Dio desidera amministratori santi, fedeli e ripieni di Spirito Santo: “Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele” (1Cor.4:2).

Le confessioni religiose indottrinano pastori, evangelisti, dottori e ministri di culto in laboratorio, perché vengono istruiti e formati nelle scuole bibliche, per conseguire l’abilitazione ed essere preparati, al superamento degli esami previsti e programmati, a dirigere una comunità e ad insegnare, ma che cosa?

Scienze religiose, storia delle religioni, filosofie, dottrine umane, ovvero bugie mascherate, senza comprendere che, ogni cosa buona e santa proviene solo da Dio ed è lo Spirito Santo, che conferisce doni, ogni servizio e non certo l’uomo.

L’apostolo Paolo scrive infatti: “Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? (da Dio), “Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati re“ (Cor.4:7,8).

E’ come se fossi incaricato di portare un messaggio verbale ad un destinatario, avendolo ricevuto o sentito da un’altra staffetta, come in un passaparola. Quando arriverà, sicuramente il messaggio non corrisponderà all’originale, perché reinterpretato da come uno ha ascoltato e ha capito.

Così è per chi segue le istruzioni dei suoi superiori, senza attenersi alle Scritture.

sapendo prima questo: che nessuna profezia della Scrittura è soggetta a particolare  interpretazione” (2Ptr.1:20), ma rivelata a ciascuno dallo Spirito Santo, per cui tutto quello che, un servo di Dio, deve quindi possedere, è il privilegio di annunciare correttamente la Parola, che Dio gli dà, perciò “Studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che non ha da vergognarsi, che esponga rettamente la parola della verità” (2Tmt.2:15), non certo quella che viene dagli uomini, ma tutto quello che riceve e che trasmette, deve procedere da Dio.

La conoscenza carnale della Parola, porta inevitabilmente ad errori dottrinali che, se non chiariti, diventano come certezze, portando ad insuperbirsi, vantarsi o gloriarsi della sapienza, come Paolo avverte “senza di noi già siete diventati re”, perché essi si sentivano ricchi e sazi di spiritualità.

Infatti, “se uno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole, quelle del Signor nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà, è gonfio e non conosce nulla, ma ha un interesse morboso in questioni e dispute di parole, da cui nascono invidia, litigi, maldicenze, cattivi sospetti, varie dispute di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che stimano la pietà essere fonte di guadagno, da costoro separati” (1Tmt.6:3-5), perché “Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano sperimentalmente… Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, affinché conosciamo le cose che ci son state donate da Dio… Dio però le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito” (1Cor.2:14,12,10).

L’apostolo Paolo conosceva, tramite lo Spirito, ciò che avveniva in mezzo alla chiesa primitiva ed è lo stesso che accade ai nostri tempi.

Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori!” (2Cor.4:16). Come si può essere imitatori dell’apostolo Paolo, se si prende gloria dagli altri? Pensate forse, che l’apostolo Paolo sia stato prima in un collegio biblico ed abbia pagato una quota per poter studiare la parola di Dio e poi predicarla?  Niente affatto, perché dopo che Gesù gli ebbe parlato sulla via di Damasco, successe che, dopo aver pregato e digiunato, “…aver preso cibo, egli ricuperò le forze. Poi Saulo rimase alcuni giorni con i discepoli che erano a Damasco. E subito si mise a predicare il Cristo nelle sinagoghe, proclamando che egli è il Figlio di Dio” (At.9:19,20) e come testimoniò: “Ora, fratelli, vi faccio sapere che  l’evangelo, che è stato da me annunziato, non è secondo l’uomo, perché io non l’ho ricevuto né imparato da nessun uomo, ma l’ho ricevuto  per una  rivelazione di Gesù Cristo” (Gal.1:11,12).

Tutti quelli, che appartengono perciò alle denominazioni, sono carnali, perché vogliono distinguersi dal resto, per differenti principi dottrinali e non potrebbe essere diversamente, come precisato: “Quando uno dice: -Io sono di Paolo-, e un altro: -Io sono di Apollo-, non siete voi carnali?” (1Cor.3:4).

Nessuno cerca la verità, attraverso lo Spirito Santo, ma si rivolge a chi è reputato sapiente, ma di una conoscenza carnale: “…perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia. E ancora: Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani” (1Cor.3:19,20).

Nessuno ponga quindi la sua gloria negli uomini e fate invece come Paolo: “la mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di umana sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio” (1Cor.2:4,5).

Infatti, io cerco di cattivarmi l’approvazione degli uomini o quella di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Infatti, se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo” (Gal.1:10).