Dio ama i suoi figli e mai li lascerà soli (Ebr.13:5), perché Egli è fedele alla sua Parola e quando ha promesso una cosa, la mantiene, non la cambia: “… disegni concepiti molto tempo fa e adempiuti in fedeltà e verità” (Is.25:1). Dio ci ha eletti, scelti, prima della fondazione del mondo (Ef.1:4), ci ha preparato un regno (Mt.25:34), scrivendo i nostri nomi nei cieli (Lc.10:20), nel libro della vita. Nulla potrà farci del male, perché anche i demoni ci sono sottoposti nel nome di Gesù, in cui abbiamo la vittoria. Nella nostra vita le situazioni non succedono per caso, perché Dio ha il controllo su tutto quello che facciamo: “Ma quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati” (Mt.10:30).

Il nostro Signore ci fa conoscere ogni cosa passata, perché sia di esempio (Rom.15:4), insegnamento (2Tmt.3:16) e di ammonimento (1Cor.10:11) ai fedeli. Ci rivela inoltre il presente e il futuro, perché si possa avere più timore di Dio, accrescere la nostra fede e di essere perseveranti fino alla fine: “Ecco, le cose di prima sono avvenute, e ora vi annuncio cose nuove; io ve le faccio conoscere prima che germoglino” (Is.42:9).

Dio non cambia e non si pente: “Dio non è un uomo, perché possa mentire, né un figlio d’uomo, perché possa pentirsi. Quando ha detto una cosa, non la farà? O quando ha dichiarato una cosa, non la compirà?” (Num.23:19; 1Sam.15:29; Os.11:9). All’uomo può sembrare che Dio cambi qualcosa, ma non è così, perché Dio conosce tutto, prima che le cose avvengano e perché è Lui che le ha disposte. Dio è onnisciente e, quindi, sa già che, se io pregassi con fede per la guarigione da una malattia, sarei esaudito, perché faccio la sua volontà (1Gv.5:14). L’Eterno conosce anche la misura di fede di ognuno, perché cresca con l’uso, secondo la sua Parola.

Quante volte Dio mandava ripetutamente e insistentemente i suoi servi, i profeti, invitando il popolo a ravvedersi dai peccati e di tornare a Lui, pur sapendo che il popolo non lo avrebbe ascoltato (Ger.25:3; Deut.9:13). È Dio che rende insensibile il cuore dell’uomo, per la sua incredulità (Ez.3:9). Noi credenti, appartenenti ai popoli gentili, assomigliamo molto al popolo israelita, perché, in questi ultimi anni del periodo della salvezza, molti cristiani si sono sviati dalla Grazia e dalla verità della Scrittura, per professare le menzogne, senza tener conto che la Parola di Dio è eterna, non cambia e non passerà (Mt.5:18), perciò i fedeli possano consacrarsi e così “Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha fatto le promesse” (Ebr.10:23). Stiamo vivendo, infatti, in tempi malvagi (Amos 5:13), perché i valori umani sono ignorati, considerati abbandonati e quindi inutili, per essere sostituiti dalla forza, potere, bellezza, ricchezze, ritenendo giustificati tutti i mezzi necessari ad ottenerli. In questa nuova tendenza, la vita dell’uomo vale poco o niente e uccidere è diventato un mezzo efficace e veloce per risolvere definitivamente una questione, come prendere una medicina per il raffreddore o per calmare un dolore.

La Parola di Dio è santa, vera, giusta, potente, efficace e nessuno può avere il diritto di modificarla a suo piacimento, per suo interesse, aggiungendo o togliendo da essa, senza essere trovato bugiardo (Prv.30:6) e a sua perdizione: “Io ho riconosciuto che tutto quel che Dio fa è per sempre; niente c’è da aggiungervi, niente da togliervi; e che Dio fa così perché gli uomini lo temano” (Eccl.3:14).

Negli ultimi tempi, Dio ha mandato il Suo unigenito Figlio (1Ptr.1:20), affinché morendo, riscattasse un popolo (ebreo), scelto tra tutti i popoli della terra ed acquistandone uno straniero (i gentili) per farne uno solo, come innestare un ulivo selvatico (Rom.11:24) su quello domestico, sul vero popolo eletto, che è Israele, tramite la fede in Cristo Gesù, che ci ha lavato e purificato dai nostri peccati col suo sangue versato sulla croce: “Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, nostro Signore” (1Cor.1:9).

Molti dei chiamati si sono sviati (Mt.22:14) dalla fede, infatti “…lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni” (1Tmt.4:1), ma chi persevererà fino alla fine, sarà salvato. Solo gli eletti erediteranno il regno, come riportato: “Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Col.1:13). I figli di Dio cioè gli eletti fin dalla fondazione del mondo rimangono fedeli, non cambiano la Sua Parola in menzogna, perché lo temono sopra ogni cosa, lo amano sopra ogni cosa e gli ubbidiscono totalmente in ogni cosa. Dio ci ha scelto, prima ancora che noi esistessimo (Ef.1:4), ci ha destinati alla Grazia (Atti 22:14) e quindi degli eletti, nessuno si perderà (Gv.18:9).

A quelli che periranno, dichiara: “…la sua parola non dimora in voi, perché non credete in colui che egli ha mandato” (Gv.5:38). Coloro che non credono in Gesù, il Figlio di Dio, mandato dal Padre, saranno perduti, condannati e non potranno entrare nel regno dei cieli, che è preordinato ai credenti e fedeli in Gesù, cioè: “…a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome” (Gv.1:12). Chiunque è incredulo, commette peccato, perché ha fatto Dio bugiardo, non credendo alla sua testimonianza, che ha reso riguardo a suo Figlio (1Gv.5:10) e come Gesù afferma: “…convincerà il mondo di peccato, …perché non credono in me” (Gv.16:8,9).

C’è un solo Dio e un solo Signor Gesù Cristo (1Cor.8:6).

Chi ha il Figlio ha la vita (1Gv.5:12) e “Tu credi che c’è un solo Dio. Fai bene; anche i demoni credono e tremano” (Gcm.2:19). Non è sufficiente quindi credere in Dio, perché anche i demoni ci credono e tremano, ma essi non saranno certamente salvati, perché sono già stati condannati (Gv.16:11).

I Giudei credevano in Dio, ma non bastò per ricevere la Grazia, perché la salvezza si riceve solo in Gesù, perciò furono rigettati e abbandonati da Dio, che li disperse tra tutte le nazioni, loro nemiche (Ez.5:12), per non aver riconosciuto Gesù, come il Messia, il Salvatore, “…chi confessa il Figlio, ha anche il Padre” (1Gv.2:23). Mosè e tutti i profeti annunciarono quello che avvenne nel 70 d.C., perché il popolo si rifiutò di credere in Gesù: “Disperderò voi fra le nazioni e trarrò fuori la spada contro di voi; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte” (Lev.26:33; Ger.9:16).

Noi abbiamo ricevuto la Grazia, perché abbiamo creduto per fede in Gesù: “Poiché Dio non ci ha destinati all’ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo” (1Tes.5:9).

Se volessimo ricevere la salvezza, è indispensabile credere nel Figlio di Dio, che ha dato la sua vita, affinché tutti quelli che credono in Lui, ricevano la vita eterna (Gv.6:47), “Ma queste cose sono state scritte, affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (Gv.20:31) e “in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c’è alcun altro nome che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). “Chi è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio?” (1Gv.5:5). Tutti dobbiamo sapere che: “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che lo ha generato, ama anche chi è stato generato da lui” (1Gv.5:1).

Alla conclusione del periodo della Grazia e, quando il tempo dell’apostasia terminerà, la Chiesa entrerà nella gloria del suo Signor Gesù Cristo, allora l’ira di Dio si riverserà sugli abitanti del mondo intero. Poco tempo ancora e tutti gli affanni della vita terrena termineranno, ma per quelli che hanno creduto alla menzogna “…nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio” (2Cor.4:4), non ci sarà più salvezza, “Perché lira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell’ingiustizia” (Rom.1:18).

Chi non crede in Gesù, non crede neppure in Dio, perché Gesù è quello che l’ha fatto conoscere (Gv.1:18), portandoci la sua Parola (Gv.12:49) “…affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre; chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato” (Gv.5:23).

Confidiamo dunque in Dio e nella sua fedeltà, allora riceveremo tutto quello che ci è stato promesso, perché: “Egli è la rocca, l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità. Egli è giusto e retto” (Deut.32:4).