Non ti scoraggiare, ma credi.

Gesù è Santo e Veritiero che attestò: “Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto” (Lc.11:9). È necessaria la costanza e pregare con insistenza, anche se non vediamo subito la risposta, perché Dio prova i suoi figli, per vedere fino a che punto è ferma la nostra fede. Se ci stanchiamo, la nostra fede cessa in quel momento.

A tal proposito, voglio evidenziare una parabola di Gesù:

Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: -C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi-. E il Signore soggiunse: -Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?-“ (Lc.18:1-8).

Ci troviamo adesso in tempi molto difficili, perché quelli che amano la verità e la mettono in pratica sono attaccati dagli altri che non temono Dio, come i falsi profeti.  Molti fratelli hanno bisogno delle nostre preghiere, perché sono confusi ed addolorati per tutte le cose che avvengono. Noi dobbiamo “…pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi” (Ef.6:18). Presto Dio ci farà giustizia, mentre i nostri capi ci obbligano a rinnegare la potenza di Dio per ubbidire ai loro ordini contrari alla nostra fede. Noi restiamo perciò fermi, come fecero gli apostoli: “Ma Pietro e gli altri apostoli risposero: -Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini-“ (At.5:29).

Quelli che non conoscono la Parola di Dio si giustificano, affermando che bisogna ubbidire alle autorità e ai “…governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l’autorità? Fa’ il bene e ne avrai lode, poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male” (Rom.13:3,4).

Da notare bene che l’apostolo non sta parlando della condotta spirituale, ma della vita comune a tutti gli uomini. Per questo, se noi facciamo del bene, non temiamo i tribunali umani. L’apostolo si riferisce all’autorità posta da Dio, per punire tutti coloro che disubbidiscono ai suoi comandamenti, “Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Bisogna ubbidire ai governanti, quando non è in contrasto con la Parola, anche nel pagare le tasse, come indicato: “Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto” (Rom.13).

E’ necessario stare sottomessi, tranne quando ci dovessero vietare di aver fede, di onorare e adorare il nostro Dio con ogni mezzo, anche se fosse necessario con la nostra stessa vita, come fecero quasi tutti gli apostoli di Cristo.

Abbiamo l’esempio che molti del popolo della Legge non si sottomisero ai re, perciò: “…per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri” (Ebr.11:33,34).

Altri invece, subirono scherni, flagelli, catene e prigionia, “…furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione” (Ebr.11:35).

Allora, con tutta la fede che ci è stata donata, possiamo dire: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?” (Rom.8:35).

Facciamo attenzione a quello che Gesù disse: “Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc.18:1-8).

La fede sta venendo meno, perché molti confidano nell’uomo, persino attestando che Dio opera tramite la scienza umana. Essi non conoscono che: “infatti sta scritto: -Io farò perire la sapienza dei saggi e annienterò l’intelligenza degli intelligenti-“ (1Cor.1:19).

Essi hanno “…l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell’ignoranza che è in loro, a motivo dell’indurimento del loro cuore” (Ef.4:18).

Chiediamo quella sapienza che viene dall’alto, allo scopo di servire e ubbidire al nostro Dio, non appoggiandoci all’intelligenza terrena, perché non procede da Dio, ma è diabolica (Gcm.3.15).