Voglia il Signore Gesù consolare e guidare ogni cuore alla conoscenza e sapienza spirituale, “…perché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza, – (1Cor.1:5).

Contegno della donna.

Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata” (1Cor.11:3-5, vers.CEI).

Da tener presente che l’apostolo Paolo illustra l’ordine gerarchico spirituale esistente, come sono suddivisi tutti gli eserciti di angeli di Dio nel cielo per compiti (in classi decrescenti: cherubini o serafini, arcangeli, angeli), così è disposto: Dio, Gesù, l’uomo e la donna.

E’ istituito quindi che Dio è il capo di Cristo Gesù, che è il capo della Chiesa “ponendo ogni cosa sotto i suoi piedi, e lo ha dato per capo sopra ogni cosa alla chiesa” (Ef.1:22), “ma dicendo la verità con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo” (Ef.4:15) e quindi Capo dell’uomo, che a sua volta lo è della donna “poiché il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, ed egli stesso è Salvatore del corpo” (Ef.5:23).

L’apostolo precisa che se l’uomo prega o profetizza con il capo coperto, ad esempio con un cappello in testa o altro copricapo, manca di riguardo al suo Capo, che è Cristo Gesù. Se invece la donna prega o profetizza col capo scoperto (senza velo), manca di riguardo al suo capo, cioè all’uomo. Pregare o profetizzare senza velarsi il capo femminile, equivale a essere come rasata completamente, che per una donna è indecente, indecorosa. Infatti, è scritto: “Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra” (v.6).

L’apostolo Paolo parla tramite lo Spirito di Dio e conferma che: “L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli” (vv.7-10).

Dio formò per prima l’uomo dall’argilla, poi Dio fece per l’uomo una compagna e la creò dall’uomo: “L’uomo disse: -Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo” (Gen.2:23). Proprio perché la donna fu creata dall’uomo e per l’uomo “…deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a causa degli angeli” (v.10).

Cosa vuol dire?

Il velo, che la donna deve portare sul suo capo, è un segno evidente che lei dipende dall’uomo. Da notare che tutti gli eletti e fedeli sono identificati e rappresentati come angeli, perché figli della risurrezione (Lc.20:36;  Mt.22:30; 16:27; Mrc.8:38; At.7:53; Gal.3:19; Ap.1:20).

In molte parti della Sacra Scrittura (2Tes.1:7, 1Tmt.5:21; Ebr.1:6; Ap.1:20; Ap.22:8,9; Ap.19:9,10; ”Perché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo con i suoi angeli; e allora egli renderà a ciascuno secondo il suo operato” (Mt.16:27) è usato il termine angeli, per specificare appunto i credenti fedeli, i componenti della Chiesa. Questa somiglianza è evidenziata da Gesù, a proposito della risurrezione, quando precisa: “Infatti, quando gli uomini risusciteranno dai morti, né si ammoglieranno né si mariteranno, ma saranno come gli angeli in cielo” (Mrc.12:25), “Nella risurrezione, infatti, né si sposano né sono date in moglie, ma essi saranno in cielo come gli angeli di Dio” (Mt. 22:30) “essi infatti non possono più morire, perché sono come gli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione” (Lc.20:36). E’ anche indicato, come più uomini santi e fedeli a Cristo, in un assemblea, vengono chiamati angeli.

Inoltre l’apostolo segnala l’importanza della famiglia, dell’unione uomo-donna, come fondamento della società civile; l’uomo non vive senza la donna e altrettanto la donna non vive senza l’uomo, nel trasmettere valori cristiani, educando la prole. “Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna; come infatti la donna deriva dall’uomo, così l’uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio” (vv.11,12).

L’apostolo fa anche l’esempio di come è immorale e indecente per l’uomo portare i capelli lunghi, come fosse una donna. E’ anche abominevole a Dio perfino vestirsi come l’altro sesso o atteggiarsi La donna non indosserà abiti da uomo, né l’uomo indosserà abiti da donna, perché chiunque fa tali cose è in abominio all’Eterno, il tuo DIO” (Deut.22:5), come purtroppo succede oggi, tanto che è facile scambiare una persona per l’altro sesso.

E’ indecoroso per la donna non coprirsi il capo, mentre prega. Al contrario dell’uomo, i capelli lunghi per la donna sono un onore e una bellezza, perché è come apparire coperta dalla chioma, che Dio gli ha donato. La chioma, ossia i capelli lunghi, non sostituisce il velo, come l’apostolo conferma, perché è ben evidenziato, che la donna deve portare sul capo un segno di appartenenza o di sottomissione all’uomo. Infatti, senza velo o copertura è come mancare di rispetto al suo capo, che è l’uomo.

Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto?” (1Cor 11 v.13)

Di seguito l’apostolo fa l’esempio di come portare i capelli: “Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l’uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo” (1Cor.11:14,15). I capelli lunghi della donna sono considerati come una copertura e come un ornamento di bellezza per la testa; in effetti, vedere una donna con capo nudo o rasato o con taglio da uomo, non è femminile.

In definitiva, Dio ha ordinato, tramite l’apostolo Paolo, che qualunque donna, quando prega o profetizza si deve mettere un velo, come segno di sottomissione al suo capo, che è l’uomo (1Cor.11:3), perciò è assolutamente doveroso rispettare la volontà di Dio, soprattutto quando ricerchiamo o siamo alla sua presenza, per ricevere le sue benedizioni. Non seguiamo quindi le usanze umane, mode o considerazioni, che tale obbligo non è più valido, perché i tempi sono cambiati, ma ricordo che “Gesù è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebr.13:8), anche se viviamo in una società emancipata, Dio rimane lo stesso e la sua Parola è eterna.

Consideriamo che tutta la Parola di Dio è perfetta, eterna, giusta, santa e degna di assoluto riguardo e ubbidienza e nessuna cosa è da riprovare, come l’apostolo avverte: “Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio” (1Cor.11:16).