Chi mai ha deciso questo contro Tiro, la dispensatrice di corone, i cui mercanti erano principi e i cui negozianti erano gli uomini onorati della terra?” (Is 23:8).

Questa profezia è stata rivelata a Isaia più di 2500 anni fa.

Domenica 27/04/2014, essa si è avverata di nuovo, ossia ogni volta che la chiesa cattolica attribuisce la santità ai suoi idoli. E’ già successo con il frate, padre Pio e così per tanti altri personaggi, già beatificati dai papi precedenti.

Consideriamo, secondo le Sacre Scritture, come Dio conosceva perfettamente ciò che la chiesa cattolica avrebbe compiuto, insieme a tutte le sue abominazioni idolatre, chiamandola appunto “la dispensatrice di corone”.

Solo Dio conosce i cuori e sa chi sono i suoi; nessuno può dichiarare uno più santo dell’altro, perché tutti quelli che appartengono a Cristo, eletti da Dio prima della fondazione del mondo, sono chiamati santi “allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore” (Ef.1:4; Mt.25:34). Occorre essere santi e irreprensibili, appartenenti alla Chiesa senza macchia, né ruga (Ef.5:27).

Dio ha già scelto i suoi e non ha certo bisogno che gli uomini eleggano di propria iniziativa chi deve essere santo: “…perché Dio non è un Dio di confusione, ma di pace; e così si fa in tutte le chiese dei santi” (1Cor.14:33; 2Cor.1:1; Ef.2:19).

La chiesa cattolica è paragonata ad un organismo gerarchico che ha un grande potere mondiale, evidenziato, in analogia, come una donna prostituta, che siede sopra una bestia di colore scarlatto (vedi Ap.17:3,4) “La donna era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle, in mano aveva un calice d’oro pieno di abominazioni delle sue immondezze della sua prostituzione”. La donna siede anche su molte acque, che indicano popoli e nazioni (Ap.17:15).

Quelli che vengono dichiarati beati sono suoi adepti, a cui viene attribuito il  titolo di santi, perciò venerabili; questo è chiamato prostituzione, perché si lascia l’adorazione del Creatore per adorare e innalzare le creature.

Gesù non ha mai dichiarato qualcuno maggiore di altri, anzi insegnò, rispondendo alla richiesta di Pietro, che chi voleva essere il maggiore tra i discepoli, doveva essere il servo di tutti, prendendo esempio da Lui stesso, il Maestro, che non era venuto per essere servito, ma per servire. Al contrario di quanto oggi si osserva da chi si è posto su un trono d’immense ricchezze, quando Gesù non aveva perfino dove posare il capo, a differenza delle volpi che avevano le loro tane.

Il papa si dichiara  successore di Pietro, quando non è riportata in alcun punto delle Sacre Scritture la sua venuta a Roma.

Il capo della Chiesa è Gesù Cristo (Ef.1:22; Col.1:18) e nessun altro può arrogarsi tale potere, perché a Gesù è stato dato da Dio ogni potere in cielo e sulla terra (Mt.28:18) e Lui non ha delegato nessun altro, tanto meno Pietro.

Non si può cambiare il senso di alcuni versi biblici a proprio vantaggio o per giustificare il potere acquisito, affermando di avere le chiavi del regno di Dio, perché consegnate direttamente e simbolicamente da Gesù a Pietro e che la chiesa romana rivendica proprio il diritto, come successore di Pietro, sostenendo che la salvezza si ottiene mediante ed esclusivamente per suo mezzo, annullando il sacrificio di Cristo.

Il gesto simbolico di dare le chiavi del regno dei cieli a Pietro coincide con l’incarico di portare avanti la sua testimonianza, come successe evangelizzando tra i Giudei.

La profezia è rivolta a Tiro che, in similitudine, rappresenta la Città del Vaticano.

Ogni profezia è annunciata attraverso analogie, similitudini e parabole  (Os 12:11; Ez 21:5; Ez.17:2) e il contenuto del loro messaggio si riferisce maggiormente ad eventi futuri alla sua rivelazione, come ad esempio, quella rivolta al popolo d’Israele, ribelle alla voce del suo Dio, che prestabilì: “Rendi insensibile il cuore di questo popolo, indurisci i suoi orecchi e chiudi i suoi occhi, affinché non veda con i suoi occhi, né oda con i suoi orecchi né intenda con il suo cuore e non si converta ed io non lo guarisca” (Is.6:10; Mt.13:15).

Questo è accaduto molto tempo dopo la sua proclamazione da parte del profeta Isaia, alla venuta di Gesù, quando furono induriti i cuori dei Giudei increduli che non vollero ascoltare le parole di vita, né riconobbero i segni e miracoli del Messia, il Salvatore, non accettato come tale. La stessa insensibilità allo Spirito di Dio permane anche ora a tutti quelli che non credono alla verità.

La Città del Vaticano, sede dell’impero cattolico, è paragonata a Babilonia (Apoc.17 e 18) per la descrizione delle sue caratteristiche inconfondibili, come al principio la città Babel, che significa confusione (Gen.10:9), fu distrutta, così accadrà per la sua fornicazione spirituale o idolatria al Vaticano sede delle abominazioni idolatre.

La confusione religiosa di questo impero deriva dall’aver considerato di grande  importanza le loro tradizioni vocali tramandate insieme ai dogmi sanciti, risultati in netto contrasto con la Parola di Dio. Della sua dottrina la cosa più abominevole è l’idolatria, ossia hanno lasciato l’adorazione al Vero Dio per rivolgersi alle creature. Esaltano in questo modo gli uomini, perchè i loro occhi spirituali sono chiusi e non riescono a vedere quello che fanno, così altri due papi sono stati aggiunti alla lista ed incoronati come santi, allo scopo di essere venerati, adorati e innalzati. Quello che il mondo ama, lo onora, perché è suo (Gv.15:19).

Nessun santo deve essere innalzato, venerato o adorato perché tutta la chiesa di Cristo è santa, pura e senza macchia. Chi vuole appartenere a Cristo, deve rendere la sua vita pura, separandosi da ogni contaminazione di carne (anima) e di spirito. Occorre allontanarsi  da ogni forma di male, ripudiando il peccato, come trasgressione alla legge divina, seguendo perciò e mettendo in pratica, tutta la volontà di Dio, secondo gli insegnamenti e l’esempio di Gesù Cristo, Signore e Salvatore e dei suoi apostoli, fondatori: “Le mura della città avevano dodici fondamenti, e su quelli stavano i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello” Ap.21:14.

 . “Alla chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati santi, insieme a tutti coloro che in qualunque luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore loro e nostro” (1Cor.1:2).

La santificazione è un processo divino continuo, che inizia dalla conversione e prosegue fino alla redenzione, “or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente, e l’intero vostro essere, lo spirito l’anima e il corpo sia conservato irreprensibile per la venuta del nostro Signore Gesù Cristo” (1Tess.5:23). Infatti è riportato: “ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto:- siate santi, perché io sono santo– ” (1Ptr.1:15,16) e inoltre “…chi è giusto continui a praticare la giustizia e chi è santo si santifichi ancora“ (Apoc.22:11).