Prima della morte di Gesù, tutti i defunti andavano nello Sceol, il soggiorno dei morti o luogo di riposo comune degli empi e dei giusti.

Dopo la sua morte, Gesù è sceso nell’Ades o Sceol a predicare ai morti: “E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione” (1Ptr.3:19) e “Per questo infatti è stato predicato l’evangelo anche ai morti, affinché fossero giudicati nella carne secondo gli uomini, ma vivessero nello spirito secondo Dio” (1Ptr.4:6).

Gesù scese quindi nell’Ades ad annunciare la Parola ai morti e solo quelli che la udirono (i giusti) furono portati nel cielo e da allora vi è separazione tra i giusti e gli ingiusti dopo la loro morte, come Gesù dichiara: “In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno” (Gv.5:25).

La conferma di questa divisione è esposta profeticamente dal Signore nell’esempio del ricco e di Lazzaro, dove dimostra la separazione avvenuta dopo la Sua morte, affermando che: “…Avvenne che il mendicante morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abrahamo; morì anche il ricco e fu sepolto. E, essendo tra i tormenti nell’inferno, alzò gli occhi e vide da lontano Abrahamo e Lazzaro nel suo seno” (Lc.16:22,23).

Nota bene, Gesù attesta che il mendicante quando morì fu portato dagli angeli nel seno di Abrahamo, ossia nella gloria di Dio. Tutti i giusti, quando muoiono in Cristo, saliranno quindi nel cielo; i fedeli vanno nel seno di Abramo, perché noi veniamo per fede dalla discendenza di Abramo, come indicato: “…Egli è padre di noi tutti” (Rom.4:16).

Tutti i fedeli di Cristo, che sono trapassati nell’eternità, si riposeranno alla gloria di Dio, ma non saranno ancora alla sua presenza, perché questo avverrà quando tutta la Chiesa risusciterà e il residuo vivente sarà rapito. In quel momento per i viventi ci sarà una trasformazione da corpo mortale a un corpo immortale e glorioso: “Così sarà pure la risurrezione dei morti; il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile. È seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita pieno di forza” (1Cor.15:42,43).

Gli empi, come il ricco, scenderanno invece nell’Ades, dove già si trovano quelli trapassati a partire dal primo uomo, che non hanno ascoltato la voce di Gesù quando è sceso tra loro.

Il corpo del ricco fu sepolto nella tomba, che ritornerà ad essere polvere, da cui fu tratto, mentre la sua anima scese nell’Ades, negli inferi, nella fossa, che si trova sotto terra.

Così avverrà che tutti gli angeli demoniaci, con il loro capo Satana, nominato nelle profezie, in similitudine Elam, che hanno usato o posseduto dei corpi umani per spargere il terrore sulla terra, andranno nell’abisso, che è preparato per il diavolo e per i suoi angeli (Mt.25:41).

Stessa destinazione spetta anche a tutti gli empi, sedotti, che cadranno uccisi dalla spada nella guerra chiamata di Armagheddon (Ap.16:16) “Là è Elam con tutta la sua moltitudine intorno al suo sepolcro; sono tutti uccisi, caduti di spada, scesi incirconcisi nelle profondità della terra, essi che spargevano il terrore sulla terra dei viventi; ora portano la loro ignominia con quelli che scendono nella fossa” (Ez.32:24; 26:20).

La fossa, Ades o Sceol accoglie tutti gli empi, chiamati incirconcisi non di carne, ma di cuore, che hanno rifiutato di arrendersi e convertirsi a Cristo, rinnegandolo, periranno per la loro incredulità. Essi saranno separati da Dio e dai giusti per sempre.

Gesù afferma che non può esserci alcuna relazione tra chi è nell’Ades e chi è nel seno di Abrahamo (nei cieli): “Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi” (Lc.16:26).

I giusti riposeranno fino alla risurrezione nella meravigliosa Luce di Dio, mentre gli empi soffrono e sono tormentati terribilmente in una fiamma di fuoco, ricordando tutto il loro passato peccaminoso (Lc.16:27,28).

A conferma della pace dei salvati, notiamo che Lazzaro non parlò col ricco, ma fu Abrahamo che gli rispose, perché Lazzaro riposava, godendo la gloria di Dio. Notiamo inoltre che la memoria dei perduti, che vanno nello Sceol, non è cancellata, perché il ricco ricordava bene la sua famiglia, che viveva nel peccato come lui, preoccupandosi per loro di avvisarli di non venire in quel luogo di tormento e di dolore, come esposto: “lì sarà il pianto e lo stridor di denti” (Mt.24:51).

Essendo nella gloria di Dio, i giusti, quindi, non penseranno a quello che avranno lasciato sulla terra, perché se così fosse si avvilirebbero e si preoccuperebbero per i loro cari, come il ricco e perciò non riposerebbero nella pace, mentre quelli che saranno nello Sceol, ricorderanno il loro passato, i loro parenti e i loro peccati.

Prima che Gesù li separasse, tutti i morti erano nello Sceol o luogo di silenzio (Sal.115:17; Giob.17:16), sia i giusti che gli ingiusti, come anche il profeta Samuele si trovò, salendo dalla terra, chiamato da Saul mediante la medium (1Sam.28:11; Sal.88:4) e anche Salomone lo confermò nei suoi proverbi, affermando che tutti scendono nello Sceol, dove c’è solo silenzio (Ec.9:10; Sal.6:5). Infatti, il giusto profeta Samuele annunciò: “Perché mi hai tu disturbato, facendomi salire?“ (1Sam.28:15), mettendo in evidenza che stava riposando in un luogo sotterraneo e aggiunse: “Perché consulti me, se l’Eterno si è allontanato da te ed è divenuto tuo nemico?” (1Sam.28:16) riferendosi al re Saul, disubbidiente (1Sam.28:18), rivelandogli che “…domani tu e i tuoi figli sarete con me” (1Sam.28:19), specificando che anche i peccatori andavano nello stesso posto.

Alla sua morte, Gesù andò nello Sceol e separò i giusti dagli ingiusti.

I fedeli furono trasferiti nella gloria di Dio, perciò scese nello Sceol per annunciare la salvezza e si fece conoscere da chi lo aspettava. Tutti quelli che lo ascoltarono gli fu concessa la vita eterna nel regno di Dio, quindi salirono nel cielo, nel seno di Abrahamo (nella gloria di Dio). Tutti gli altri restarono nello Sceol, ma venne dato loro il tormento e sarà così fino al giudizio finale, quando tutti quelli che non si troveranno scritti nel libro della vita, saranno gettati nello stagno di fuoco, che arde con zolfo (Ap.20:15).

La sposa di Cristo e i martiri risusciteranno prima del millennio (la Chiesa sarà rapita da Gesù alla chiusura della Grazia e tutti i martiri risusciteranno nella prima risurrezione per stare con Cristo mille anni, infatti: “Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni” (Ap.20:4).

La Chiesa di Cristo o sposa, salvati per Grazia, saranno quindi rapiti da Gesù all’apertura del primo sigillo (Ap.6:1,2). Alla fine dei sette anni, che si concluderanno con la guerra di Armagheddon, risusciteranno tutti i martiri, dal giusto Abele (Mt 23:35) agli ultimi martiri del popolo di Dio, che saranno uccisi durante la grande tribolazione. Essi risusciteranno nella prima risurrezione, all’inizio del millennio.

La Chiesa, i fedeli di Cristo, saranno perciò rapiti prima che incominci l’effetto dell’ira di Dio su tutti i disubbidienti, all’inizio dell’ultima settimana (sette anni) delle 70 (Dan.9:24), quando Gesù aprirà il primo sigillo (Ap.6:1-3), mentre i martiri risusciteranno nella prima risurrezione, che avverrà dopo la guerra, chiamata di Armagheddon (Ap.16.16), al termine degli ultimi sette anni per gli empi.  Inizierà poi il millennio di pace e di giustizia sulla terra (Is.1:26; 11:5;  32:16-17).

La Chiesa e i martiri saranno quindi con Cristo mille anni nella Gerusalemme celeste, che scenderà dal cielo presso Dio (Ebr.12:22; Ap.3:12; 21:2-10).

Non curarti del tuo corpo, ma occupati della tua anima, perché il tuo corpo ritornerà polvere (Giob.10:9), ma la tua anima è eterna, perché, se sarà gettata nella geenna del fuoco, che arde con zolfo, devi sapere che di là, nella sofferenza, non uscirà mai più in eterno: “…dove il loro verme (anima) non muore e il fuoco non si spegne” (Mrc.9:48).

I credenti aspettano l’incontro col nostro Signor Gesù Cristo, per vivere sempre con Gesù e continuare a servirLo, non tenendo conto delle immondezze mondane, ma evitandole: “Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi” (Rom.8:18) e ritenere tutto immondizia, come testimonia Paolo: “Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo” (Fil.3:8).

Ricordati che “Quando Cristo che è la nostra vita apparirà, allora anche voi apparirete con lui in gloria” (Col.3:4: Ap.19:14) e “perché, se pure viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore; dunque sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore” (Rom.14:8) e con il Signore saremo nell’eternità.