In parabola Gesù disse: “O fate l’albero buono e buono pure il suo frutto, o fate l’albero cattivo e cattivo pure il suo frutto; perché dal frutto si conosce l’albero” (Mt.12:33). Gesù paragonò l’uomo ad un albero che porta frutto, affermando che il frutto può essere buono, oppure cattivo. L’uomo buono fa frutti dello Spirito, mentre l’uomo cattivo fa frutti per la carne.

E’ scritto che: “…la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge” (Gal.5:17,18).

Quindi i desideri dello Spirito sono l’opposto di quelli della carne ed essa cerca tutte le soddisfazioni di questo mondo “Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio”.

Chi invece si lascia guidare dallo Spirito, farà sicuramente frutti buoni, perché: “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è legge. Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

 “Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri” (Gal.5:19,26).

 Oggi, negli ultimi tempi, le religioni vivono di vanagloria, ognuna contro l’altra, perché tutti si credono nella verità, così nascono invidie e gelosie per la crescita. Dio non accetta costoro, mentre la carne è soddisfatta del suo operare.

Per conoscere l’albero, dobbiamo anche esaminare la sua origine e la specie, perché solo così possiamo intendere se il suo frutto sarà buono o se sarà tossico. Così è dell’uomo, per conoscere il suo comportamento, dobbiamo esaminare da quale spirito è condotto (1Gv.4:1).

Chi non ha crocifisso la sua propria carne, con le sue passioni e desideri, non può essere di Cristo e la sua opera sarà cattiva, cioè carnale e porta alla morte, come precisato: “Ma ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace” (Rom.8:6).

Queste due grandi differenze sono visibilmente separate e distinte. Non esiste alcun dubbio, se vogliamo vivere in eterno con Cristo, dobbiamo morire alla carnalità, ovvero al peccato. Se invece continueremo ad illuderci che possiamo vivere nella carne, soddisfacendo tutti i suoi desideri, perché siamo convinti che alla fine, Dio avrà pietà di noi, ci sbagliamo, perché: “Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere” (Rom.2:6).

Chi afferma di essere nato di nuovo e non ha crocifisso ogni specie di peccato, inganna se stesso. Dobbiamo necessariamente sapere che “Chi vuole seguire Cristo deve camminare come Egli camminò” (1Gv.2:6), cioè prima crocifiggere con Cristo il vecchio uomo, affinché il corpo del peccato sia annullato e, quello che annulliamo non esisterà più, quindi, il peccato in noi sarà morto (Rom.6:6).

Gesù avvertì tutti, affermando: “Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me” (Mt.10:38). Chi vuole seguire Cristo, dovrà ovviamente liberarsi del vecchio uomo di peccato ed essere rivestito del nuovo uomo spirituale, indossando la corazza della fede e dell’amore (1Tes.5:8).

Stringiamoci perciò a Cristo, sapendo di certo che “ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo” (Rom.8:7). La nostra carne non può essere sottomessa a Dio, perciò occorre spogliarsi del vecchio, liberandocene, per indossare nuovi abiti, “siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato” (Col.3:10).

Amen!