In tutti i paesi civili del mondo esiste una regolamentazione dei rapporti tra cittadini, secondo delle leggi. Così quando esiste una controversia è il giudice che, valutate le prove o le testimonianze oculari, dispone la soluzione in base all’applicazione delle leggi vigenti e non di sua propria iniziativa o parere personale.

L’uomo che giudica in modo carnale e non secondo la Parola di Dio, lo fa secondo ciò che a lui sembra meglio, ma non nel modo giusto.

Gesù palesò a tutti che non bisogna giudicare, affermando: “Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi” (Mt.7:1,2).

Inoltre aggiunse: “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate secondo giustizia” (Gv.7:24), specificando che non bisogna giudicare secondo la carne (Gv.8:15). Di conseguenza, ci sono due giudizi: uno secondo la carne e l’altro secondo lo Spirito. Quello secondo la carne è inesatto, ingiusto e nocivo, perché “…l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente” (1Cor.2:14).

Notiamo come Gesù specificò il giudizio carnale, esponendo in parabola, disse: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo?” (Mt.7:3). E’ impossibile vedere una pagliuzza se nei nostri occhi ci fosse una trave; infatti, Gesù ammonì: “Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello” (Mt.7:5). Gesù denotò che non si può giudicare un piccolo sbaglio, fatto da un nostro fratello, quando i nostri sbagli sono molti più grandi.

Anche l’apostolo Paolo ribadì ciò che fu detto da Gesù: “Pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio?” (Rom.2:3). Ricordiamoci allora che se stiamo sbagliando in qualche cosa, non possiamo giudicare alcuno, perché se lo facessimo, saremmo giudicati dei carnali, ovvero colpevoli della stessa misura.

Cosa occorre fare, non giudicare? In primo luogo, vivere nello Spirito, in ubbidienza totale a Dio, correggerci da ogni errore che facciamo, piccolo o grande che sia, allora come afferma l’apostolo Paolo: “…siamo pronti a punire ogni disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà completa” (2Cor.10:6).

L’uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno” (1Cor.2:15), perché egli giudica secondo lo Spirito e lo Spirito è Dio, che nessuno può giudicare.

Se stai camminando in santità e vedi un fratello o sorella che sta sbagliando, riprendilo, perché è scritto che: “…costui sappia che chi avrà riportato indietro un peccatore dall’errore della sua via salverà l’anima del peccatore dalla morte e coprirà una gran quantità di peccati” (Gcm.5:20).

Se invece sei tu che cammini confusamente, non giudicare alcuno, ma ravvediti e comincia a vivere nello Spirito, lasciando ogni carnalità, perché noi non apparteniamo alla carne, “In realtà, noi viviamo nella carne ma non militiamo secondo la carne…” (2Cor.10:3), perciò noi non giudichiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito che vive in tutti i figli di Dio.