“Seguimi!” (Mt.9:9).

Gesù disse ai due fratelli Simone e Andrea: “Seguitemi…” ed “essi lasciate prontamente le reti, lo seguirono”, così altri due fratelli Giacomo e Giovanni, “lasciata prontamente la barca e il padre loro, lo seguirono” (Mt.4;20,21). Anche Matteo, che sedeva al banco delle imposte, chiamato, si alzò e lo seguì (Mt.9:9).

Come si può notare chiaramente, quando Gesù, passando, ha chiamato qualcuno a seguirlo, subito ha lasciato la sua occupazione, casa o famiglia, senza esitare o indugiare. Così quando tu senti la chiamata, non aspettare, perché potrebbe essere l’unica tua possibilità di salvezza.

Eliseo non esitò a seguire Elia e la ricompensa fu grande.

“Elia partì di là e trovò Eliseo, figlio di Shafat, mentre arava con dodici paia di buoi davanti a sé ed egli stesso si trovava con il dodicesimo paio. Elia gli passò vicino e gli gettò addosso il suo mantello. Allora Eliseo lasciò i buoi e corse dietro a Elia… (1Re19:19,20). Dio scelse come successore del profeta Elia, Eliseo. Ricevette la chiamata, come segno e prova accettò il mantello, mentre arava con i suoi buoi. Egli fu un grande profeta, perché ricevette il doppio dello Spirito che era in Elia, secondo la sua richiesta.

Tramite Eliseo, Dio fece molti miracoli e prodigi. Accadde che, mentre portavano a seppellire un morto “…alcuni, visto un gruppo di razziatori, gettarono il cadavere sul sepolcro di Eliseo e se ne andarono. L’uomo, venuto a contatto con le ossa di Eliseo, risuscitò e si alzò in piedi” (2Re 13:21). Elia ed Eliseo furono due grandi profeti, che Dio usò in modo speciale. Anche Elia impiegò il suo mantello, come Mosè il suo bastone, per fare grandi miracoli (Es.4:2-17); ad esempio, con il bastone Mosè divise il Mar Rosso (Es.14:16), mentre Elia, con il mantello, divise il Giordano (2Re 2:8).

Elia insieme ad Eliseo andavano verso il luogo indicato da Dio, dove Elia doveva essere rapito al cielo.

Allora Elia disse ad Eliseo: -Fermati qui, ti prego, perché l’Eterno mi manda fino a Bethel-. Ma Eliseo rispose: -Come è vero che l’Eterno vive e che tu stesso  vivi, io non ti lascerò-. Così discesero a Bethel” (2Re 2:2).

Eliseo era anche un profeta e quindi conosceva bene che Dio stava per rapire al cielo Elia. Quando Elia gli diceva di fermarsi, perché Dio lo mandava a Bethel, a Gerico e alla fine al Giordano, Eliseo gli ripeteva sempre “io non ti lascerò”. In quanti si sarebbero invece fermati, sul comando di un superiore?

La costanza di Eliseo fu premiata. Infatti, Elia con il suo mantello divise il Giordano e passarono per l’asciutto, allora: “Elia disse ad Eliseo: -Chiedi ciò che vuoi che io faccia per te, prima che sia portato via da te-. Eliseo rispose: -Ti prego, fa’ che una doppia porzione del tuo spirito venga su di me-. Elia disse: -Tu hai chiesto una cosa difficile; tuttavia, se mi vedrai quando sarò portato via da te, ciò ti sarà concesso, altrimenti non l’avrai-. Ora, mentre essi camminavano discorrendo, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco li separarono l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine” (2Re 9-11).

Eliseo vide salire al cielo Elia e quindi ricevette quello che aveva chiesto: una doppia porzione dello Spirito che era in Elia. Egli raccolse il mantello di Elia e tornò indietro, percosse le acque del Giordano e disse: “-Dov’è l’Eterno, il DIO di Elia?-. Quando anch’egli ebbe percosso le acque, queste si divisero di qua e di là ed Eliseo passò” (v.14). A conferma dell’unzione ricevuta.

Tutto quello che è scritto del passato, come le grandi meraviglie che Dio ha fatto tramite i suoi servi, è per nostro esempio.

Eliseo non si arrese davanti alle continue richieste di Elia di fermarsi, forse egli non sapeva quello che Dio voleva dare ad Eliseo? Certo che lo sapeva, ma gli ordinava di fermarsi, per mettere alla prova la sua costanza, come è indicato: “La costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti” (Gcm.1:4).

Un invito a camminare in santità ci viene ripetuto in qualunque modo, perciò non ci arrendiamo, fermandoci e perdendo così ogni benedizione. Eliseo desiderò vedere Elia volare al cielo e lo vide, ricevendo così quello che aveva chiesto. Per noi vale la stessa cosa, perseverare nella fede fino alla fine, desiderando tutte le promesse che Dio ha mantenuto tramite i suoi servi profeti e apostoli. “Egli ha fatto ogni cosa bella nel suo tempo; ha persino messo l’eternità nei loro cuori, senza che alcun uomo possa scoprire l’opera che DIO ha fatto dal principio alla fine” (Ecl.3:11).

Ricordiamoci che siamo eterni e che il premio ci verrà dato secondo le nostre opere e fede. Se le nostre opere sono fatte con fede, erediteremo la vita eterna nella gloriosa città di Dio (Gerusalemme, Ap.21:10). Gesù dichiarò che: “…scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio nuovo nome” (Ap.3:12).

Se hai intrapreso il cammino di fedeltà verso Dio, non tornare indietro, anche quando ti consigliano di fermarti, tu rispondi “Signore, verrò con te non ti lascerò, perché Gesù ti dice: ”…Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita” (Ap.2:10).

Senza conoscenza spirituale non si può servire Dio, quindi tutto quello che noi facciamo in modo carnale, cioè senza intendimento, preparazione, istruzione, va al nemico, che è il principe di questo mondo, il quale sarà adorato e lodato al posto di Dio.

L’apostolo Pietro ci insegna come arrivare alla conoscenza del nostro Signor Gesù Cristo: “Anche voi per questa stessa ragione, usando ogni diligenza, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza l’auto-controllo, all’auto-controllo la perseveranza, alla perseveranza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità. Perché, se queste cose si trovano in voi abbondantemente, non vi renderanno pigri né sterili nella conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, dimentica di essere stato purificato dai suoi antichi peccati. Quindi, fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai. Così infatti vi sarà ampiamente concesso l’ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo ” (2Ptr.1:5-11).

Riassumendo occorre: Fede, virtù, conoscenza, auto-controllo, perseveranza, pietà e amor fraterno, la cosa più straordinaria è, che se abbiamo tutte queste virtù non inciamperemo mai e incontreremo il Signore Gesù, che ci aspetta per riceverci nel regno dei cieli.