Fu il primo amore tra i credenti all’inizio della chiesa di Cristo: “Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno” (v.44-45). Chi crede che i fedeli debbano ritornare ad avere una economia condivisa, senza dubbio, potrebbe essere lodevole.

Notiamo che in quel momento, oltre ai beni materiali, tra di loro si espandeva molto altro, cioè “Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli” (v.43). I credenti attuali pensano solo alla parte carnale e non a quella spirituale, che invece si preoccupavano di entrambe i nostri antichi fratelli. Infatti, essi “erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere” (v.42).

Si può certamente e si deve seguire il loro esempio, ma occorre farlo in tutte le cose, come facevano allora. Essi ascoltavano tutto l’insegnamento degli apostoli e lo seguivano, non solo quello che fa più comodo, come invece avviene oggi. Se noi facessimo quello che i nostri fratelli fecero, di sicuro non saremmo così poveri e ciechi spiritualmente, ma come loro furono pieni di benedizioni, le otterremmo anche noi:  “Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore,  lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati” (v.46-48).

I nostri fratelli primitivi vedevano continuamente miracoli e prodigi per mano degli apostoli. Oggi invece si grida al miracolo, solo per intervento dei medici.

Secondo quelli che si definiscono cristiani moderni, Dio opera per mano dei dottori, a cui ricorrono abitualmente per le cure mediche e subordinatamente alle preghiere, quando invece per fede “Pietro gli disse: -Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!-“ (Atti 3:6).

Dove sono gli imitatori di Pietro, dove sono quelli di Paolo e di tutti gli apostoli, che annunciarono la salvezza e la guarigione tramite Cristo Gesù.

E’ forse cambiato qualcosa?

È stata sostituita al posto della fede, l’incredulità, perché si ignora la potenza di Dio e il comando: “Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, scacciate i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt.10:8).

Non guardate all’economia dei nostri primi fratelli, ma guardate la loro fedeltà ed unità nella vera dottrina, nella preghiera, nella perseveranza e nell’amore continuo, che nutrivano l’uno per l’altro. Ritorniamo tutti al primo amore (Ap.2:4) “E il Signore diriga i vostri cuori all’ amore di Dio e alla perseveranza di Cristo” (2Tes.3:5).

Pensate forse che, avendo la comunione fraterna dei beni, si è salvati? Niente affatto! Non sono i beni di questo mondo a salvarci, “Fate attenzione e guardatevi dall’avarizia, perché la vita di uno non consiste nell’abbondanza delle cose che possiede” (Lc.12:15), ma è la fede, l’amore che tutti dobbiamo possedere in primo luogo verso Dio e la carità in secondo luogo verso i nostri fratelli. Solo in questo modo, mettiamo in pratica il primo e il secondo comandamento, così anche: “Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti” (Mt.22:37-40).