Fece quindi uscire il suo popolo con letizia e i suoi eletti con grida di gioia” (Sal.105:43; Eso.6:7)

Dio rivelò ad Abrahamo che i suoi discendenti sarebbero stati schiavi e oppressi per 400 anni in un paese che non era loro (Gen.15:13) e così fu. In Egitto, gli Ebrei furono maltrattati, perseguitati e resi schiavi fino al massimo della loro sopportazione.  Ai padri Dio promise anche che li avrebbe introdotti in una terra, dove scorreva latte e miele (Eso.33:3) “come una proprietà perpetua” (Gen.48:4).

Dio si scelse un popolo tra tutti e lo condusse con mano potente, fuori dall’Egitto, dove erano tenuti in schiavitù.

Tramite il suo servo Mosè, fece loro una promessa: “Camminerò tra di voi e sarò il vostro DIO, e voi sarete il mio popolo” (Lev.26:129. Infatti, appena essi si trovarono in grave difficoltà, inseguiti dall’esercito del Faraone, l’Eterno “Sgridò il Mar Rosso e si seccò, e li guidò attraverso gli abissi come attraverso un deserto” (Sal.106:9).

Paragona il popolo Ebreo (scelto da Dio) al popolo salvato per Grazia, quando l’apostolo Paolo afferma: ”Ma, come allora colui che era generato secondo la carne perseguitava colui che era generato secondo lo Spirito, così avviene al presente” (Gal.4:29). L’apostolo fa l’esempio di Isacco, generato con promessa fatta da Dio ad Abrahamo e a sua moglie Sara (la libera), mentre Ismaele fu generato dallo stesso padre e da una schiava egiziana Agar, secondo la carne, vale a dire secondo il desiderio carnale (Gen.16:2).

Come gli ismaeliti (discendenti della schiava Agar, popoli musulmani) perseguitano gli israeliti (nati da Sara, donna libera, perché moglie), così ancora il mondo, o meglio, i figli della schiavitù del peccato perseguitano i figli di Dio, resi liberi dal peccato, per il sangue di Gesù.

Un altro esempio.

Dio liberò gli israeliti dall’esercito egiziano che li inseguiva, perciò essi “Per fede passarono il Mar Rosso come se attraversassero una terra asciutta; quando invece gli Egiziani tentarono di fare ciò, furono inghiottiti” (Ebr.11:29).

Così avverrà negli ultimi tempi; come Dio asciugò il mare e fece passare il suo popolo per l’asciutto, così farà attraversare la Chiesa, salvata per Grazia, in mezzo ad un mondo di tenebre (Gv.3:19), illuminando però il suo cammino (Lc.1:79). “Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Col.1:13), i fedeli arriveranno a quel glorioso giorno, quando entreranno per sempre nel regno di Cristo Gesù (Gv.6:40), dove riceveranno eternamente riposo alle anime loro (Mt.11:28-29).

Dio promise di portare il suo popolo nella terra promessa e, fedele sempre alle Sue promesse, lo condusse vittorioso al traguardo. Israele viene paragonata simbolicamente a una bellissima vigna, che quando cominciò a godere dei frutti della terra promessa iniziò a contaminarsi con gl’idoli non rimanendo fedele al suo Dio. Infatti, il profeta Osea evidenziò il loro comportamento ribelle ai comandamenti di Dio: “Israele era una vigna lussureggiante, che dava frutto per se stesso; più cresceva il suo frutto, più moltiplicava gli altari; più ricco era il suo paese, più belle faceva le sue colonne sacre” (Os.10:1).

Il popolo che Dio si scelse, perché dalla sua discendenza doveva venire al mondo il Messia, fu disubbidiente continuamente. Quando il loro peccato arrivava al colmo, Dio li dava in mano dei loro nemici Siriani, poi Babilonesi e, infine, quando rifiutarono di riconoscere Gesù come Figlio di Dio, il Messia mandato per la loro salvezza (Gv.1:11), Dio mise in atto la Sua Parola, rivelata tramite Mosè e confermata da tutti i profeti: “Disperderò voi fra le nazioni e trarrò fuori la spada contro di voi; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte” (Lev.26:33) e “Se peccherete, io vi disperderò fra i popoli” (Num.1:8).

Tutto questo avvenne nel 70 d.C. per mano dei romani. Dio scacciò Israele, più volte avvertito, “Or voglio ricordare a voi, che già conoscevate tutto questo, che il Signore, dopo aver salvato il suo popolo dal paese di Egitto, in seguito fece perire quelli che non credettero“ (Giuda 5).

Se Dio non risparmiò il popolo d’Israele, macchiati del peccato di incredulità, rinnegando Cristo Gesù, il loro Salvatore, come risparmierebbe l’incredulità del popolo pagano? “come scamperemo noi, se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata inizialmente annunziata dal Signore, è stata confermata a noi da coloro che l’avevano udita” (Ebr.2:3; 12:25).

A quel popolo, che rimase incredulo alla predicazione degli apostoli, Paolo e Barnaba rivolse l’appello: “Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci rivolgiamo ai gentili” (At.13:46).  La Grazia passò così ai gentili, perché Israele non volle credere nel Figlio di Dio: “voi siete divenuti traditori e uccisori” (At. 7:52; 10:39).

Gesù, parlando in parabola di quello che i Giudei avrebbero fatto contro di Lui, affermò: “…Costui è l’erede; venite, uccidiamolo affinché l’eredità diventi nostra. Così cacciatolo fuori dalla vigna (Gerusalemme), lo uccisero. Che farà dunque a costoro il padrone della vigna?” (Lc.20:14,15).

Ecco cosa fece Dio, padrone della vigna, li rigettò come popolo, voltò loro le spalle (Ger.18:17) e li diede in mano ai nemici (i romani), che dispersero il residuo superstite tra tutte le nazioni, come evidenziato “Egli verrà, sterminerà quei vignaiuoli, e darà la vigna ad altri” (Lc.20:16). Il padrone, cioè Dio, della vigna, che è Israele, li cacciò fuori dalla terra promessa per tutte le iniquità commesse (Lc.20:15).

Se peccassimo e non ci ravvedessimo, avverrebbe a noi la stessa cosa, ma, mentre per il residuo scelto di Israele nell’ultima settimana (sette anni), troverà salvezza (Is.4:3), noi saremmo rigettati per sempre dalla presenza del nostro Signore e Creatore.

Noi siamo gli eletti tra i popoli gentili, che Dio ha scelto fin dalla fondazione del mondo (Ef.1:4; Mt.25:34; Ap.17:8) per essere un popolo santo, acquistato per Dio (1P 2:9; 1:19) con il prezioso sangue di Gesù. Manteniamoci perciò stretti a Cristo Gesù per non peccare.

Israele non credette in Gesù, eppure erano un popolo scelto dall’antichità per essere santo per Dio, ma essi rigettarono la testata d’angolo “Gesù” (Mrc.12:10), perciò inciamparono e caddero su essa.

Quando la Grazia, il periodo dei gentili, sarà terminata, solo allora Dio riprenderà a trattare con Israele. Dio toglierà quel velo posto sui loro occhi, per la grande incredulità (Mt.13:15) e in quel tempo: “… anche essi, se non perseverano nell’incredulità, saranno innestati, perché Dio è potente da innestarli di nuovo” (Rom.11:23,24). Chi del popolo di Dio non rimarrà nell’incredulità, quando in mezzo a loro l’Eterno manderà i Suoi due testimoni (Ulivi, Ap.11:4) a profetizzare, annunciando tutto ciò che starà per accadere in Israele, sarà salvato, come chi riconoscerà Gesù come il Cristo, il Messia, che Dio mandò per la salvezza di Giuda e di Gerusalemme, che i loro padri lo uccisero appendendolo al legno (At 5:30).

Una parte di quelli che si convertiranno a Cristo, entrerà nel millennio, vale a dire: “Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo, cioè quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme” (Is.4:3).

Il residuo d’Israele inizierà allora il millennio di pace, di giustizia e di santità, perché Dio abiterà in mezzo a loro: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro” (Ap.21:3).

Nello stesso tempo la Chiesa o sposa di Cristo abiterà la Gerusalemme celeste, che scenderà dal cielo da presso Dio e si poserà sul monte Sion (Ap.3:12; 21:2). In essa abiterà mille anni Gesù con gli eletti e fedeli (sposa), insieme a tutti i martiri, dal giusto Abele a quelli della grande tribolazione, appartenenti alle tribù d’Israele.

Alla fine dei mille anni, avverrà la guerra chiamata di Gog – Magog, dove scenderà fuoco dal cielo e divorerà tutti i popoli che andranno contro la santa città (Gerusalemme celeste) e il campo dei santi (Israele), guidati da Satana, che sarà sciolto dall’abisso per questo evento (Ap.20:7-10).

Alla fine, i cieli e la terra attuali passeranno e non si troveranno più, così Dio giudicherà il mondo intero (Ap.20:11-15), con eccezione della sposa e dei martiri, che non passeranno alcun giudizio, perché la morte seconda non avrà più potere su di loro, come Gesù conferma: “In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv.5:24; Ap.20:4-6).

Se accetti Gesù e credi in Lui, tu non morrai mai, che vuol dire non passerai per il giudizio finale, ma resterai con Cristo in eterno nel suo regno (Col 1:13), perché Gesù ci porterà nei cieli, liberandoci dall’ ira che si abbatterà su tutti gli abitanti del mondo: “Molto più dunque, essendo ora giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ ira per mezzo di lui” (Rom.5:9; 1:18; 2:5).

Occorre perciò adesso camminare come figli di Luce, perché non siamo più nelle tenebre (Ef.5:8). Ricordiamoci perciò che, come gli israeliti furono schiavi in Egitto, anche noi eravamo nel peccato, schiavi delle tenebre. Dio condusse Israele per l’asciutto, in mezzo al mare, verso la terra promessa, così Gesù ci ha condotto fuori dal mondo, facendoci passare attraverso le tenebre, ma illuminando la via da percorrere, che porta all’eternità.

L’esercito del Faraone inseguì gli israeliti per farli tornare indietro, ma furono tutti affondati nel Mar Rosso: “Le acque tornarono e coprirono i carri, i cavalieri e tutto l’esercito del Faraone che erano entrati nel mare per inseguire gli Israeliti; e non ne scampò neppure uno di loro” (Es.14:28).

Così avverrà quando Gesù accoglierà a Sé la sua Chiesa nei cieli, rapendola nelle nuvole. Tutti coloro invece, che resteranno, saranno sommersi dalle tenebre, perché: “Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna” (2Tes.2:11). Dio toglierà lo Spirito Santo e nessuno più potrà riconoscere il vero dal falso, così tutti crederanno nella menzogna di Satana e subiranno l’ira di Dio.

Siamo ancora in tempo, non aspettiamo più un solo istante, ma ravvediamoci e vegliamo, pregando continuamente. Alla fine ci troveremo insieme con Gesù, in eterno, perciò “Allontanati dal male e fa’ il bene, e avrai una dimora in eterno” (Sal.37:8).

Cosa desidera Dio da noi?

O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; e che altro richiede da te l’Eterno, se non praticare la giustizia, amare la clemenza e camminare umilmente col tuo DIO?” (Mich.6:8).

Inoltre “Trattieni la tua lingua dal male e le tue labbra dal dire menzogne” (Sal.34:13), “Allontanati dal male e fa’ il bene, cerca la pace e procacciala” (Sal.34:14), “Cessa dall’ira e lascia lo sdegno; non affliggerti; ciò porterebbe anche te a far del male” (Sal.37:8).

Quanti benefici riceviamo in cambio di poche cose:

“Voi che amate l’Eterno odiate il male! Egli custodisce la vita dei suoi santi e li libera dalla mano degli empi” (Sal.97:10), “L’Eterno ti custodirà da ogni male; egli custodirà la tua vita” (Sal.121:7), “…ma chi mi ascolta abiterà al sicuro, sarà veramente tranquillo, senza paura di alcun male” (Prv.1:33).