L’ avvertimento che Gesù indirizza alla chiesa di Laodicea: “Io conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu freddo o caldo!” (Apoc.3:15) è tuttora valido.
I credenti freddi sono quelli che non avvertono più la presenza di Dio nella loro vita, perché sono diventati carnali, non affidandosi alla potenza e alle promesse dello Spirito Santo o perché non l’hanno mai voluto cercare, ma Dio può sempre toccare il loro cuore, solo se si umiliassero davanti alla sua maestà e desiderassero la faccia del Signore.
Quelli tiepidi sono invece coloro che si sentono a posto con Dio, perciò non hanno interesse ad approfondire la conoscenza, né a cercare di più la potenza divina, né ad umiliarsi davanti all’Eterno per sottomettersi alla sua volontà.
Essi proseguono lentamente, senza impegno, non mettendoci passione (Mt.11:12), incuranti delle astuzie del nemico, essendo convinti, nel loro orgoglio, di non sbagliare e non si accorgono invece della loro condotta difforme dalla Parola, perché miopi, a causa di non specchiarsi con essa, non investigandola opportunamente e credendosi perciò retti.

I credenti caldi, a differenza, sono desiderosi di servire Dio con tutto se stessi, combattono con le armi spirituali qualsiasi iniquità per ottenere la vittoria sopra la malvagità, cercando continuamente la presenza, la pienezza e la guida dello Spirito Santo in ogni momento della loro vita.
Loro obiettivo è di avanzare nella crescita spirituale, camminando per la via stretta della santificazione e condividendo le esperienze di maturità insieme agli altri aspiranti al regno di Dio, nell’intento di incoraggiare attraverso le difficoltà e di perseverare nella fede fino alla fine.

Alla luce di quanto indicato, non resta che abbassare o meglio annullare l’orgoglio carnale per essere santificati ed interamente dediti per il servizio di Dio, proseguendo verso la meta perché:” …voi avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna” (Rom.6:2 2), quindi “…irreprensibili nella santità…” (1Tes.3:13), oltre “che ciascuno di voi sappia possedere il suo vaso in santità ed onore, non con passioni disordinate, come i gentili che non conoscono Dio” (1Tes.4:4,5).

In definitiva, elemento indispensabile è la santificazione, ossia il processo di continua purificazione (2Cor.7:1) nell’allontanamento da ogni forma di peccato o contaminazione carnale e spirituale, secondo l’esortazione utile “Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore” (Ebr.12:14).

I tiepidi non si illudano che, con un piede nel mondo e uno nella chiesa, abbiano così l’ingresso nel regno di Dio, ma tutti dobbiamo essere santi come lui è Santo (1Ptr.1:16).

Gesù non ha amato le cose del mondo, perché lui non apparteneva al mondo, allo stesso modo i rinati non sono del mondo anche se vivono e sono venuti da esso, ma “La nostra cittadinanza infatti è nei cieli, da dove aspettiamo pure il Salvatore, Il Signor Gesù Cristo” (Fil.3:20).
La sola condizione essenziale e necessaria per essere dei cittadini celesti è quella di rinunciare definitivamente a quella terrena, ovvero vivere nel mondo, ma non appartenere ad esso (Gv.17:14,16).
Non è ammissibile la doppia relazione, ma considerarsi, a pieno titolo, ambasciatori di Cristo (2Cor.5:20), nostro sovrano, per portare a conclusione la nostra missione di messaggeri della sua grazia e ritenersi come pellegrini o stranieri (1Ptr.2:11; Ebr.11:13) sulla terra, equivale a non essere attratti dalle cose del mondo, ma fissare lo sguardo in alto dove è il nostro regno, quando Gesù ci accoglierà: “Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo” (Mt.25:34).
Preoccupiamoci dunque, di santificarci per essere trovati degni della nostra vocazione e irreprensibili davanti a Lui, nell’amore.
Sottomettiamoci in umiltà al nostro Signore Gesù chiedendo una veste bianca, del collirio per gli occhi per notare dove si sta sbagliando e che cosa ci manca per essere veramente santi, come Lui è.

Dio ci ha eletti fin dalla fondazione del mondo, Lui ci ha scelto fra tutta la moltitudine del mondo, amandoci fino a offrire “…il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”; (Gv.3:16) ed aggiunge una conferma importantissima: “Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Gv.3:18).
Il Signore desidera che noi ci spogliamo dell’uomo vecchio con tutti i suoi atti (Col.3:9), che il nostro parlare sia senza inganno o impurità, né con sciocchezze e né buffonerie, ma essere semplici, saggi e abbondi il ringraziamento come si conviene ai santi (Ef.5:3,4).
Gesù afferma: “Io riprendo e castigo tutti quelli che amo; abbi dunque zelo e ravvediti” (Apoc.3:19). E’ meraviglioso: Gesù ammonisce e castiga quelli scelti che ama, invitandoli a ravvedersi dalle opere vane per mettere in pratica i suoi insegnamenti, come un padre premuroso corregge il proprio figlio quando disobbedisce.
Gesù è ancora alla porta d’ingresso del suo regno che presto chiuderà non prima di aver raccolto i figli di Dio, pronti a sentire il suono di richiamo della tromba per incontrarlo nelle nuvole e stare per sempre con Lui.

L’apostolo Paolo dichiara: “…vi ho fidanzati a uno sposo, per presentarvi a Cristo come una casta vergine” (2Cor.11:2). Tutti i credenti devono presentarsi come caste vergini, con purità di cuore, non devono corrompersi con il mondo, che per il credente deve essere estraneo.
A tal proposito, Gesù illustrò bene il regno dei cieli con la parabola delle dieci vergini, mediante il paragone:“Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono fuori incontro allo sposo” (Mat.25:1).
Notiamo bene che le dieci vergini uscirono fuori per andare incontro allo sposo, così chi vuole incontrare Gesù, deve necessariamente uscire fuori dal mondo, chi ci rimane ne è contagiato e non potrà sentire lo sposo quando ritornerà.
Tutte le vergini possedevano la lampada, ossia conoscevano la Parola di Dio però solo cinque delle dieci erano avvedute, perché, attenzione, insieme alla lampada avevano anche l’olio, ovvero erano ripiene dello Spirito Santo, avendo ricevuto il suggello, la caparra e tenendolo ravvivato, come ripetuto “…ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te…” (2Tim.1:6).
Le cinque vergini avvedute non hanno lasciato spegnere lo Spirito Santo, mentre le altre si erano dimenticate di riempire i loro vasi dell’olio, forse pensavano che lo sposo tardava così tanto che potevano avere il tempo di procurarselo in seguito, ma tutte si assopirono e si addormentarono.
Al grido “Ecco, arriva lo sposo, uscitegli incontro!” (v.6), si destarono ma purtroppo cinque di loro avevano pochissimo olio nelle lampade, erano quasi al buio, perciò chiesero dell’olio alle avvedute, ma non ne ricevettero, perché non sarebbe bastato per tutte. Esse andarono dai venditori ovvero, ravvedutesi, si rivolsero ai pastori delle loro chiese per chiedere di pregare per loro per ricevere l’unzione della presenza dello Spirito Santo.
La conclusione della parabola porta inevitabilmente a dimostrare la differenza di atteggiamento e la relativa retribuzione tra i credenti cosiddetti tiepidi e quelli caldi: “Ora, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; le vergini che erano pronte entrarono con lui per le nozze; e la porta fu chiusa. Più tardi giunsero anche le altre vergini, dicendo: – Signore, Signore, aprici -. Ma egli, rispondendo, disse: – In verità vi dico che non vi conosco -” (v.10,11).

Anche da questa parabola ne ricaviamo un ottimo insegnamento, Gesù ci invita ad essere sempre pronti ed attenti, perché non sappiamo né il giorno né l’ora in cui questo accadrà, quindi occorre primariamente uscire dal mondo, come hanno fatto le dieci vergini.
Da notare che tutte erano vergini, corrispondenti a credenti, ma solo la metà erano ripiene dello Spirito Santo. Senza la guida di esso, diventiamo tiepidi arrivando ad essere disgraziati, miserabili, poveri, ciechi e nudi.

Un consiglio eccellente, da prendere in seria considerazione, è quello di procurarci l’olio a sufficienza per le nostre lampade ovvero di cercare lo Spirito Santo, per chi non lo avesse ancora ricevuto, mentre invece per gli altri è urgentemente raccomandato di ravvivarlo per non lasciarlo spegnere ed usare la sua infallibile guida per camminare nello Spirito, farci consigliare, ammaestrare e consolare.

Per poter ravvivare ed usare lo Spirito occorre prima di tutto che noi stessi e le nostre membra siano “puliti” da qualsiasi influenza mondana, perché “Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio” (1Cor.6:19,20).
Il nostro corpo deve essere mantenuto santo, il nostro cuore sia puro e ben disposto ad amare ed i pensieri siano diretti esclusivamente e in comunione con Dio e fedeli esecutori “…per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo” (Ef.2:10).
Gesù comanda che: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Mt.5:16).

Le buone opere accompagnano sempre la fede, in una fissa dipendenza l’una dalle altre, sono inseparabili (Gc.2:20).
Dio ci ha scelto preparandoci delle opere da compiere per ognuno di noi, non ti lasciare confondere dal nemico della nostra anima che, in questi ultimi tempi, è sempre più agguerrito contro i figli di Dio, per poterli distruggere (1Ptr.5:8), ma “Ora il Dio della pace schiaccerà presto Satana sotto i vostri piedi” (Rom.16:20).

Non dobbiamo dubitare dell’autenticità della Parola perché è ispirata da Dio, anche se scritta da uomini. Essa è la pura e santa verità e, come l’autore è Santo e Verace, per questo possiamo essere più che sicuri che Dio rimane fedele alle sue promesse, liberandoci da tutte le persecuzioni e sofferenze (2Tim.3:11).
Se facessimo la sua volontà e aprissimo la porta del nostro cuore, egli entrerebbe e cenerebbe con noi e noi con lui. Questo è l’ultimo appello che Gesù indirizza alla chiesa di Laodicea, ultimo tempo disponibile per i gentili, perché si ravvedono dalle colpe e siano salvati per mezzo del sacrificio di Cristo Gesù.

Molto significativo è la rappresentazione della partecipazione alla cena con noi, come parte integrante della nostra vita familiare.
Gesù desidera stare con noi, senza mai lasciarci, perché conosce bene il gran combattimento che noi fedeli, oggi, dobbiamo sostenere contro le forze sataniche del male.
Gesù vuole vivere con noi; la cena è vista come il momento di raccoglimento di tutta la famiglia per consumare l’ultimo pasto, prima della conclusione della giornata.
Gesù usa il termine cena per esprimere il rapporto intimo che il fedele dovrebbe instaurare o mantenere proprio in questo periodo, avvicinandosi maggiormente al Salvatore, prima che finisca il tempo della Grazia.

Chi aprirà il suo cuore completamente senza riserve e lascerà entrare il Signore, riceverà salvezza. Dio ama coloro che ubbidiscono ai suoi principi, espressi nell’evangelo di vita, nel tempo che è stato concesso loro, perché molto presto la porta di accesso al regno dei cieli sarà chiusa per sempre e nessun altro entrerà, tranne che il popolo di Israele.
Il tempo propizio per i gentili, perchè possano ravvedersi dai loro peccati ed essere riconciliati con Dio tramite il sangue di Gesù, terminerà proprio in coincidenza con il rapimento della chiesa, con la conseguenza che sarà tolta la pace dalla terra (Apoc.6:4).
Gesù rimarrà con noi per aiutarci ad affrontare insieme l’ultimo periodo dei suoi fedeli, qui sulla terra.
E’ richiesto solo di aprire la porta del nostro cuore per far entrare Gesù che bussa e che assicura: “A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono posto a sedere col Padre mio sul suo trono” (Apoc.3:21).
È un premio straordinario quello di sedere con Gesù sul suo trono, la ricompensa è riservata al vittorioso, a colui che ha combattuto lealmente, ha resistito, ha odiato il male, ha mantenuto la fede nel vincitore Gesù.
Non farti scoraggiare dal nemico perché Gesù attesta che cenerà con te, non ti lascerà solo, sarà insieme a te per sostenerti nelle prove, nell’afflizione e in ogni difficoltà e problema che incontrerai nel cammino angusto di fede che ti condurrà nel regno meraviglioso dei cieli.

Come in tutti gli obiettivi da raggiungere, occorre impegno personale, perchè chiunque si avvicina a Cristo, sarà odiato dal mondo, ma “Non vi meravigliate, fratelli miei, se il mondo vi odia” (1Gv.3:13). Chi vuole seguire Cristo, rinunciando a se stesso, non troverà consensi, né successo o gloria e fama nel mondo, anzi sarà deriso e disprezzato, ma noi sappiamo che Dio ci dà ogni cosa e ci ama tanto che “Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio. La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui” (Gesù) (1Gv.3:1).
Noi tutti che abbiamo accettato Gesù nella nostra vita e crediamo in Lui, siamo diventati figli di Dio (Gv.1:12) per mezzo del sacrificio di Cristo compiuto sulla croce.
Le profezie attestano: “Ecco, io e i figli che l’Eterno mi ha dato…” (Is.8.18; Ebr.2.13; Gv.17:6,9) e “Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch’egli ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la sua morte, colui che ha l’impero della morte, cioè il diavolo” (Ebr.2:14), confermandone l’appartenenza divina.

Ogni padre ha il dovere di occuparsi del benessere, dell’educazione e della crescita dei propri figli, provvedendo ad ogni loro bisogno, come confermato da Gesù: “E chi è tra voi quel padre che, se il figlio gli chiede del pane, gli dà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dà al posto del pesce una serpe?” (Lc.11:11). Aggiunge ancora “Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono” (Lc.11:13).
Con esso abbiamo quindi la certezza di essere figli di Dio, come attestato in (Rom.8:14,16), avendo accettato Gesù nella nostra vita, credendo con fede assoluta nella sua opera di salvezza e mettendo in pratica con zelo i suoi insegnamenti e, come tali, dovremmo essere “…irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo ad una generazione ingiusta e perversa, fra la quale risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la parola della vita” (Fil.2:15,16).

Questo indica chiaramente lo stile di vita cristiano per essere graditi ed accettati da Dio fra una discendenza malvagia, ingiusta, immorale ed egoista, cui dovremmo spiccare e distinguerci per la nostra chiamata ad elezione.
Dalle notizie che ascoltiamo dalle varie parti del mondo assistiamo ad un ribaltamento ed al rifiuto di far propri i principi divini arrivando addirittura ad ammettere ed approvare come diritto e giusta l’unione in matrimonio di coppie omosessuali, fino a concedere permessi sulle sperimentazioni biogenetiche applicate alla medicina, giustificabili dalla ricerca per una migliore qualità della vita con trapianti di organi.
Tutto questo appare come una conquista della libertà e un beneficio per l’umanità, quando Dio ha creato l’essere umano in maschio e femmina, benedicendo la loro unione; inoltre solo al Creatore appartiene l’autorità di decidere sulla vita e sulla morte di chiunque.

Questo ed altro accadrà per il semplice motivo che non esiste più il timor di Dio, l’uomo cerca di essere indipendente dalla volontà divina, come all’inizio e, per orgoglio, vuole sostituirsi al suo potere fino a non averne più bisogno.
Non troviamo alcuna traccia di buon costume, non c’è più pudore, tutto è permesso e divertirsi è diventato come un dovere irrinunciabile, un obbligo tanto da non poterne fare a meno.
Noi sappiamo bene dove conduce una tale esistenza senza Dio, per cui dobbiamo fortificarci ed affidarci di più a Gesù, nostro unico Salvatore, per resistere alle tentazioni fino alla fine, facendo “…attenzione a non perdere il frutto delle cose compiute, ma fate in modo di riceverne una piena ricompensa” (2Gv.1:8).
Non perdiamo la visione e la missione del nostro pellegrinaggio terrestre, perché noi non apparteniamo a questo mondo. I nostri frutti devono essere degni della promessa che Gesù ci ha fatto, perché senza Gesù noi non possiamo fare nulla (Gv.15:5).
La nostra meta è arrivare dove “…noi abbiamo da parte di Dio un edificio, un’abitazione non fatta da mano d’uomo eterna nei cieli” (2Cor.5:1), ad una condizione: “se pure saremo trovati vestiti e non nudi” (2Cor.5:3).

Ognuno di noi si esamini alla luce della Parola di Dio e secondo i comandamenti dati, se fossero tutti messi in pratica, senza corruzioni e né compromessi col mondo, ma ripieni dello Spirito Santo (vestiti). Se il nostro desiderio di servire il Signore fosse ridotto a causa del maggior interesse per le cose del mondo, aggravato dal non essere provvisto dell’aiuto dello Spirito Santo od ancor peggio se lo avessimo fatto addormentare (spogliati), senza ricorrere ad esso, saremo indifesi, perciò svegliamolo, facciamone uso in ogni situazione.

Lasciamo prima di tutto il mondo, allontanandoci da qualsiasi contaminazione sia nel corpo che nello spirito, cerchiamo la faccia di Dio con umiltà e con cuore sincero, allora potremo comprare dell’oro, ungere i nostri occhi con collirio per mezzo dello Spirito Santo, investigare le Scritture per camminare secondo verità e vestirci di lino fino, compiendo opere giuste.

La lettera a Laodicea conclude con “Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese” (Apoc.3:22).
Nessuno può ascoltare i suoi avvertimenti se non avesse ricevuto la guida dello Spirito Santo, perché non li potrebbe capire carnalmente. Solo lo Spirito procedente dal Padre può rivelare a noi la sola verità, infatti “Se uno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole, quelle del Signor nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà, è gonfio e non conosce nulla…” (1Tim.6:3,4).
Molti oggi si credono di seguire la verità, camminando invece secondo la propria volontà, conformandosi alle mode dei tempi e non si accorgono di essere usciti dalla sana dottrina insegnata da Gesù, divenendo nudi, ciechi, poveri e disgraziati.
Il Signore invita tutti questi a riordinare la loro vita, tornando alla vera fede come gli apostoli ci hanno mostrato con il loro esempio: “ma quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci, saremo di questo contenti” (1Tim.6:8).

Uno stile di vita sano, giusto ed equilibrato è raccomandato, non preoccupandoci per il domani, perché Dio ci offre abbondantemente le cose di cui abbiamo bisogno, come testimoniato dal salmista: “Sono stato fanciullo ed ora sono divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto abbandonato, né la sua progenie mendicare il pane” (Slm.37:25).
Non indugiare, abbandona oggi stesso tutte le cose che soddisfano la carne, sostituendole col ricevere la pienezza dello Spirito Santo, che ti aprirà gli occhi sulla verità, così potrai fare del tuo cuore “…una dimora di Dio nello Spirito” (Ef.2:22).
Cerca tutto quello che edifica lo spirito e rinuncia ai piaceri e desideri della carne che sono solo per un breve tempo.
Dio ti offre la salvezza eterna in Gesù, che è vita, per chi crede in Lui e si lascia guidare nella sua giustizia.
Gesù è la Via e la Pietra angolare, il fondamento eterno e vivente, al quale devi ritornare se la tua vita si fosse smarrita od avessi costruito su altre dottrine.
E’ arrivato il momento di aprire i tuoi occhi, se volessi ottenere vittoria, perché solo “A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono posto a sedere col Padre mio sul suo trono” (Apoc.3:21).
Questa è la meravigliosa ricompensa riservata da Gesù all’ultima chiesa, dai membri ai conduttori, ai responsabili e ai dottori che insegnano la parola di Dio, solo se ci atteniamo strettamente alla Parola di verità, edificando sul giusto ed esatto fondamento.
Il premio che otterremo è quello di sedere con Gesù sul suo trono.

Noi siamo quelli dell’ultima ora, dei tempi difficili, perché satana sa di avere poco tempo a sua disposizione prima della sua fine e perciò è sempre più adirato specialmente contro i figli di Dio, cercando di sviarli dalla verità e confondendoli con bugie e tranelli.
Il diavolo fa intendere all’uomo che Dio salva tutti, in qualsiasi condizione, per la sua grande misericordia, purché assista solo alle adunanze dei riti religiosi, facendogli credere di non interessandosi molto alla vita che conduce durante la settimana e non occupandosi se il suo desiderio è attratto da vari programmi televisivi o spettacoli oppure se partecipa o si dedica a diversi svaghi considerati ammissibili, innocui e comuni.
Bisogna ricordarsi che tutto ciò che proviene dalla carne è in netto contrasto con la santità e deve essere oggetto d’avversione e di riprovazione, se volessimo vivere ed agire secondo lo Spirito che “ci insegna a rinunziare all’empietà e alle mondane concupiscenze, perché viviamo nella presente età saggiamente, giustamente e piamente” (Tito2:12).

La salvezza è per tutti gli uomini che si sottomettono alla volontà di Dio e che si adoperano a praticare ed a insegnare la sua Parola, come gli apostoli hanno dimostrato col loro esempio a testimonianza della giustizia e verità divine.
L’unico nostro impegno è avere incondizionata e totale fiducia in Dio e rimettersi nelle sue mani, come è evidente dalle parole rivolte al suo popolo eletto di Israele:“Io sono l’Eterno, il tuo DIO, che ti insegna per il tuo bene, che ti guida per la via che devi seguire” (Is.48:17).
Dio stesso, per mezzo di Gesù, dei profeti e degli apostoli, ha trasmesso a noi la via che dobbiamo seguire, per essere riconciliati con Lui, “perchè il nostro evangelo non è giunto fino a voi soltanto a parole, ma anche con potenza e con lo Spirito Santo, e con molta convinzione…” (1Tes.1:5). Sappiamo allora che anche noi oggi dobbiamo annunciare il messaggio dell’evangelo, così come lo abbiamo ricevuto e con la stessa potenza dello Spirito Santo che Dio ci dona, proprio come lo è stato con gli apostoli.

Stiamo attenti a non costruire diversamente dal vero fondamento, ma imitare gli apostoli come loro hanno imparato da Gesù, seguendolo.
A riguardo della provenienza celestiale del messaggio biblico contenuto nell’evangelo ricevuto, l’apostolo Paolo afferma: “…vi faccio sapere che l’evangelo, che è stato da me annunziato, non è secondo l’uomo, poiché io non l’ho ricevuto né imparato da nessun uomo, ma l’ho ricevuto per una rivelazione di Gesù Cristo” (Gal.1:11,12).
Noi tutti crediamo nell’opera di redenzione di Gesù, essendo da Lui rigenerati per mezzo del suo sangue, perché morti al peccato, attraverso il battesimo nel nome di Gesù; quell’unico nome che è sopra ogni altro (At.4:12), per il cui sangue abbiamo ricevuto la remissione dei nostri peccati.

Sappiamo, mediante le Scritture, che il tempo attuale è effettivamente l’ultimo, prima del giorno dell’ira dell’Eterno e del giudizio finale, come Gesù ci avverte:“Quando poi sentirete parlare di guerre e di tumulti, non vi spaventate perché queste cose devono prima avvenire, ma non verrà subito la fine” (Lc.21:9).

Conflitti rilevanti sono cominciati sin dai primi del novecento, con scontri a coinvolgimento mondiale, da allora si sono susseguite ostilità quasi continue in diversi stati, dalle tragiche conseguenze di distruzioni di intere città e popolazioni.
Le nazioni di religione islamica sono state e sono tutt’ora in contrasto con le altre confessioni e specialmente nei confronti di Israele.
Tumulti nei paesi occidentali, sia in Italia che all’estero, dove sono iniziati movimenti sociali di protesta da parte degli studenti e dei lavoratori nei primi anni settanta, per giungere all’inasprimento sotto forma di bande armate sovversive e di altri gruppi di terrorismo.

Nessuno si sorprenda per questi avvenimenti perchè Gesù conferma che non verrà subito la fine, anche se un periodo, il novecento, è terminato, un altro è già iniziato, il ventunesimo secolo.
Tutto continuerà mentre “Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno; e vi saranno grandi terremoti in vari luoghi, carestie e pestilenze; vi saranno anche dei fenomeni spaventevoli e grandi segni dal cielo” (Lc. 21:10,11).
Siamo entrati negli anni duemila e questa profezia si sta avverando proprio adesso: ultimi attentati terroristici da parte dei mussulmani contro simboli dell’America, raggiunto con l’abbattimento delle torri gemelle a New York ed attacco al Pentagono; le guerre contro l’Iraq con intervento di forze multinazionali, giovani kamikaze palestinesi o arabi suicidi si fanno esplodere in luoghi affollati, facendo decine di vittime, per diventare eroi della fede.
Tra alcuni riferimenti biblici che espongono questa situazione, molto indicativo è “In quel tempo molti insorgeranno contro il re del sud…” (Dan.11:14) dove fa implicitamente richiamo allo scontro del nord con il sud ossia alla guerra tra falsi cristiani e musulmani.
Le profezie continuano a rivelare molti altri eventi bellici che devono ancora accadere.

Gesù ci ha avvisato dell’arrivo di grandi terremoti, di fenomeni tremendi, come il maremoto nel sud-est asiatico, in Indonesia, gli uragani in America con distruzioni immense, terremoti devastanti in India ed in Pakistan con più di quattromila morti, ma annuncia anche la venuta di carestie e pestilenze, non dimentichiamoci dell’ aids, sars, ebola, ecc. o della presenza di nuovi virus che potrebbero trasformarsi generando epidemie.

Non tarderanno a manifestarsi grandi segni dal cielo e sulla terra, siamo sicuri che tutto ciò è prossimo, come ci informa ancora che “E vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli, nello smarrimento al fragore del mare e dei flutti; gli uomini verranno meno per la paura e per l’aspettazione delle cose che si abbatteranno sul mondo, perché le potenze dei cieli saranno scrollate” (Lc.21:25,26).

Gli scienziati prevedono che, tra cinquanta anni circa, un disastro enorme si abbatterà sul mondo, l’uomo stesso sarà l’artefice, perché non si è preoccupato di mantenere inalterato l’ambiente in cui vive, distruggendo quello che Dio ha creato perfetto, per permettersi una comodità assoluta.
Gli esperti cercano un rimedio per ovviare alle conseguenze terribili del degrado, senza rinunciare però al benessere acquisito, ma arriverà il tempo in cui l’ira di Dio si abbatterà su quelli che distruggono la terra (Apoc.11;18).

Gesù afferma che gli uomini saranno scoraggiati dalla paura a dimostrazione che gli scienziati sapranno esattamente quello che avverrà, senza poter far nulla per impedirlo.
Gesù ci ha avvertito, per mezzo della profezia dell’Apocalisse, che tutte le sciagure precisate all’apertura dei sigilli si avvereranno contro quelli che si sono rifiutati di ascoltare, di mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù e compiere opere degne di Lui.
Essi non si ravvedranno dalla vita peccaminosa e di corruzione mondana senza giungere a comprare dell’oro affinato col fuoco (la Parola di Dio), indossare delle vesti bianche (cammino di santità) ed ungersi gli occhi con buon collirio (lo Spirito di verità e di libertà), vedendo le tenebre di satana.

Solo con lo Spirito Santo potremo vedere chiaramente la luce splendente della gloria di Dio e camminare con Gesù Cristo, che ci sta aiutando, aspettandoci alla conclusione per accompagnarci a ricevere il premio personale del vincitore.
Ai suoi eletti, Gesù dichiara che saranno odiati da tutti a causa del suo nome, ma aggiunge di non sgomentarsi e di non preoccuparsi, perché neppure un capello del loro capo perirà senza il volere di Do, invitando tutti alla perseveranza (Lc.21:17,18).
Inoltre ci assicura che quando vedremo accadere queste cose profetizzate “…sappiate che il regno di Dio è vicino (Lc.21:31).

Oggi viviamo proprio questi tempi sempre più difficili, mentre il regno di Dio è ancora più vicino come descritto dall’apostolo Paolo “perché gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi di denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, aventi l’apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati” (2Tim.3:2-5).
Tutto questo non è indirizzato al mondo, perché da sempre si è comportato in tale modo, ma è rivolto a coloro che si ritengono di appartenere a Cristo, ma rinnegano lo Spirito Santo e la sua potenza, asserendo di essere ricchi od arricchiti e di non aver bisogno di alcuna cosa.

Quante denominazioni o correnti religiose sono entrate a far parte dell’ecumenismo, giustificandosi che tutti adorano, veramente, lo stesso dio, ma non è il Dio Onnipotente, Creatore e Signore del cielo e della terra.
Le loro opere, secondo la carne, sono contrarie allo Spirito e quindi non conformi alla sua Parola. Hanno aderito solo per convenienza, unendosi alle chiese idolatre ed apostate, diventando così traditori, avendo rinnegato la verità.
A tutti è rivolto l’invito di Gesù al ravvedimento dai peccati indicando:“Io riprendo e castigo tutti quelli che amo; abbi dunque zelo e ravvediti”.
Gesù certamente conosce i suoi seguaci e li ama, perciò li riprende e se necessario li castiga, affinché tornino al suo ovile, abbandonando il mondo e la sua concupiscenza, per ritornare al pastore Gesù.
Certamente quelli che riconoscono la loro vita immorale e di aver bisogno del perdono per essere riconciliati con Dio, si allontaneranno dal mondo, vincendo e, come Gesù ha vinto, rinunciando alle seduzioni che il mondo offre, per sedersi insieme sul suo trono.
Non illudiamoci che il futuro sia migliore, per il credente ci saranno anche persecuzioni da parte del nemico della nostra anima, che userà qualsiasi strumento a sua disposizione per dissuadere i figli di Dio.
Gesù ci assicura e ci incoraggia “Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”(Lc.21:36).

Notate bene: non afferma che scamperemo ad alcune delle cose descritte bensì a tutte, perciò fatevi animo, rimanendo fermi nella fede, perché Gesù attesta che quando i segni dell’ultimo tempo inizieranno a manifestarsi, significa che la nostra redenzione è vicina.
Per questo Gesù ci avverte di essere pronti: “Or fate attenzione che talora i vostri cuori non siano aggravati da gozzoviglie, da ubriachezza e dalle preoccupazioni di questa vita, e che quel giorno vi piombi addosso all’improvviso” (Lc.21:34).
Bandiamo dal nostro essere ogni tipo di stravizio o gozzoviglie; oggi è di moda mangiare e bere, persino alcolici, ma fuori misura senza autocontrollo, fare orge e baldoria.

Tutto quello che rende piacevole la carne o crea soddisfazione nell’infrangere i limiti e regole, non edifica lo spirito.
Noi tutti dobbiamo santificarci, perciò togliamo tutto quello che è di ostacolo alla crescita della vita spirituale, camminando sempre per lo Spirito, allora saremo ritenuti degni di scampare a tutti gli avvenimenti che si abbatteranno inevitabilmente su coloro che si sono compiaciuti nel male, “quando il Signore Gesù Cristo apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono all’evangelo del Signor nostro Gesù Cristo. Questi saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza” (2Tes.1:7-9).
Essi saranno esclusi dalla sua gloria e lontani dalla sua potenza, saranno posti in un luogo di distruzione eterna, dove “…il loro verme non morirà e il loro fuoco non si estinguerà…” (Is.66.24).

Se qualcuno avesse creduto e accettato Cristo come suo Salvatore e Signore ma non fosse stato battezzato nel nome di Gesù, lo esortiamo a farlo al più presto, per la remissione dei propri peccati (At.2:38; At.19:3:5; 22;16; 10:47,48), perché il tempo della Grazia, a disposizione per la salvezza, si sta ancora riducendo, fino a terminare, quando Gesù accoglierà presso di sé tutti quelli che in Lui hanno creduto, in Lui sono stati battezzati con acqua e col suggello dello Spirito Santo (Gv.3:5), che hanno vinto sul mondo e sul diavolo perché “… ringraziato sia Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo” (1Cor.15:57).
Tutti gli eletti sentiranno il suono dell’ultima tromba e saranno rivestiti dell’immortalità (1Cor.15:52,53).
Quanti desiderano essere immortali escogitando pozioni sataniche, ma non sanno che solo in Cristo potranno ricevere la vita eterna per regnare con Lui nella gloria del suo regno per sempre, nei secoli dei secoli.

Di nuovo ripeto, svegliamoci e ravvediamoci dal male e dal peccato, addirizzando le nostre vie, decisioni e scopi nella giustizia divina, per non essere trovati indegni ed iniqui, attraversare tutte le prove che si rovesceranno sul mondo ed essere infine gettati nello stagno di fuoco (Apoc.20:15).
La mano della protezione del Signore è su tutti coloro che lo cercano con cuore puro e semplice, arrendendosi alla sua volontà.
Gesù ti sta aspettando, ritorna da Lui, chiedendo perdono ed umiliandoti ai suoi piedi.
Gesù sta attendendo i suoi figli che si sono allontanati come il figlio prodigo (Lc.15:11-32).
Se ora ti trovassi a digiuno della sua Parola e delle sue benedizioni e se ti sentissi solo, perso, con sete, fame… e, ti ricordassi che prima non ti mancava alcuna cosa, potresti ritornare a casa dal tuo Padre celeste, che sarà contento di accoglierti ancora, venendoti incontro, facendo festa per il tuo rientro e ti ricolmerebbe nuovamente di tutto ciò che ti è mancato: fede, amore, pace, sicurezza e speranza di una vita eterna con Lui nella sua gloria.

Gesù desidera che tu sia:
• caldo e non tiepido, caldo ossia ripieno dello Spirito Santo (At.2:4),
• colmo “…di tutta la pienezza di Dio” (Ef.3:19);
• carico “…di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, alla la gloria e lode di Dio”  (Fil.1.11);
• sazio “…della conoscenza della sua volontà, in ogni sapienza ed intelligenza spirituale” (Col.1:9);
• traboccante di bontà, completo di ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi gli uni gli altri (Rom.15.14);
• saturo “…di gioia e di Spirito Santo” (At.13:52);
Compassionevole, pieno di amor fraterno, misericordioso e benevolo (1Ptr.3:8).
“Or la fine di tutte le cose è vicina; siate dunque sobri e vigilanti per dedicarvi alle preghiere”  (1Ptr.4:7).
“allegri nella speranza, pazienti nell’afflizione, perseveranti nella preghiera” (Rom.12:12).
Dio non chiede cose impossibili o che noi non conosciamo, anzi ci conduce alla sapienza e alla comprensione di ogni cosa, affinché possiamo, col suo aiuto, ereditare il suo regno.

Esortiamoci a vicenda, insieme a tutti coloro che aspirano al regno di Dio, adoperiamoci per essere ripieni dello Spirito Santo, come ci raccomanda la Parola di Dio.
Se volessimo essere trovati caldi, il nostro cuore dovrebbe essere pieno dell’olio Santo, che dovrebbe fluire in noi.
Il nostro corpo, che è il tempio di Dio (1Cor.3:16,17), deve essere tenuto in santificazione ed onore, se volessimo sentire la chiamata dello sposo che ci invita alle sue nozze.
Insieme entreremo nel regno che ci è stato conservato nei cieli ed otterremo così il premio che spetta a ciascuno di noi, secondo le proprie opere (Apoc.22:12).
Sono in molti a desiderare il premio, ma esso è riservato solo ai vincitori, come confermato che “;Molti mi diranno in quel giorno: – Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?- . E allora dichiarerò loro: – Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità” (Mt.7:22,23).
Costoro hanno ascoltato la Parola dell’evangelo ma non hanno messo in pratica i suoi comandamenti, mentre agli altri riferisce: “Perciò, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto…” (Mt.7:24).

A chi starà attento e rimarrà prudente nella sua condotta, fino alla fine, sarà consegnata la corona custodita di gloria, regnando con Cristo per l’eternità.
Non ci illudiamo, chiunque cammina nella carne, è del mondo ed il mondo appartiene al diavolo; ma noi che viviamo per lo Spirito, abbiamo rinnegato la carne, quindi apparteniamo a Cristo, per vivere con Lui nel suo regno, infatti “Poi il regno, il dominio e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutti i domini lo serviranno e gli ubbidiranno” (Dan.7:27).
Nel regno di Dio non entreranno coloro che non hanno usato il discernimento che viene dallo Spirito, ma si sono voluti conformare ai desideri della carne, tra i quali resteranno fuori: “…i cani, i maghi, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna” (Apoc.22:15).
Con la speranza che queste forme malvagie non esistano nelle chiese moderne, l’apostolo Paolo espresse un suggerimento o consiglio alla chiesa dei Corinzi: “…che talora non ci siano fra voi contese, gelosie, ire, risse, diffamazioni, insinuazioni, superbie, tumulti” (2Cor.12:20).

Facciamo tutto quanto in modo di ritornare al primo amore, eliminando ogni cosa che ostacola lo Spirito Santo, custodendo “…il buon deposito che ti è stato affidato mediante lo Spirito Santo che abita in noi” (2Tim.1:14).
In molti modi Dio ci sollecita a tornare a Lui, non chiudiamo gli occhi per non vedere e gli orecchi per non sentire, non inclinando le nostre capacità verso il mondo e i suoi piaceri, senza renderci conto che così rinneghiamo l’evangelo di Gesù Cristo, lasciatoci come indirizzo per il cammino spirituale.
Gli apostoli si sono appoggiati al fondamento eterno, permettendo che noi vi costruissimo sopra, secondo il modello di dottrina da loro cominciato.

“Il muro della città aveva dodici fondamenti, e su quelli erano i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello”;
(Apoc.21:14).
I nomi degli apostoli sono scritti sui fondamenti della chiesa e loro hanno ricevuto il premio che Gesù ha preparato per ognuno di loro.
Sappiamo con certezza che anche per tutti coloro che si sono attenuti alle cose insegnate dagli apostoli, mettendole in pratica, senza aggiungere, né togliere, né cambiando il modello di fede dottrinale, il loro nome è scritto nel libro della vita.