Di gran significato è questa parabola che sottolinea i tre tempi: del popolo scelto (Israele), della grazia e di quello che precederà la fine.

Per ordine: Dio si scelse un popolo, facendo la promessa ad Abramo, rinnovandola ad Isacco e confermandola a Giacobbe, che da questo popolo doveva venire nel mondo il Messia. Come assicurò “…quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge” (Gal.4:4).

Egli “venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto” (Gv.1:11). Così tutti non lo ascoltarono, giustificandosi di essere molto occupati nelle loro faccende, essendo già sviati dalla legge di Dio, che precisa: “Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse” (Gal.3:12).

Molte volte il popolo di Dio si corruppe dal seguire i comandamenti per andare dietro agli idoli.

Come Gesù rivelò nella parabola, Dio mandò loro molti dei suoi servi. Infatti, il profeta ricordò: “Io inviai a voi tutti i miei servitori, i profeti, con premura e sempre; eppure essi non li ascoltarono e non prestarono orecchio. Resero dura la loro nuca, divennero peggiori dei loro padri” (Ger.7:25,26).

Così i Giudei continuarono ad essere ribelli a Dio, mentre Gesù era in mezzo a loro, rifiutando il vero Salvatore.

Anche dopo, Paolo e Barnaba dichiararono con franchezza: “Era necessario che a voi per primi si annunciasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri” (At.13:46).

Gesù rivelò in parabola il rifiuto d’Israele alla conversione: “Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: -Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi” (Lc.14:21). La grazia passò così ai gentili, ovvero ai non ebrei.

Israele fu perciò abbandonato da Dio ad un lungo esilio, di 62 settimane, fino al 1948, anno in cui la terra promessa passò nuovamente al popolo di Dio.

Esiste un periodo di tempo, precisamente dalla nascita del Messia alla caduta del tempio di Dio in Gerusalemme, che l’angelo non rivelò a Daniele.

Questo tempo dovrà trascorrere prima che inizi l’ultima settimana, di sette anni, quando si concluderanno tutte le profezie e le visioni (Dan.9:24). Allora la grazia per i non Ebrei (le nazioni) terminerà.

 Infatti, Gesù indica questo evento: “Il servo disse: -Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: -Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena-“ (vv.22-24).

Quando la grazia terminerà per i gentili, ci sarà ancora posto per gli Ebrei, che il Signore raccomandò: “spingili ad entrare”. Infatti, solo un residuo entrerà nel millennio con Cristo insieme alla sua sposa, ma solo attraverso il martirio, durante la grande tribolazione (Ap.20:4,5).

Tempi molto difficili dovremmo passare fino a quando Gesù ci chiamerà a sé, allora per noi terminerà ogni angoscia: “Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili” (2Tmt.3:1).

Oggi, a causa di questa grande pandemia mondiale, i figli di Dio sono messi alla prova, ma quelli che sono scritti nel libro della vita, ce la faranno a sopportare e a superare le difficoltà con la forza di Dio, per essere pronti al ritorno di Gesù, quando Egli ci chiamerà, al suono della tromba di Dio e con voce di arcangelo.

Prima che si concluderà sulla terra l’ultima settimana (sette anni), la sposa parteciperà alle sue nozze con Cristo Gesù (Agnello), che ha riscattato.

Gesù ricorda che nessuno di quelli che hanno rifiutato la Grazia, appartenenti al suo popolo Israele parteciperà alle nozze “Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena” (Lc.14:24).

Il popolo di Dio rifiutò la Grazia, perciò Dio li abbandonò ad un lungo esilio, tra le nazioni, loro nemiche (Lam.1:3).

Dio si scelse un altro popolo “…voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia” (1Ptr.2:10). Per la caduta d’Israele, noi abbiamo ottenuto misericordia (Rom.11:30); un popolo scelto fra i più miseri, come quelli destinati al macello e lo ha chiamato Grazia (Zac.11:7).

Tu ed io siamo stati invitati, perciò vestiamoci dell’abito delle nozze e presentiamoci al suo invito, prima che “il bastone” della Grazia venga rotto e venga annullato il patto stabilito con tutti i popoli (Zac.11:10).

La grazia terminerà per gli appartenenti alle nazioni, mentre Israele sarà reinnestato al suo posto. Dio ricomincerà di nuovo a trattare con il suo popolo e molti si convertiranno e crederanno in Cristo Gesù, colui che i loro padri avevano disprezzato, uccidendolo, ma ora “saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo” (Rom.11:23).

Il profeta Zaccaria rivelò ciò che avverrà quando tutte le tribù d’Israele vedranno Gesù nel cielo aperto (Ap.19:11) “Spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito” (Zac.12:10).

Gesù ribadì quanto predetto dal profeta “Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria” (Mt.24:30; Ap.1:7).