Molti pastori e teologi insegnano che non si deve giudicare, non sapendo distinguere lo spirituale dal carnale.

Infatti, loro non giudicano alcuno, così i membri della loro comunità sono liberi di comportarsi come meglio pensano. E’ proprio così?

Scrutiamo quello che è scritto, Gesù disse: “Non giudicate, affinché non siate giudicati” (Mt.7:1) e spiegò quando non farlo con un esempio, in parabola: non possiamo togliere la pagliuzza nell’occhio del nostro fratello, se nel nostro occhio è presente una trave. Egli aggiunse però in che modo lo possiamo: “Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello” (Mt.7:5).

Non bisogna quindi giudicare se chi giudica fa le stesse cose di quello che è giudicato.

L’apostolo chiarisce quello che Gesù disse in parabola “Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose” (Rom.2:1).

Così nessuno può giudicare il fratello o la sorella se non è in ubbidienza totale alla verità, come è precisato: “…siamo pronti a punire ogni disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà completa” (2Cor.10:6).

Gesù non si contraddice, affermando di “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate secondo giustizia” (Gv.7:24), perché: “L’uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno” (1Cor.2:15).

Può giudicare solo chi cammina in fedeltà ed in ubbidienza a Dio, ovvero l’uomo spirituale, mentre tutti quelli che agiscono secondo la carne si devono astenere da qualsiasi giudizio, perché: “…con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi” (Mt.7:2).

Quanto al giudizio spirituale, l’apostolo Paolo avverte: “Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? Se dunque il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare delle cose minime?” (1Cor.6:2). I pastori, disubbidienti alla verità, non possono giudicare, ma chi ha la responsabilità e cammina in fedeltà deve e può giudicare per non attirarsi l’ira di Dio per la disubbidienza degli altri membri della comunità.

Nella vera chiesa di Cristo i fedeli ricevono i doni spirituali. Questi carismi servono esclusivamente per l’edificazione del corpo di Cristo (Ef.4:12). Chi non giudica e non riprende i disordinati (1Tes.5:14) e i disubbidienti, lasciandoli fare, non entrerà nel regno dei cieli (vedi esempio del sacerdote Eli con i suoi figli) né il pastore e né i suoi membri.

I ribelli del mondo li giudicherà Dio, ma la Chiesa di Cristo deve essere santa, pura e irreprensibile (Ef.5:27). Non ignoriamo la Parola di Dio, facendo valere la nostra idea. A tal proposito l’apostolo avverte: “Poiché, devo forse giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro?” (1Cor.5:12) infatti è scritto che: “Quelli che peccano, riprendili alla presenza di tutti, affinché anche gli altri abbiano timore” (1Tmt.5:20).

L’opera di coloro che insegnano menzogne, alla fine, sarà visibile a tutti, come è scritto che: “…Poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno” (1Cor.3:13). Allora, “Non dormiamo come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri” (1Tes.5:6).

Dio sia con tutti i santi!