La Chiesa è intesa come la comunità di credenti fedeli alla Parola, oppure come istituzione ereditaria dei principi biblici, colonna e sostegno della Verità (1Tmt.3:15).

La Chiesa è quindi composta dai “chiamati, gli eletti e i fedeli” (Ap.17:14), i veri cristiani, ovvero discepoli e seguaci di Cristo, loro Salvatore e Signore, osservanti dei suoi insegnamenti.

Essi si distinguono da tutti i falsi credenti, proprio perché fedeli e osservanti della Parola di Dio e, come Gesù è fedele a Dio, seguono l’esempio del Maestro, operando con Cristo; infatti: “Chi dice di dimorare in lui, deve camminare anch’egli come camminò lui” (1Gv.2:6). Chi invece cammina disordinatamente, non secondo l’evangelo, annunciato dagli apostoli e non mette in pratica la Parola, è gonfio (1Tmt.6:4) e falso fratello, occupandosi di cose vane. L’apostolo Paolo a riguardo dispone: “Ora, fratelli, noi vi ordiniamo, nel nome del Signor nostro Gesù Cristo, che vi ritiriate da ogni fratello che cammina disordinatamente, e non secondo l’insegnamento che ha ricevuto da noi” (2Tes.3:6-9).

Chi sono quelli che camminano disordinatamente?

Quelli che non seguono l’insegnamento ricevuto dagli apostoli, che invece hanno posto il fondamento della fede su Cristo Gesù, la Pietra angolare, così come i fedeli autentici sono “…stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare” (Ef.2:20).

Ma voi, carissimi, ricordatevi delle parole che gli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo hanno predetto” (Giuda 17).

In questi ultimi tempi sono sorti molti anticristi, da cui i veri servi fedeli devono separarsi, per non essere contaminati, perché “Non vi ingannate; le cattive compagnie corrompono i buoni costumi” (1Cor.15:33).

Quelli che non sono da Dio, non possono conoscerlo, sono vasi d’ira preparati per la perdizione (Rom.9:22), perciò essi subiranno la vendetta di Dio (2Tes.1:8); tutto questo deve avvenire, secondo la volontà di Dio e non dobbiamo scandalizzarci. Gesù, insieme ai suoi apostoli, ci ha avvertito: “Alla fine dei tempi vi saranno impostori, che si comporteranno secondo le loro empie passioni” (Giuda 18).

Chi distorce la Sacra Scrittura, aggiungendo o togliendo parole e modificando il significato spirituale, adattandolo alla propria utilità, perché “…In esse vi sono alcune cose difficili da comprendere, che gli uomini ignoranti ed instabili torcono, come fanno con le altre Scritture, a loro propria perdizione” (2Ptr.3:16), non viene da Dio, è un bugiardo (Prv.30:6) e ne subirà le conseguenze. Infatti essi sono falsi ministri di luce (2Cor.11:15), per cui non dobbiamo ascoltarli, né seguirli, ma occorre allontanarsi da costoro per non cadere nelle loro menzogne ed essere trascinati dietro a loro, nello stagno di fuoco e zolfo.

Nessuno vi derubi del premio con un pretesto di umiltà e di culto degli angeli, fondandosi su cose che non ha visto, essendo temerariamente gonfio a motivo della sua mente carnale” (Col.2:18).

Molti maestri sono sorti, dichiarando falsità e, se ammoniti di ravvedersi secondo la verità nella Scrittura, respingono l’avvertimento con l’accusa di blasfemia. A questo proposito è consigliato di non dare le perle ai porci, ovvero di non insistere con la verità della Parola con gli increduli, ma “Evita l’uomo settario, dopo una prima e una seconda ammonizione” (Tito 3:10), che la rifiutano, perché la disonorerebbero: “Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con i piedi e poi si rivoltino per sbranarvi” (Mt.7:6), ma solo assolvere al nostro dovere di presentare la grazia, avvertendoli della rinuncia e, se non ascoltati, di scuotere la polvere dai nostri sandali (Mt.10.14; Lc.10:11).

Insegnare solo a chi ci ascolta, perché chi non ci ascolta non è da Dio (Lc.10:16) e chi espone una Parola diversa da quella data dallo Spirito Santo, sia maledetto: “Come abbiamo già detto, ora lo dico di nuovo: Se qualcuno vi predica un evangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia maledetto” (Gal.1:9).

Già nella prima chiesa di Efeso si erano introdotti dei falsi apostoli, ma furono riconosciuti come bugiardi: “Io conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi; e hai messo alla prova coloro che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi” (Ap.2:2). Ai nostri tempi invece si sopportano molto bene, perché la maggioranza di quelli che si ritengono fedeli è divenuta cieca e sorda spiritualmente, non riconoscendo la falsità dei bugiardi.

I profeti, Gesù e tutti i suoi apostoli hanno proclamato sempre la Verità e guai a chi la lascia o la distorce, ma attaccati alla Scrittura “affinché vi ricordiate delle parole già dette dai santi profeti e del comandamento dello stesso Signore e Salvatore trasmessovi da noi apostoli” (2Ptr.3:2), per non sbagliare.

La Chiesa di Cristo sono tutti quelli che camminano secondo verità, essa è: “…Gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile (Ef.5:27) e pronta “…affinché discerniate le cose eccellenti e possiate essere puri e senza macchia per il giorno di Cristo” (Fil.1:10)

Gli eletti, ovvero coloro che camminano nello Spirito, sono pochi (Mt.22:14), mentre i carnali sono molti, perché non appartengono a Dio. Vogliamo seguire un vangelo falso, illudendoci di essere salvati? Questo è ciò che desidera il diavolo, cioè quello di nascondere la verità, come ha sempre fatto, essendo padre della menzogna, ma noi desideriamo andare con il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Teniamo quindi presente che il Signore è con noi e Lui ci insegnerà tutto quello che dobbiamo sapere, perché il suo Spirito è in noi (Gal.4:6), perciò non saremo lasciati mai soli, fino alla fine dell’età presente (Mt.28:20).

Ora, se la tua mano, o il tuo piede, ti è occasione di peccato, mozzalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani e due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno” (Mt.18:8). E’ molto importante conoscere e togliere qualunque cosa che ci causa di peccare, dobbiamo quindi immediatamente allontanarla dalla nostra vita spirituale, per essere di nuovo in comunione con il Signore. Gesù, in similitudine, paragona il peccato, che è nella nostra carne, a qualcosa di caro, difficile e doloroso da staccarsi, come tagliare una mano o un piede.

Occorre perciò separarsi da qualsiasi cosa che ci induca al peccato, anche se è doloroso, ma dobbiamo staccarci e allontanarlo da noi.

Gesù disse: ” …chi non prende la sua croce e non vien dietro a me, non è degno di me” (Mt.10.30).

Per appartenere a Dio è necessario prendere la nostra croce, ovvero separarsi dal mondo completamente; certamente non possiamo uscire dal mondo, ma staccarsi da tutte le cose vane che il mondo offre, lo possiamo fare, perché noi non dobbiamo conformarci ad esse, ma considerare il mondo crocifisso a noi e noi morti al mondo, proprio come prendere la croce, strumento di morte, “Ora quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze” (Gal.5:24), “Ma quanto a me, non avvenga mai che io mi vanti all’infuori della croce del Signor nostro Gesù Cristo, per la quale il mondo è crocifisso a me e io al mondo” (Gal.6:14).

Chi ama il mondo si rende nemico di Dio (Gcm.4:4), perciò è indispensabile separarsi quindi da tutte le cose nocive di cui il mondo ne va pazzo, perché non sono affatto innocue, come sembrano, ma contaminano l’uomo. O segui il mondo o segui Cristo, perché non si possono servire due padroni (Mt.6:24).

Il mondo e tutto ciò che è in esso è tenebre, se vuoi essere luce, devi separarti da chi opera nelle tenebre. Devi perciò uscire dal buio e venire alla luce della Verità, Dio è Luce e in Lui non ci sono tenebre (1Gv.1:5), perciò se rimani nelle tenebre, non appartieni a Dio.

Chi si separa definitivamente dal peccato, può fare tutto per la fede in Cristo Gesù, che ci fortifica (Fil.4:13) e ci darà tutto quello di cui abbiamo bisogno per fare la volontà di Dio “Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui?” (Rom.8:32). Infatti Gesù ci assicura che: “…io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare” (Lc.10:19).

Noi siamo gli operai dell’ultima ora (Mt.20:9-12), salvati per Grazia, a differenza di Israele che ha sopportato, in analogia, il peso e il caldo della giornata, ovvero l’obbligo e il dovere della Legge, perciò non dolersi delle piccole cose mondane, che dobbiamo lasciare, per seguire Cristo Gesù e ricordiamoci “…in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia” (Ef.1:7) e “Ora il mio Dio supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù” (Fil.4:19).

Non siamo tuttora sottoposti ad alcun supplizio per Gesù, ma ci ha solo chiesto di rinunciare al mondo e a tutte le cose che gli appartengono, per ubbidire e mettere in pratica la Sua Parola, guardando avanti al futuro: “Or dunque, fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore; guardate come l’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finché abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione. Non lamentatevi gli uni gli altri, fratelli, affinché non siate giudicati; ecco, il giudice è alle porte” (Gcm.5:7-8).

Noi abbiamo un grande premio nei cieli, per cui “Correte in modo da conquistarlo” (1Cor.9:24) come un buon atleta allenato, disciplina il proprio corpo e si impegna per arrivare primo al traguardo e ricevere il premio della vittoria (1Cor.9:24). Così anche noi fissiamo lo sguardo su Gesù, autore e compitore della nostra fede e proseguiamo avanti, senza voltarci indietro, correndo verso la meta della vita eterna in Cristo Gesù, come Paolo sostiene: “Non che io abbia già ottenuto il premio, o sia già arrivato al compimento, ma proseguo per poter afferrare il premio, poiché anch’io sono stato afferrato da Gesù Cristo. Fratelli, non ritengo di avere già ottenuto il premio, ma faccio una cosa: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso le cose che stanno davanti, proseguo il corso verso la mèta, verso il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Fil.3:12-14).

Ecco, io vengo presto e il mio premio è con me, per rendere ad ognuno secondo le opere che egli ha fatto” (Ap.22:12).