Tutti parlano di Dio, ma pochi lo conoscono.

I Giudei, che credevano di conoscere Dio, tramite la Legge di Mosé, aspettavano il Messia. Egli era in mezzo a loro, ma non lo riconobbero (Gv.1:11). Infatti, dissero di Gesù: “Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia”. Mentre Gesù insegnava nel tempio, allora esclamò: “Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato” (Gv.7:27-29).

Gesù sapeva bene quelli che erano suoi, cioè quelli che il Padre gli aveva dato. Tutti gli atri lo rinnegarono, persino odiandolo a morte.

Gesù disse: “Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv.6:32-38).

È scritto che molti discepoli, oltre i dodici che Gesù scelse, lo seguivano, ma quando Gesù parlò in parabola della vita eterna, che si riceve solo attraverso il suo sacrificio e il suo sangue versato sulla croce, si ritirarono: “Udito questo, molti dei suoi discepoli dissero: -Questo parlare è duro, chi lo può capire-?” (Gv.6:60). Infatti, Gesù attestò che, per ricevere la vita eterna, occorre mangiare la sua carne e bere il suo sangue: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno… Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui” (Gv.6.54-56).

Se questa affermazione si leggesse in modo razionale, sicuramente non si comprenderebbe il vero significato e si rinuncerebbe a proseguire la lettura, ritenendola incomprensibile o dal senso duro, ostico, come fecero molti discepoli, affermando: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?” (v.60), ma i veri discepoli, essendo spirituali, avevano compreso come “Simon Pietro gli rispose: -Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna. E noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente-” (Gv.6:60-69).

Cosa intendeva Gesù, affermando che mangiando la sua carne e bevendo il suo sangue si riceve la vita eterna? Certamente, che non bisognava per i giudei mangiare il suo corpo, ma alludendo che il suo corpo fu offerto in sacrificio per il peccato di molti. Mentre Gesù mangiava con i suoi discepoli, prese del pane, lo ruppe e disse: “Prendete, mangiate; questo è il mio corpo” (Mt.26:26). Gesù è quindi il pane (la Parola di Dio), che è disceso dal cielo e, se noi ne prendiamo, vivremo in eterno, perché senza di quel pane, noi siamo morti, non nutriti spiritualmente, come i “Giudei dunque mormoravano di lui, perché aveva detto: -Io sono il pane che è disceso dal cielo-“ (Gv.6:41).

Quando Gesù venne in mezzo al suo popolo, i Giudei non conoscevano più il vero Dio, che li aveva tratti fuori dalla schiavitù egiziana, perché si erano innalzati. Essi credevano di conoscere bene Dio, ma lo rinnegavano nella potenza, fino a diffidare delle opere del Messia, che tanto aspettavano ed aspettano ancora.

Gesù tornerà una seconda volta per il suo popolo, ma senza alcun sacrificio, perché varrà anche per loro il suo sangue versato una sola volta per togliere tutti i peccati di tutti i credenti appartenenti alle dodici Tribù.

Di Israele è scritto: “…così anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti, apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza” (Ebr.9:28). Tutto questo avverrà nell’ultima settimana delle settanta (sette anni) date a Israele (Dan.9:24-27). Quando Gesù apparirà per la seconda volta per Israele, noi saremo già nella sua gloria, aspettando le nozze, che si terranno dopo la grande tribolazione, o meglio, alla fine del regno di Satana.

Gli dissero allora: “-Dov’è tuo Padre?-. Gesù rispose: -Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio” (Gv.8:19). Molti non conoscono Gesù e quindi neppure Dio, il Padre, perché tutti quelli che affermano di credere solo in Dio, sia sufficiente, non riceveranno salvezza. Si vive solo per mezzo di Cristo (1Gv.4:9).