Tutte le profezie rivelate ai servi di Dio durante la loro vita si riferivano ad avvenimenti che erano in atto durante la vita del profeta per spingere il popolo israelita al ravvedimento. Il profeta a cui Dio si rivelava parlava agli israeliti in modo diretto e istantaneo, oppure per eventi futuri molto lontani nel tempo ed esse erano mostrate in visioni, similitudini e parabole, com’è attestato: “Ho parlato ai profeti, ho moltiplicato le visioni e per mezzo dei profeti ho usato similitudini” (Os.12:11; Ez.21:5).

Perché Dio parlava ai profeti annunciando le cose future in similitudini? Perché non era dato d’intendere a tutti il significato per la grande incredulità tra il popolo e, solo chi era guidato dallo Spirito di Dio, poteva comprendere le situazioni future esposte dai profeti. Anche Gesù lo spiegò molto bene ai suoi discepoli:”Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato … Perciò io parlo loro in parabole, perché vedendo non vedano, e udendo non odano né comprendano Così si adempie in loro la profezia di Isaia (6:9), che dice:- Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è divenuto insensibile, essi sono diventati duri d’orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non comprendano col cuore e non si convertano, e io non li guarisca” (Mt.13:13-15).

Parlando in parabole, Gesù faceva esempi semplici con realtà oggettive comunemente conosciute (terrene) per esporre realtà celesti e future.

Gesù disse alle folle tutte queste cose in parabole, e parlava loro solo in parabole” (Mt.13:34), mentre spiegava in privato il chiaro significato ai suoi discepoli (Mrc.4:34), perché ”A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a coloro che sono di fuori tutte queste cose si propongono in parabole” (Mrc.4:11).

Gesù esponeva attraverso parabole il mistero del regno di Dio, non come diversi pensano che alcune parabole siano di contenuto falso o senza alcun senso. Nessuna parabola è priva di significato, ma lo è solo per chi è carnale, che non può comprendere le cose spirituali. La stessa cosa avveniva per il popolo Ebreo. Ogni parabola contiene un messaggio di salvezza rivolto a chi ascolta, accetta e crede, perché sono stati aperti gli occhi, come per il popolo israelita, sotto la legge, e per i gentili, nel tempo di Grazia, ma per tutti gli increduli, che rifiutano di ascoltare ci sarà la condanna eterna. Per questo, molte volte il Signore concludeva il discorso con: “Chi ha orecchi da udire, oda!” (Lc.8:8).

Il salmista e profeta annunciò perfino come Gesù avrebbe parlato al popolo: “Aprirò la mia bocca per proferire parabole, ed esporrò i misteri dei tempi antichi” (Slm.78:2). Questa profezia si adempì, come Gesù confermò ai Giudei: “Io aprirò la mia bocca in parabole e rivelerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo” (Mt.13:35). Le parabole rivelano perciò circostanze che erano nascoste in Dio fin dalla fondazione del mondo, ma Gesù le ha rivelate per coloro che credono, come Gesù affermò:  “A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio; ma agli altri sono proposti in parabole, affinché vedendo non vedano e udendo non intendano” (Lc.8:10). Infatti “le cose occulte appartengono all’Eterno, il nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge“ (Deut.29:29).

Gesù riprese i suoi discepoli, che chiedevano una spiegazione: “Non comprendete questa parabola? E come comprenderete tutte le altre parabole?” (Mrc.4:13). Chi non comprende, chieda con fede sapienza e la riceverà, ma si astenga dal dire falsità. Chi sostiene che le parabole sono senza significato, non ha compreso il metodo di Dio. Dio è fedele alla sua Parola e mantiene sempre le sue promesse, al contrario degli uomini e a secondo delle circostanze. “Dio non è un uomo, perché possa mentire, né un figlio d’uomo, perché possa pentirsi. Quando ha detto una cosa, non la farà? O quando ha dichiarato una cosa, non la compirà?” (Num.23:19; Giob 9:32;  Os.11:9).

Non confidate mai negli uomini e nelle loro assicurazioni, perché sottoposti a sbagliare, come consigliato: “Cessate di confidare nell’uomo, nelle cui narici non c’è che un soffio: quale conto si può fare di lui?” (Is.2:22).

Occorre chiedere in preghiera per ricevere rivelazione della verità sulla Parola di Dio e così sarete ripieni di tutto il timore di Dio, perché: “Nel timore dell’Eterno c’è una grande sicurezza, e i suoi figli avranno un luogo di rifugio” (Prv.14:26).

Gesù ti invita: “Venite, figlioli, ascoltatemi; io vi insegnerò il timore dell’Eterno” (Slm.34:11), perché “il timore dell’Eterno è il principio della conoscenza …”  (Prv.1:7) e “… la conoscenza del Santo è l’intelligenza” (Prv.9:10). Ricorda che “dove c’è molta sapienza c’è molto affanno e chi aumenta la conoscenza, aumenta il dolore” (Ecl.1:18), per cui sei disposto a rinunciare a te stesso e a consacrarti per essere al servizio completo del Signore, come l’apostolo Paolo sostiene che: “… ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo” (Fil.3:8).

Un ottimo consiglio: “Figlio mio, se ricevi le mie parole e fai tesoro dei miei comandamenti, prestando orecchio alla sapienza e inclinando il cuore all’intendimento; si, se chiedi con forza il discernimento e alzi la voce per ottenere intendimento, se lo cerchi come l’argento e ti dai a scavarlo come i tesori nascosti, allora intenderai la conoscenza di Dio. Poiché l’Eterno dà la sapienza; dalla sua bocca procedono la conoscenza e l’intendimento” (Prv.2:1-6).