di ferro, ed egli stesso pigerà il tino del vino della furente ira di Dio onnipotente” (Ap.19:14,15; Is.63:1:6). Il giorno dell’ira dell’Onnipotente metterà fine alla vita dell’empio su questa terra, quando “…vedranno il Figlio dell’uomo venire nelle nuvole, con grande potenza e gloria” (Mrc.13:26), per giudicare tutte le genti “e dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni…” (Ap.19:15).

Tutto questo avverrà alla fine dell’ultima settimana delle 70 (Dan.9:24) con la guerra nella Valle di Giosafat, “e a voi, che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù Cristo apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono all’evangelo del Signor nostro Gesù Cristo” (2Tes.1:7,8).

Messaggio.

Gli angeli della sua potenza sono gli eletti e fedeli “ma coloro che sono ritenuti degni di ottenere quel mondo a venire e la risurrezione dei morti,… essi infatti non possono più morire, perché sono come angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione” (Lc.20:35,36), lavati e purificati con il sangue di Gesù, “Ma essi l’hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e per mezzo della parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, tanto da esporla alla morte” (Ap.12:11).

Testimoniare di Cristo, come fecero gli apostoli, è doveroso e necessario più di ogni altra cosa per il credente, come Egli stesso sostiene: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all’estremità della terra” (At.1:8) e proclamare le sue meraviglie. La parola della nostra testimonianza esprime la potenza dell’evangelo, come Paolo dichiara: “La mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di umana sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza” (1Cor.2:4) e “Infatti io non mi vergogno dell’evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco” (Rom.1:16), che deve essere divulgato con ogni mezzo da tutti.

Tutti quelli che hanno ricevuto lo Spirito Santo, possono e devono parlare di Gesù e del suo grande sacrificio per la remissione dei peccati di tutti quelli che credono in Lui. Anche le donne con i loro mariti possono diffondere il messaggio di salvezza dell’evangelo, come fecero Aquila e Priscilla, che furono dei compagni d’opera con l’apostolo Paolo. Essi ebbero una chiesa in casa loro e annunciavano la verità, esponendo la via di Dio anche ad Apollo, quando “Egli cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Ma, quando Aquila e Priscilla l’udirono, lo presero con loro e gli esposero più a fondo la via di Dio” (At.18:26).

Sii un buon servitore insieme a tutti i santi, mettendo in pratica l’evangelo e testimoniando di Gesù a chiunque e della salvezza, che si riceve solo in Gesù, perché è il solo, che ha offerto la sua vita per quelli che credono in Lui. Se osservassimo la Parola di Dio, avremmo compiuto tutto quello che ci è stato chiesto di fare e, per questo, saremmo considerati solo dei servi inutili, come Gesù afferma: “Così anche voi, quando avrete fatto tutte le cose che vi sono comandate, dite: -Siamo servi inutili. Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare-“ (Lc.17:10).

I figli di Dio non amano la loro vita, ma la espongono persino alla morte per l’evangelo, com’ è scritto: “Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna” (Gv.12:25). Oggi sono pochi i fedeli, che per Cristo hanno dato la loro vita. Siamo in tempo di libertà religiosa, dove ognuno può credere in ciò che vuole, ma non per questo dobbiamo amare la nostra vita qui sulla terra. Non ci accorgiamo che la nostra vita è in pericolo di morte ogni giorno, le leggi cambiano e, come in altri paesi, tutti quelli che dichiarano la verità sono perseguitati. Ci esponiamo, perché chi dichiara la giustizia di Dio è contro le leggi inique di questi ultimi decenni, contro la grande Babilonia, contro ogni ingiustizia e, per questo motivo, il mondo ci odia: ”E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato  fino  alla  fine, sarà salvato” (Mt.10:22). Non stanchiamoci di parlare di Gesù sia nella gioia, che nelle prove, resistere “…a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa una volta per sempre ai santi“ (Giuda 3).