Ciò che è nato dalla carne è carne; ma ciò che è nato dallo Spirito è spirito” (Gv.3:6).

Due sono i modi e le conseguenze quando si leggono le Scritture: una carnale e una spirituale. E’ carnale quando si usa il ragionamento razionale della mente, che annulla il contenuto spirituale del messaggio: ”Il Signore conosce i pensieri dei savi e sa che sono vani” (1Cor.3:20) e “L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito”  (1Cor.2:14). Ogni ragionamento carnale diviene inutile e dannoso per chi legge e per chi ascolta.

Al contrario, è giusto il modo di leggere spirituale, che avviene quando annulliamo e mettiamo da parte la nostra intelligenza o pensiero e che tramite il nostro spirito ascoltiamo la rivelazione dello Spirito Santo, perché esso ci fa comprendere tutto quello che proviene da Dio, come è confermato: “Così pure nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito Santo di Dio” (1Cor.2:119. Il solo ed unico modo per conoscere veramente la Parola di Dio, scritta dai suoi servi, profeti e apostoli (Rom.1:2) e rivelata a noi, è tramite lo Spirito Santo.

Si legge e si ascolta simultaneamente, “Beato chi legge e beati coloro che ascoltano ciò che lo Spirito dice…” (Ap.1:3).

Gli effetti della conoscenza carnale della Parola porta inevitabilmente ad errori dottrinali che, se non chiariti, diventano come certezze, portando ad insuperbirsi, vantarsi o gloriarsi della sapienza, come Paolo avverte “…senza di noi già siete diventati re”, perché essi si sentivano ricchi e sazi di spiritualità. Infatti, “se uno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole, quelle del Signor nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà, è gonfio e non conosce nulla, ma ha un interesse morboso in questioni e dispute di parole, da cui nascono invidia, litigi, maldicenze, cattivi sospetti, varie dispute di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che stimano la pietà essere fonte di guadagno, da costoro separati” (1Tmt.6:3-5).

Tutti i figli di Dio, che hanno la caparra dello Spirito (2Cor.1:22), ricevono rivelazione direttamente da Dio, perché il suo Spirito abita in loro. Infatti, “Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, affinché conosciamo le cose che ci son state donate da Dio… Dio però le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito” (1Cor.2:14,12,10). Tutta la conoscenza spirituale procede da Dio, operante per mezzo di Gesù Cristo, che vive in tutti coloro che credono, vale a dire, “…gli eletti e i fedeli” (Ap.17:14). Gesù affermò che senza di Lui non possiamo fare niente:  “Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla” (Gv.15:5).

Tramite lo Spirito di Gesù, noi possiamo tutto, “Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede” (Mrc.9:23). Anche noi, come l’apostolo Paolo conosceva tramite lo Spirito, possiamo conoscere ogni cosa, perché tutte le Scritture sono comprensibili e le promesse operative.

Invece, per i carnali tutto appare confuso, perché antepongono la propria cultura alla verità delle Scritture, aggiustandole al proprio credo. Chi legge ed ascolta lo Spirito, vede chiaro, ma chi legge con la mente carnale, vede tutto secondo la carne.

Un esempio: chi legge in modo carnale, considera Giacobbe come bugiardo o impostore per quello che ha fatto (Gen.27:19), mentre chi legge in modo spirituale, lo vede scelto, guidato ed amato, secondo il piano di Dio, perché Giacobbe fu benedetto dall’Eterno: “-Esaù non era forse fratello di Giacobbe?-, dice l’Eterno, -Tuttavia io ho amato Giacobbe…” (Mal.1:2; Rom.9:13), perché “…non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come progenie” (Rom.9:8). A tutti gli altri non è concesso di comprendere chiaramente la Parola, che procede da Dio, come Gesù confermò: “A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a coloro che sono di fuori tutte queste cose si propongono in parabole” (Mrc.4:11). Infatti, Gesù dichiarerà a tutti quelli che si definiscono cristiani e non lo sono: “In verità vi dico che non vi conosco” (Mt.25:12), perché carnali e perché lo Spirito non ha alcuna comunione con la carne.

Nessuno può conoscere la verità, se non è rivelata dallo Spirito. Molti parlano dell’amore di Dio, senza comprenderlo, sperimentarlo o avendolo perché non sono: “…stati sigillati con lo Spirito Santo della promessa” (Ef.1:13). Senza lo Spirito non si ha la vita eterna, che è riservata solo per quei credenti, che camminano in fedeltà: “Or la speranza non confonde, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rom.5:5).

Per giungere vittoriosi alla fine, bisogna camminare come Cristo camminò (1Gv.2:6), in santità, umiltà e mansuetudine. Gesù ci invita: “Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime” (Mt.11:29).