Non giudicate, affinché non siate giudicati. Perché sarete giudicati secondo il giudizio col quale giudicate; e con la misura con cui misurate, sarà pure misurato a voi” (Mt 7:1,2).

Sottoporre qualcuno o qualcosa a giudizio, a valutazione, decidere, considerare e reputare.

Ognuno di noi nelle normali azioni quotidiane siamo sempre sottoposti a decidere, a esprimere un giudizio o adottare una scelta in base alle nostre conoscenze e desideri. Questo processo è influenzato dalle nostre opinioni, pensieri, cultura e dalla nostra esperienza, per cui non sarà mai obiettivo, neutrale e soprattutto utile a chi è diretto..

Soprattutto per i fedeli occorre quindi possedere il dono di discernimento, conoscenza e sapienza nell’applicare il giudizio, secondo coscienza, imparzialità, rettitudine e equità, “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate secondo giustizia” (Gv.7:24).

Essere ripieni dello Spirito Santo, puri e santificati per poter scegliere o prendere decisioni importanti nella nostra vita e negli altri,  come consigliato: “Perciò non giudichiamo più gli uni gli altri ma piuttosto giudicate questo: di non porre intoppo o scandalo al fratello” (Rom.14:13).

Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente. Ma colui che è spirituale giudica ogni cosa ed egli non è giudicato da alcuno” (1Cor.2:14,15).

Non porre intoppo o scandalo ai fratelli, vale a dire di non giudicare nessuno secondo la carne, chi giudica secondo gli uomini, porta danno a se stesso e agli altri, ma chi giudica secondo lo Spirito conosce le cose spirituali, può giudicare e lui stesso non viene giudicato da nessuno.

Dovremmo anche giudicare la situazione e valutare bene la posizione spirituale del proprio fratello e rialzarlo dalla caduta, con amore, perché il nostro intervento sia senza danni; occorre perciò comprensione con avvedutezza, attenzione e cura come se riguardasse noi stessi; è Scritto di: “Non riprendere aspramente un anziano, ma esortalo come un padre, e i più giovani come fratelli, le donne anziane come madri, e le giovani come sorelle, in tutta castità” (1Tmt.5:1,2).

Gesù riguardo al giudizio afferma: “Ora, perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non scorgi la trave che è nel tuo proprio occhio? O come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, quando tu stesso non vedi la trave che è nel tuo proprio occhio? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vedere bene per togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello” (Lc.6:41,42).

Di nuovo, la Parola di Dio attesta, tramite l’apostolo Paolo, e conferma quello che Gesù dichiarò “Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile perché in quel che giudichi l’altro, condanni te stesso, poiché tu che giudichi  fai le medesime cose” (Rom.2:1). Sia Gesù che l’apostolo Paolo affermano quindi che se tu giudichi, per esempio, un tuo fratello che ruba e anche tu stai rubando, giudicando l’altro tu condanni te stesso, avendo una trave nell’occhio tuo e vuoi togliere la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, “…pensi forse, o uomo che giudichi coloro che fanno tali cose e tu pure le fai, di scampare al giudizio di Dio?” (Rom.2:3).

Noi dobbiamo giudicare solo se siamo perfetti nella Grazia, camminando come Gesù camminò, essendo ripieni di Spirito Santo; allora noi abbiamo l’obbligo di giudicare quelli che camminano disordinatamente nel Signore, dobbiamo intervenire per riportare la giustizia di Dio, secondo la sua Parola e condannare l’empietà, come indicato: “siamo pronti a punire qualsiasi disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà perfetta” (2Cor.10:6). Di nuovo la Parola ci ammonisce che la nostra condotta sia perfetta affinché noi possiamo giudicare chi compie delle ingiustizie.

Riguardare a quanto è Scritto “C’è qualcuno di voi che, quando ha una questione contro un altro, osa farlo giudicare dagli ingiusti invece che dai santi? Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare dei piccoli problemi? Non sapete voi che noi giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita! Se avete dunque delle cause giudiziarie per cose di questa vita, stabilite come giudici quelli che nella chiesa sono i meno stimati. Dico questo per farvi vergogna. Così, non c’è tra voi neppure un savio, che nel vostro mezzo sia capace di pronunciare un giudizio tra i suoi fratelli? Il fratello invece chiama in giudizio il fratello, e ciò davanti agli infedeli” (1Cor.6:1-6), “E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?” (Lc.12:57).

Dobbiamo prestare attenzione sempre all’indicazione dell’infallibile Parola di Dio e alla guida dello Spirito Santo, perché “Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera” (2Tmt.3:16,17). Sapendo che la Parola di Dio è una spada a doppio taglio, dobbiamo usarla con avvedutezza, perché è quindi la sola a poter giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore, perciò capace di dividere l’anima dallo spirito e anche le giunture dalle midolla, vale a dire il materiale dallo spirituale, senza confondere quello che viene da Dio da quello che viene dall’uomo: “La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore” (Ebr.4:12). Abbi intendimento della santa Parola di Dio, riconosci che Essa è purificata col fuoco e l’unica che può arricchirti (Ap.3:18).

Gesù ha la Parola di Dio nella sua bocca “una spada affilata a due tagli” fatta conoscere a tutti noi, perciò “Accettiamola”, perché con un lato della spada reca Grazia, mentre l’altro è per la vendetta: “Dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni; egli governerà con uno scettro di ferro ed egli stesso pigerà il tino del vino della furente ira di Dio onnipotente” (Ap.19:15) e “… all’angelo della chiesa in Pergamo scrivi: queste cose dice colui che ha la spada affilata a due tagli” (Ap.2:12).

Fa che la spada affilata a due tagli sia per te Grazia e non vendetta, perché se: “Essendo disubbidienti, essi inciampano nella parola, e a questo sono altresì stati destinati” (1Ptr.2:8). Sii un discepolo degno del Signore, amandolo e praticando i suoi insegnamenti, perciò “Studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che non ha da vergognarsi, che esponga rettamente la parola della verità” (2Tmt.2:15).

Dio benedica e faccia risplendere la sua Luce su tutti i suoi figli.