Se riconosciamo che il nostro Signore Dio è il Creatore di tutto e noi siamo sue creature, divenuti figli per mezzo della fede in Cristo, perché: “A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” (Gv.1:12,13). Per cui se siamo stati generati da Dio, noi “…non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura” (Ebr.13:14) ed ancora: “Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui” (Rom.8:17).

voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: -Abbà! Padre!-” (Rom.8:15). Se possiamo chiamare Dio, Padre, è perché siamo ritenuti figli; siamo divenuti figli, per l’azione dello Spirito del Figlio di Dio (Gal.4:6) e tramite esso, siamo stati generati da Dio e fatti partecipi della famiglia di Dio, perché Gesù ci ha comprati a Dio e lo ha fatto offrendo se stesso in sacrificio sulla croce (Ap.5:9,10), al posto nostro, riscattandoci dai peccati per mezzo del suo sangue versato.

Tutto chiaro?

Se anche soffriamo per la vocazione in Cristo, lasciando la nostra vecchia natura mondana, perché ora siamo divenuti estranei a questo mondo, pur vivendo in esso, perché Dio ci ha generati di sua volontà, così “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà” (Ef.1:11).

È attestato che Cristo Gesù è l’erede di Dio (Ebr.1:2) e noi, insieme a Lui, siamo coeredi (Rom.8:17), quindi tutto è nostro (1Cor.3:22). Se per il desiderio, i nostri occhi sono attratti dalle cose di questo mondo, allora significa che siamo ancora lontani dalla cittadinanza celeste, perciò ravvediamoci e diamo tutto di noi a Dio. Esaltiamolo al di sopra di tutto, cancellando il nostro io, il nostro orgoglio per seguire lo Spirito. Solo allora potremo dichiarare: “Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore” (Fil.3:20).