Due vie: una progettata secondo la carne, che conduce però alla morte, l’altra di vita “…ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete” (Rom.8:13).

Le Sacra Scrittura è Parola di Dio, perciò non si può interpretare con un ragionamento umano. Chi la interpreta, lo fa secondo la carne e non secondo lo Spirito, tutto a proprio danno, per cui “…la mente controllata dalla carne produce morte, ma la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace” (Rom.8:6).

Inoltre le Scritture si comprendono solo tramite lo Spirito (Gv.14:26), quindi per rivelazione: “Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio” (2Ptr.1:20,21).

La rivelazione spirituale può essere espressa tramite i doni, che Dio concede, secondo la sua volontà, attraverso vari carismi, come di profezia, delle lingue e delle interpretazioni; infatti, se in un’assemblea, un fratello o una sorella parla in altre lingue, chi ha il dono di interpretazioni, traduce ciò che lo Spirito comunica.

L’apostolo rivela come comportarsi quando i fratelli si trovano insieme: “Che fare dunque, fratelli? Quando vi radunate ognuno può avere un salmo, un insegnamento, una rivelazione, un discorso in lingue, il dono di interpretarle. Ma tutto si faccia per l’edificazione” (1Cor.14:26).

Così avvenendo, lo Spirito Santo convince e molti si convertano. Se invece tutto è carnale, senza lo Spirito, alla fine avverrà quello che Gesù rivelò: “Molti mi diranno in quel giorno: -Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti-” (Mt.7:22).

Molti responsabili di comunità: pastori, ministri, missionari, profeti, dottori ed evangelisti, non avendo compiuto opere tramite lo Spirito di Cristo, resteranno tremendamente sorpresi e saranno delusi. Mentre la chiesa sarà rapita dal Signore e Maestro, Gesù Cristo, nei cieli, i carnali resteranno a soffrire l’ira di Dio. Infatti, l’apostolo avvertì che: “Tu, invece, con la tua ostinazione e con l’impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d’ira per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio” (Rom.2:5).

Essi si giustificheranno di aver fatto molte opere potenti nel nome di Gesù, però Gesù gli risponderà: “Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità” (Mt.7:23).

Perché Gesù dirà di non conoscerli?

Perché essi hanno fatto l’opera, non secondo lo Spirito, ma secondo la carne, che porta alla morte: “…la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo” (Rom.8:7). Nessun carnale sarà pertanto riconosciuto da Dio, perché la carne non può ereditare la vita eterna (1Cor.15:50).

Una volta abbandonata ogni mondanità, abbiamo una occupazione primaria a cui dedicarci, come ci esorta l’apostolo Pietro: “Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità. Se queste cose si trovano in abbondanza in voi, non vi lasceranno oziosi né senza frutto per la conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, dimentica di essere stato purificato dai suoi antichi peccati” (2Ptr.1:9).

Quando abbiamo lasciato le attività inique, che in precedenza facevamo, vi assicuro che abbiamo molto tempo per dedicarci alla nuova attività. Infatti, “Noi infatti siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo” (Ef.2:10). Lo Spirito Santo ci insegnerà e ci guiderà a compiere tutte le opere, che Dio ha preparato, perché noi le facciamo, secondo la sua volontà.

Dobbiamo fare molta attenzione, perché molti non hanno in sé: la fede, la virtù, la conoscenza, temperanza, pazienza, pietà e l’amore fraterno. Chi non possiede tutte queste qualità dello Spirito, rimane cieco e miope, perché senza, si resta inoperosi, senza frutto buono, del quale Dio ci chiederà conto al nostro incontro con Lui.