Noi siamo ritenuti figli d Dio e, se siamo figli, siamo anche eredi e coeredi di Cristo (Rom.8:17), perciò Gesù disse ai suoi discepoli: “Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio” (Gv.15:15).

Gesù non rivela una parte, ma tutte le cose che ha udito dal Padre, facendocele conoscere. Infatti, conferma che: “A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio; ma agli altri se ne parla in parabole, affinché vedendo non vedano, e udendo non comprendano” (Lc.8:10). Anche in questo verso come in tanti, Gesù afferma che i misteri del regno di Dio non sono dati a quelli di fuori (agli increduli), ma a “…colui al quale il Figlio (Gesù) voglia rivelarlo” (Lc.10:22).

Come Gesù dichiarò che molti, pur vedendo (leggono), restano ciechi e anche se odono, non comprendono, così possiamo affermare che si è realizzata la profezia: “Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie” (2Tmt.4:3).

Molti credenti, anche se dichiarano di essere convertiti da molti anni, hanno purtroppo ancora bisogno di latte (basi della fede), mentre vogliono prendere cibi solidi (intendere le profezie) (Ebr.5:12), perché mancano dell’unzione dello Spirito, perché “…non avete bisogno dell’insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato” (1Gv.2:27).

Lo Spirito insegna tutte le cose di Dio, come precisato:” Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio” (1Cor.2:11), come l’apostolo Paolo affermò: “Ho dunque di che vantarmi in Cristo Gesù, per quel che concerne le cose di Dio” (Rom.15:17). La maggior parte delle rivelazioni, che Dio ci ha fatto conoscere, sono pervenute tramite il Suo servo, l’apostolo Paolo, che possiamo comprendere con l’unzione dello Spirito, come indicato da Pietro: “questo egli fa in tutte le sue epistole, in cui parla di queste cose. In esse vi sono alcune cose difficili da comprendere, che gli uomini ignoranti ed instabili torcono, come fanno con le altre Scritture, a loro propria perdizione” (2Ptr.3:17).

Ad esempio, l’apostolo rivelò nelle lettere ai Tessalonicesi i due ultimi grandi avvenimenti: la seconda venuta del Signor Gesù Cristo e la riunione, adunamento o incontro dei fedeli con il Signore, da molti conosciuto come il rapimento della Chiesa.

Leggiamo con attenzione: “Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui” (2Tes.2:1). Non si riferisce ad un unico evento, ma a due diversi episodi in distinti momenti, intervallati dalla grande tribolazione o periodo dell’ira di Dio.

In ordine cronologico, il primo è inerente a quando Gesù risusciterà prima i nostri fratelli trapassati (Gv.6:44) e poi ”…noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell’aria, e così saremo sempre con il Signore” (1Tes.4:17). La seconda vicenda è relativa invece alla venuta di Gesù, che Lui stesso annunciò: “Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria” (Mt.24:30; Ap.1:7; 19:11).

Nei versi successivi del capitolo, l’apostolo spiega esattamente in modo chiaro ciò che avverrà.

Alla venuta del Signore, quando apparirà nel cielo, tutte le tribù della terra (Israele) lo vedranno, compresa anche la tribù, che lo ha trafitto, mettendolo a morte, cioè Giuda (Ap.1:7).

E’ individuato tale momento: “Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione” (2Tes.2:3). Di conseguenza, Gesù verrà sopra “…un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava –Fedele- e –Verace-: egli giudica e combatte con giustizia” (Ap.19:11), solo dopo che sia terminata l’apostasia e il regno satanico, governato dall’uomo del peccato, il figlio della perdizione, la prima bestia, che riceverà regno, potenza e autorità da Satana (Ap.13:2), ovvero: “…colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio” (2Tes.2:4).

Riassumendo, Gesù non verrà o apparirà nel cielo se non dopo che sia terminato il regno satanico. Facciamo adesso particolare attenzione e, usando l’intelligenza spirituale e non quella razionale, leggiamo: “ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene” (2Tes.2:6,7).

Tutto quanto sopra indicato è conosciuto come grande tribolazione ed essa non potrà accadere, perché ancora è impedita dallo Spirito Santo, cioè dai sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra (Ap.5:6) e presenti con la Chiesa di Cristo.

Al momento stabilito da Dio, Gesù raccoglierà presso di sé la sua sposa (la Chiesa dei fedeli, santi ed eletti (Ap.17:14), esattamente come promise “…tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Gv.14:3; 2Cor.6:17) quando, al comando del Signore e al suono della tromba, saremo riuniti “…sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore” (1Tes.4:17).

L’apostolo è chiaro quando afferma che “Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato l’empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all’apparire della sua venuta, l’iniquo” (vv.7,8)

Quello che trattiene Satana dal manifestare il suo dominio, attraverso l’uomo iniquo, prima del tempo, è lo Spirito Santo e la sposa (Chiesa).

Ricordiamoci che l’iniquità e lo sviluppo dell’apostasia, tramite lo spirito dell’anticristo è già in atto, perciò “Lo Spirito e la sposa dicono: -Vieni!-” (Ap.22:17) per porre fine alla crescente malvagità.

Che lo Spirito Santo deve essere tolto dalla terra, lo rivelò anche il profeta Daniele. Infatti, avverrà che, dopo l’esilio del popolo israelita durato “…sessantadue settimane, un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui; il popolo di un principe che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine sarà un’inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni decretate” (Dan.9:26).

Solo dopo che lo Spirito e la sposa saranno state tolte di mezzo, come l’apostolo più chiaramente rivela, verrà il devastatore, l’uomo perverso ed iniquo, per compiere tutte le desolazioni decretate (grande tribolazione).

Da notare che le edizioni Diodati traducono il verso Dan.9:26 riferendosi allo Spirito e alla Chiesa: “…essendo sterminato il Messia senza, che gli resti più nulla” la NR traduce: “un unto sarà soppresso, nessuno sarà per lui. Il significato giusto è che lo Spirito e la sposa saranno tolte dalla terra e di loro non resterà più niente, allora sarà manifestato l’uomo malvagio, che il Signore annienterà alla sua venuta, insieme con la Chiesa gloriosa, già rapita.

Ora noi sappiamo ciò che è stato rivelato dallo Spirito, tramite l’apostolo che: “l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente” (1Cor.2:14). Molta confusione è avvenuta nel mondo, per mancanza di conoscenza spirituale, perciò Dio rivela che, tutti quelli che hanno confidato nella loro sapienza carnale, periranno.  Infatti avverrà “Io farò perire la sapienza dei saggi e annienterò l’intelligenza degli intelligenti” (1Cor.1:19).

Molti dirigenti di comunità sono divenuti insensibili, perché conoscono solo tramite la loro intelligenza e così la chiesa perisce, perché non ha conoscenza spirituale, quella che procede da Dio. Se confidiamo rigorosamente in Dio “…egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d’intelligenza” (Ef.1:8).