Come accade in ogni nazione, i colpevoli di reati contro l’umanità sono condannati secondo la gravità del fatto, in base al movente e alle cause prodotte, valutate dai giudici preposti, che applicano le leggi di questo mondo.

“sapendo questo, che la legge non è stata istituita per il giusto, ma per gli empi e i ribelli, per i malvagi e i peccatori, per gli scellerati e i profani, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi” (1Tmt.1:9).

Nella maggior parti degli stati, la condanna è intesa sempre come una riabilitazione e rieducazione del colpevole, offrendogli un’altra opportunità di riscatto e di reintegrazione nella società, ma in pochi casi come una soluzione definitiva di eliminazione della malvagità, vedi pena di morte.

La stessa cosa succede nel regno di Dio, ma con una importante differenza.

Al contrario, nel giudizio divino non esiste, come invece alcune confessioni religiose sostengono, un’alternativa alla condanna, ossia una condizione, processo o luogo di espiazione, di penitenza o di pena provvisoria, detto il purgatorio, per un tempo opportuno a purificarsi dai peccati veniali o vizi non gravi o mortali, che può essere ridotto per intercessione dei viventi.

Quando si lascia questo corpo, che ritornerà in polvere da cui è stato tratto, allora l’anima, che avrà osservato gli insegnamenti biblici, andrà alla vita eterna, mentre quella degli ingiusti o disubbidienti subirà il supplizio eterno, come Gesù confermò: “Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna” (Mt.25:46).

In particolare, Gesù espose l’esempio del ricco e di Lazzaro (Lc.16:19-31)..

Dopo la morte di entrambi, essi si trovarono in due posti separati. Il ricco chiese ad Abramo di mandare Lazzaro per “…intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi” (Lc.16;24-26,31).

Esiste una grande separazione tra i malvagi ed i giusti, come nessun morto può avvertire i vivi della tragica fine e né i vivi possono aiutare i defunti.

Ricordiamoci che tutto quello che è stato aggiunto, tolto o modificato dalla Parola di Dio, è menzogna (Prv.30:5,6).

Nessuno può intervenire nella vita di un altro, perché “…ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio” (Rom.14:12), secondo le Sacre Scritture.

I peccatori, che non si sono ravveduti, subiranno il giudizio di condanna; ognuno secondo le proprie opere scritte nei libri (Ap.20:10-15), per aver rifiutato la grazia offerta per mezzo della fede in Gesù Cristo e nelle sue opere: “Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v’ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1Cor.6:9,10), Ma per i codardi, gl’ increduli, gl’immondi, gli omicidi, i fornicatori, i maghi, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda” (Ap.21:8).

Ci saranno diversi gradi di giudizio.

In primo luogo, occorre precisare che quelli che hanno creduto, ma poi hanno rifiutato, riceveranno una maggior punizione: “Ora quel servo che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non si è preparato e non ha fatto la sua volontà, riceverà molte battiture. Ma colui che non l’ha conosciuta, se fa cose che meritano le battiture, ne riceverà poche. A chiunque è stato dato molto, sarà domandato molto; e a chi molto è stato affidato, molto più sarà richiesto” (Lc.12:47,48), come confermato da Gesù: “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se in Tiro e in Sidone fossero state fatte le potenti opere compiute in voi, già da tempo si sarebbero ravvedute, vestendosi di sacco e sedendo nella cenere. Perciò nel giorno del giudizio Tiro e Sidone saranno trattate con più tolleranza di voi” (Lc.10:13,14).

 Inoltre sappiamo che quando il messaggio del vangelo sarà predicato a tutte le genti, allora arriverà la fine col giudizio e la città, che non avrà creduto o che non avrà accolto il messaggio di Dio, sarà sottoposta ad un più severo giudizio, come Gesù precisò ai discepoli, quando li inviò: “…in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite nelle strade di quella e dite: -Noi scuotiamo contro di voi la polvere stessa della vostra città che si è attaccata a noi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi-.  Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata con più tolleranza di quella città” (Lc.10:10-12).

 Alla fine, il destino di tutti quelli, che accetteranno il marchio della bestia, sarà tremendo: “Un terzo angelo li seguì dicendo a gran voce: -Se uno adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla sua fronte o sulla sua mano, berrà anch’egli il vino dell’ira di Dio, versato puro nel calice della sua ira e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all’Agnello. E il fumo del loro tormento salirà nei secoli dei secoli, e non avranno requie né giorno né notte coloro che adorano la bestia e la sua immagine e chiunque prende il marchio del suo nome” (Ap.14:9-11).

Per tutti gli altri empi, ci sarà invece un giudizio in base alle opere compiute, scritte nei libri: “E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri, secondo le loro opere” (Ap.20:12).

Nessun empio, ingiusto o disubbidiente potrà scampare al giudizio divino e “se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco” (Ap.20:15, morte seconda). “Così avverrà alla fine del mondo, gli angeli verranno e separeranno i malvagi dai giusti; e li getteranno nella fornace di fuoco. Lì sarà pianto e stridor di denti” (Mt.13:49,50).

Al contrario, da sottolineare che anche i giusti riceveranno il proprio premio direttamente dal Signor Gesù, ognuno in base alle sue opere, “Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi da udire, oda!” (Mt:13:43), perciò: “Chi è ingiusto continui ad essere ingiusto, chi è immondo continui ad essere immondo, chi è giusto continui a praticare la giustizia e chi è santo continui a santificarsi. Ecco, io vengo presto e il mio premio è con me, per rendere ad ognuno secondo ciò che sarà l’opera sua” (Ap.22:11,12).

Oggi è il giorno opportuno per ravvedersi, perché non ci sarà alcun altra possibilità, come invece fanno credere alcuni, indicando un fantomatico purgatorio, di cui Dio non ne ha mai parlato, tramite i suoi servi. Ascolta invece la Parola di Dio e mettila in pratica mentre vivi, perché al termine della tua vita terrena, nessuno ti sarà di aiuto. L’unico che ti può salvare è Gesù, che tramite il suo grande sacrificio, ci ha offerto la Grazia, perciò accettala e allora vivrai in eterno nel regno glorioso di Cristo Gesù.