Mosè eseguì un canto per i figli d’Israele, celebrando le opere dell’Eterno da quando Dio trasse fuori dall’Egitto il suo popolo, il tragitto di quaranta anni nel deserto (Num.14:34) per entrare infine nella terra che Egli promise ai loro padri: Abrahamo, Isacco e Giacobbe. Li salvò dalla schiavitù e li condusse con mano potente in una terra di abbondanza, dove scorre latte e miele (Eso.3:17), ma Mosè, per lo Spirito di Dio, profetizzò quello che avvenne quando entrarono nella terra promessa: “Giacobbe ha mangiato e si è saziato, – sì, ti sei ingrassato, impinguato, rimpinzato – e ha respinto il Dio che lo aveva fatto, ha disprezzato la Roccia, sua salvezza” (Deut.32:15).

Israele prese quindi possesso dell’eredità data da Dio e cominciò a peccare, perché presto si diede anche all‘adorazione degli idoli pagani, sacrificando ai demoni e provocando così a gelosia l’Eterno che li aveva creati.

Dio vide tutto questo male che il popolo commetteva e decise di lasciarli: “Io nasconderò loro il mio volto: vedrò quale sarà la loro fine. Sono una generazione perfida, sono figli infedeli” (v.20) e così avvenne che, nel 70 d.C., tutto il popolo Israelita fu abbandonato da Dio nelle mani dei loro nemici (i romani). Solo il residuo, destinato a sopravvivere, fu disperso tra tutte le nazioni della terra, come Dio aveva pronunciato tramite i suoi profeti: “Io li disperderò davanti al nemico come fa il vento orientale. Nel giorno della loro calamità io mostrerò loro le spalle e non la faccia” (Ger.18:17; Lev.26:33; Num.1:8; Ez.5:12).

Come allora esisteva idolatria e incredulità, così ai nostri tempi, che sono gli ultimi del periodo della Grazia, regna l’apostasia, perché Gesù viene rinnegato da molti. Come fece il popolo israelita, respingendo il Messia (Mt.27:43; Gv.1:11) e condannandolo a morte, perché si era dichiarato il Figlio di Dio (Gv.19:7; Mrc.14:64), cosi adesso tanti non lo riconoscono come tale, il Signore e Salvatore. Quante denominazioni pur definendosi cristiane, rinnegano il Cristo di Dio, credendo alla bugia dell’anticristo che nega il Figlio e il Padre (1Gv.2:22-23).

Gesù fu mandato in primo luogo per la salvezza d’Israele, come fecero gli apostoli “Paolo e Barnaba, parlando con franchezza, dissero: -Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci rivolgiamo ai gentili-” (At.13:6). Si avverò allora la Parola di Dio pronunciata da Mosè: ”Mi resero geloso con ciò che non è Dio, mi irritarono con i loro idoli vani; io li renderò gelosi con uno che non è popolo, li irriterò con una nazione stolta” (v.21).

Israele rifiutò la Grazia e così essa passò ai gentili, quelle nazioni stolte che adoravano idoli muti (1Tes.1:9) e che non erano un popolo di Dio (Ef.2:12; 1Ptr.2:10), ma lo divenne per Grazia, tramite la fede in Cristo Gesù.

Israele, a solo circa quaranta anni dal tempo in cui Gesù fu sollevato in alto presso il Padre, fu scacciato dalla sua terra per la loro incredulità. L’apostolo Paolo lo conferma e consiglia i gentili: “Bene; essi sono stati troncati per l’incredulità e tu stai ritto per la fede; non insuperbirti, ma temi” (Rom.11:20-24). Non disprezziamo il popolo di Dio, perché noi siamo stati innestati sul loro tronco e radice, sono loro che portano noi e non il contrario. Ricordiamoci che Israele, nell’ultima settimana delle settanta, rivelate tramite l’angelo a Daniele, sono per la salvezza del popolo di Israele (Dan.9:24). Molti di loro crederanno e riconosceranno il Cristo, come il Messia, perché: “…anche essi, se non perseverano nell’ incredulità, saranno innestati, perché Dio è potente da innestarli di nuovo” (Rom.11:23).

Il popolo d’Israele fu abbandonato da Dio, che li disperse tra tutte le nazioni della terra. Questo avvenne per il loro peccato di idolatria e per incredulità.

Cosa avverrà a quelli appartenenti al periodo della Grazia che resteranno increduli? “come scamperemo noi, se trascuriamo una così grande salvezza?” (Ebr.2:3). Si compirà la stessa cosa, mentre per il popolo di Dio ci sarà ancora salvezza nell’ultima settimana (sette anni), per quello invece della Grazia (i gentili) terminerà ogni possibilità di redenzione per chi rimane incredulo e, alla fine, comparirà al giudizio per essere gettato in eterno nella geenna del fuoco, che arde con zolfo (Ap.20:15).

Non indurire il tuo cuore, ma credi nel Signor Gesù ed Egli renderà la tua anima netta da ogni peccato, nascerai di nuovo nello Spirito, vivrai per Cristo e, alla fine, erediterai la vita eterna, che Dio ha promesso a quelli che l’amano (Gv.3:15-36). Devi sapere che chi non crede in Cristo, non entrerà nel regno dei cieli: “E questi andranno nelle pene eterne, e i giusti nella vita eterna» (Mt.25:46).

Se credi, invece, Dio renderà la tua vita stabile e ferma, puoi chiedere tutto quello che procede da Dio e riceverai quello che hai bisogno anche qui sulla terra, poiché è Scritto: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova e sarà aperto a chi bussa” (Mt.7:7,8) e “…il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” (Mt.6:32,33) e testimoniato: “Io sono stato fanciullo ed ora sono divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto abbandonato, né la sua progenie mendicare il pane” (Sal.37:25).

Da riflettere bene e con particolare attenzione le parole di Mosè a conclusione del suo messaggio: “Prendete a cuore tutte le parole con cui oggi ho testimoniato contro di voi. Le prescriverete ai vostri figli, affinché abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge. Poiché questa non è una parola senza valore per voi, ma è la vostra vita; e per questa parola prolungherete i vostri giorni nel paese che entrate ad occupare, passando il Giordano” (Deut.32:46,47). Attraversa anche tu il tuo Giordano, esci dal deserto della tua vita senza valore, di delusione, di sofferenza ed entra per sempre nella gioia del tuo Signore e Salvatore Gesù Cristo, mettendo in pratica i suoi insegnamenti, per vivere nell’eternità.