Noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti, portando di continuo nel nostro corpo il morire del nostro Signore Gesù, affinché la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Noi che viviamo, infatti, siamo di continuo esposti alla morte a motivo di Gesù, affinché la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale” (2Cor.4:8-11).

Lamentarsi per le afflizioni, che dobbiamo affrontare ogni giorno per Cristo, è contro la Sua volontà. Egli ci avverte, che bisogna prendere e portare la nostra croce ogni giorno, per essere degni di Lui (Mt.10:38). Morire al peccato continuamente, come il nostro Maestro “Perché, in quanto egli (Gesù) è morto, è morto al peccato una volta per sempre; ma in quanto egli vive, vive a Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore” (Rom.6:10,11), “Infatti colui che è morto è libero dal peccato” (Rom.6:7). Gesù portò su di sé i nostri peccati e per questo morì per tutti coloro, che si ravvedono.

Se anche noi vogliamo essere liberi dal peccato, occorre morire alla carnalità, perché ciò che è morto, è separato dalla vita del peccato e, solo in questo modo, Gesù si manifesterà in noi. Gesù non dimora in un corpo ingiusto e corrotto, ma al contrario, in un corpo santo “…poiché sta scritto: -Siate santi, perché io sono santo-“ (1Ptr.1:16). Noi, che siamo stati purificati dal sangue prezioso di Gesù, non viviamo più per noi stessi, ma per Cristo (Gal.2:20) e pertanto: “Se Cristo è in voi, certo il corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita a causa della giustizia” (Rom.8:10).

Il nostro corpo deve essere solo l’involucro della nostra anima e del nostro spirito, è il tempio di Dio (1Cor.3:16), perciò dobbiamo separarci dal peccato, per sempre: “Anche noi dunque, essendo circondati da un così gran numero di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti” (Ebr.12:1).

Se siamo ubbidienti e santi, come il nostro Maestro e Signor Gesù, allora “…quando apparirà il sommo pastore, riceverete la  corona della gloria che non appassisce” (1Ptr.5:4). La consolazione di tutti i santi è, che Cristo presto tornerà e ci condurrà con sé nel suo regno eterno, quando tutte le promesse di Dio si compiranno: “Poiché egli (Dio) ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato  Figlio” (Col.1:13).

Amen!