Capitolo 12 – “La fine”.

Il messaggero dichiarò a Daniele che, in quel tempo, il suo popolo sarà salvato, precisando: “tutti quelli che saranno trovati scritti nel libro” (v.1).
Inoltre, troviamo tante altre conferme, per il popolo d’Israele, che durante la grande tribolazione, ci saranno delle persone sapienti, che istruiranno molte altre, come esposto: “Quelli che hanno sapienza risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno condotti molti alla giustizia, risplenderanno come le stelle per sempre” (v.3).
E’ anche stabilito che “Quelli che hanno sapienza fra il popolo ne istruiranno molti, ma per un po’ di tempo cadranno per la spada, il fuoco, l’esilio e il saccheggio ” (11:33).
Una terza parte dei santi o stelle (Apoc.12:4) cadranno, ovvero dovranno affrontare la morte per essere affinati, purificati e imbiancati; loro faranno parte alla prima resurrezione, insieme alle ” E vidi le anime di quelli che erano stati decollati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non aveano adorata la bestia né la sua immagine, e non aveano preso il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano; ed essi tornarono in vita, e regnarono con Cristo mille anni” ” (Apoc.20:4).

Altro mezzo di esortazione è mostrato in Apoc.11:3,4 dove ci illustra i due testimoni, ulivi e candelabri che si trovano davanti all’Eterno per profetizzare e predicare la salvezza per tre anni e mezzo in Gerusalemme; poi saranno uccisi, ma dopo tre giorni e mezzo risusciteranno e saliranno in cielo.
Grazie alla loro testimonianza, molti israeliti si ravvedranno dal peccato ed accetteranno il Salvatore Gesù (Dan.11:32-35).
L’angelo avvertì Daniele “… tieni nascoste queste parole e sigilla il libro fino al tempo della fine; molti andranno avanti e indietro e la conoscenza aumenterà” (v.4).

Riflettiamo sul suo significato, notando che i fatti narrati saranno svelati e conosciuti solo al tempo della fine.
Quindi, se noi, oggi, con il consenso di Dio, siamo stati informati di queste profezie, perché non più incomprensibili, possiamo affermare con certezza assoluta che è giunto il tempo della fine .
Quanti nelle chiese, tornano indietro a confondersi dietro alle attrazioni del mondo, mentre altri si sforzano ancora per entrare da quella porta stretta e camminare per quell’angusta via che conduce davanti al trono di Dio, presentandoci senza macchia e senza ruga, santi e irreprensibili (Ef.5:27).

Otre alla conoscenza di tanti fedeli della parola di Dio, delle sue promesse e delle profezie prossime, anche la cultura scientifica si è evoluta, proprio perché gli specialisti e gli studiosi saranno in grado di valutare e di prevedere le possibili catastrofi, che si verificheranno nel mondo, perché Gesù dichiara: “gli uomini verranno meno dalla paura e dall’attesa delle cose che si abbatteranno sul mondo, perché le potenze dei cieli saranno scrollate” (Lc.21:26).
Recentemente abbiamo ascoltato che il maremoto, abbattutosi nel sud-est asiatico, era stato previsto dai sismologi, ma mancava l’organizzazione ed una rete informativa per mettere in salvo le popolazioni di quei luoghi e, dopo tre mesi, un secondo fenomeno ha interessato quella stessa area, provocando entrambi molte vittime, perché nessuno se lo aspettava.
Come in questo caso, ci sarà sempre qualcosa che l’uomo non riuscirà a controllare e non potrà mettersi in salvo.
Le persone che Dio ha deciso di sterminare nelle catastrofi per la loro ribellione, inevitabilmente moriranno, perché non ci si può nascondere dalla sua ira, che si abbatterà sulla terra.
Ma costoro, come bestie irragionevoli, per natura generate ad essere prese e distrutte…” (2Ptr.2:12).

Il periodo del regno della bestia sarà di un tempo (un anno), dei tempi (due anni) e la metà di un tempo (sei mesi); in questi tre anni e mezzo, 1260 giorni, la bestia si rivelerà in tutto il suo furore; l’anticristo obbligherà tutti ad adorare l’immagine dell’uomo spregevole ed a prendere il suo marchio o il numero del suo nome (Apoc.13:11).
Nessuno dei gentili scamperà: tutti gli abitanti della terra, che attraverseranno il periodo della grande tribolazione, compreso quelli che si sono dichiarati evangelici, prenderanno il numero o il marchio perché “… Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna” (2Tes.2:11) e “berrà anch’egli il vino dell’ira di Dio, versato puro nel calice della sua ira e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all’Agnello” (Apoc.14:10).

Ancora una descrizione del giudizio divino che attende la grande Babilonia (che vuol dire grande confusione). Molte profezie (Apoc.17 e 18; Ger.25:12-38) descrivono dettagliatamente la sua fine, ma al suo popolo invita ad uscire da essa: “Uscite di mezzo ad essa, o popolo mio, e salvi ciascuno la propria vita davanti all’ardente ira dell’Eterno!” (Ger.51:45)” e “Poi udii un’altra voce dal cielo che diceva: Uscite da essa, o popolo mio, affinché non abbiate parte ai suoi peccati e non vi venga addosso alcuna delle sue piaghe” (Apoc.18:4).

Tutte le altre nazioni impenitenti che sono state sedotte saranno annientate nella guerra di Armagheddon (Apoc.16:16).
Coloro che sono perplessi, dubbiosi, incerti o tiepidi non s’illudano di poter decidere, durante tempi angosciosi della grande tribolazione, ma di arrendersi adesso a Cristo, prima che “…Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna, affinché siano giudicati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nella malvagità!” (2Tes.2:11,12) e per questo Dio li giudicherà.
L’Eterno afferma, in Ger.25:29, che inizierà a punire dalla sua casa, Gerusalemme, la città sulla quale è invocato il suo nome. Dichiara che i suoi abitanti non resteranno impuniti: darà gli empi in balia della spada, entrando in giudizio con ogni carne.
Siamo molto vicini al tempo della fine: noi appartenenti alla chiesa di Cristo, svegliamoci ed esultiamo di gioia, perché la nostra redenzione è vicina.

Daniele chiese: “Quando sarà la fine …?”, e gli fu risposto: “Va’, Daniele, perché queste parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine“.
Da sottolineare che a quel tempo, ancora non era venuto il Messia, mentre all’apostolo Giovanni, l’angelo comunicò: “Non sigillare le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. Chi è ingiusto continui ad essere ingiusto, chi è immondo continui ad essere immondo, chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo continui a santificarsi” (Apoc.22:10,11).

La risposta a Daniele fu completata aggiungendo che, dopo gli ultimi tre anni e mezzo (v.7), ossia al 1260° giorni da quando la bestia profanerà il luogo santo, provocandone la desolazione (v.11), inizierà il compimento delle profezie con le coppe dei sette angeli contenenti le sette piaghe versate sulla terra e su tutti quelli che avranno adorato la bestia e preso il suo marchio.
Al suo popolo, Dio proclama che “Beato sarà chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni” (v.11), superando il tempo della tribolazione, la guerra nella valle di Giosafat (Gioele 3), nuovi cieli e nuova terra (Is.65:17; 66:22), unzione del luogo santissimo (9:25) e l’inizio del millennio (Osea 14:5).

Dio manderà la spada contro Israele, ma conserverà in vita un piccolo residuo del suo popolo che non si è contaminato col peccato. Di loro dice: “Li pianterò sulla loro terra e non saranno mai più sradicati dal suolo che io ho dato loro…” (Amos 9:15).

Messaggio conclusivo.

Daniele fu un profeta grandemente amato, perché dedicò la sua vita a Dio; non allontanandosi nel tempo della prova, si è mantenuto fedele.
Ha pregato amareggiandosi per i peccati del suo popolo, chiedendo a Dio di perdonare le loro iniquità; non si è lasciato intimidire dal re a cui prestava servizio, quando gli hanno imposto di non adorare il suo Dio, anzi, ha aperto le finestre della sua camera, affinché potessero ascoltare, quando adorava l’Iddio del cielo, esponendo la sua vita alla morte.
Così Dio lo ha grandemente benedetto e lo ha liberato dalla bocca dei leoni affamati.

Daniele costituisce un grande esempio di stabile fedeltà e di consacrazione a Dio, tutti i giorni della sua vita.
Così noi, nella nostra vita, dovremmo essere fermi come Daniele ed essere perseveranti nella preghiera, in modo tale da arrivare, come Daniele, a ricevere la nostra parte di eredità alla fine dei nostri giorni (Dan.12:13).
Santifichiamoci di più, praticando la giustizia, non facciamoci prendere dall’orgoglio umano e restiamo fedeli a Dio e felici di essere suoi servitori come l’uno dell’altro, in comunione fraterna di pari sentimenti nelle preghiere, vigili nelle necessità dei nostri fratelli.

Le profezie degli ultimi tempi di Daniele trovano conferma e corrispondenza nell’Apocalisse dell’apostolo Giovanni, perciò vi invitiamo a studiare di più sia l’Apocalisse sia il libro di Daniele, per approfondire il corso degli ultimi tempi e quello che spetterà a chi mette In pratica la Parola di Dio ed a quelli che la rifiutano.

Molti credono che a noi, seguaci dell’Evangelo di Cristo, non interessa molto ciò che avverrà negli ultimi tre anni e mezzo della grande tribolazione, perché noi saremo già rapiti con Cristo; è vero, ma lo studio ci aiuta ad aumentare la nostra fede e, la conoscenza dell’opera di Dio, costituisce motivo in più di predicare il ravvedimento dal peccato e la salvezza in Gesù, illustrando le conseguenze che avranno coloro che non si convertono.

Altra ragione notevole per indagare nella “Rivelazione” è determinata dalle benedizioni riservateci da Dio, dandoci conoscenza delle profezie “…per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve” (Apoc.1:1; 22:6) e dichiarando “…beato chi custodisce le parole della profezia di questo libro” (Apoc.22:7).
A Daniele fu detto: “Ma tu va’ pure alla tua fine; ti riposerai e poi ti rialzerai per ricevere la tua parte di eredità alla fine dei giorni“.

Questo vale anche per noi ma, possiamo andare tranquilli al riposo, avendo fatto tutto ciò che Dio ci ha chiesto di fare?
Se Gesù ritornasse adesso, sentiremmo noi la tromba di Dio suonare alla chiamata, o i nostri orecchi sarebbero divenuti insensibili e sordi alle cose spirituali?
Siamo pronti? Perciò affrettati ad esserlo sempre, perché non saprai mai il giorno e né l’ora cui avverrà, ma dobbiamo sapere il tempo, se non vogliamo essere sorpresi come da un ladro di notte, perciò dobbiamo quindi ravvederci e vegliare (Apoc.3:3).
Se non sei preparato, dai oggi il tuo cuore a Cristo, non ascoltare la voce del nemico che, con bellezze temporanee e terrene, vuole distrarre la tua attenzione dal seguire Cristo Gesù, il Salvatore. Molti hanno rinnegato Gesù, dichiarando che Egli è Dio e non il Figlio di Dio; segni del tempo dell’apostasia, in cui viene negato sia il Figlio Gesù e Dio, suo Padre, perché chi nega il Figlio non ha neppure il Padre (1Gv.2:22,23; 5:10). La fine è molto vicina, perciò crediamo alla verità e non alla bugia di Satana o dell’empio (2Tes.2:9).

Non preoccuparti della tua vita terrena, se la ami perderai la vita eterna (Gv.12:25).
Sai tu quanto vivrai ancora per poterti divertire e sollazzarti, godendo le bellezze e le cose di questo mondo? Certo che no, non puoi saperlo; allora preparati, perché Gesù è alla porta e sta per ritornare. Se ti sei allontanato/a da Dio, torna umile ai suoi piedi, ravvediti e chiedi perdono.
Egli è ancora misericordioso e ti accoglierà fra le sue braccia.
Se tu chiedi aiuto, lui te lo darà; domani potrà essere già troppo tardi, capirai che i figli di Dio non ci saranno più su questa terra, sarai preso da spavento, perché non avrai più scampo e ti accorgerai dell’inganno: le cose che prima ti apparivano belle, le odierai, purtroppo non ti servirà più a niente, perché hai rifiutato la grazia, quando ti veniva offerta gratuitamente, solo con un piccolo cambio. Lascia il mondo e segui Cristo, ACCETTALO OGGI, per godere delle meraviglie eterne.