Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà” (Ebr.10:37).

Indugiare e rifiutare di ricevere un bel regalo è scortese davanti all’invitato alla tua festa; così è molto rischioso aspettare di prendere il dono meraviglioso della vita eterna offerto da Gesù e pronto per te. E’ sufficiente che tu ti avvicini al Signore e afferri il dono per farlo tuo dalla sua mano tesa, ma non lo sarà ancora per tanto tempo, perché essa verrà ritirata presto e perderai per sempre questa stupenda occasione, di cui poi rimpiangerai amaramente di aver rifiutato. Aspettare quindi momento migliore per decidere di affidarsi completamente a Dio, non verrà mai, perché anteporrai ad esso le tue giustificate ragioni o per la tua giovane età, avendo ancora molto tempo da vivere in cerca di altre esperienze o, al contrario, stimare di essere tardi per la tua trascorsa maturità e non più interessato a certe novità.

In generale, l’essere umano è divenuto egoista, amante solo di se stesso, disubbidiente ai genitori, orgoglioso, avido, superbo, crudele (2Tmt.3:2). Oggi noi viviamo negli ultimi tempi, che sono simili a quelli di Gesù, quando descriveva gli scribi e i farisei che “Fanno tutte le loro opere per essere ammirati dagli uomini… Amano i posti d’onore nei conviti e i primi posti nelle sinagoghe… e anche i saluti nelle piazze, e di sentirsi chiamare dagli uomini rabbi, rabbi” (Mt.23:1-7). Così oggi molti di quelli che amano farsi chiamare pastori cristiani, sono senza intendimento spirituale e hanno l’obiettivo di mostrarsi sempre in primo piano, vogliono essere notati e ammirati, per coinvolgere più persone possibili nelle loro idee; questi loro atteggiamenti imitano quelli degli scribi e dei farisei.

Che cosa occorre fare per non cadere nelle mani degli egocentrici pastori?

Essere guidati dallo Spirito e, sempre attraverso lo Spirito, giudicare il loro operato solo dal frutto che portano e, con amore, avvisarli. Occorre frequentare una chiesa, dove sono presenti dei doni spirituali “…così che non vi manca alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signor nostro Gesù Cristo” (1Cor.1:7). Infatti, dove agisce lo Spirito, non può esserci orgoglio, né invidia o altre opere della carne (Gal.5:19-21), perciò chiunque ha lo Spirito di Dio, riconosce e distingue le opere della carne da quelle dello Spirito, perché sono cose contrarie. “È lo Spirito che vivifica; la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita” (Gv.6:63). La verità viene solo da Gesù e chiunque dipende totalmente da Gesù, ha la verità, perché dimora in Gesù e Gesù dimora in lui, come è confermato: “Dimorate in me e io dimorerò in voiSe uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio e si secca; poi questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e sono bruciati” (Gv.15:4,5-16).

Riconoscere ciò che procede da Dio, è indispensabile e fondamentale per il credente, perché potrebbe confondersi e dare gloria a Satana, pensando di rivolgerla a Dio, che è l’unico destinatario e degno di onore, adorazione e lode.

Una breve esposizione di un fatto accaduto due decenni fa per mostrare quanto sia pericoloso non distinguere o non avere il dono di discernimento specialmente in un conduttore o responsabile, collaboratore di una comunità. Una persona credente, che aveva accettato il battesimo per immersione, ma non aveva ricevuto lo Spirito Santo, frequentava assiduamente una chiesa evangelica e alcune volte testimoniava di cose straordinarie che, secondo lui, gli accadevano. Egli aveva atteggiamenti strani non in relazione alle situazioni, come tremolio inconsueto alle mani solo nei momenti di preghiera, che gli altri consideravano come manifestazioni dello Spirito Santo. Inoltre tutti si rallegravano e glorificavano quando testimoniava di protezioni divine. La verità è che in questo uomo, che si faceva chiamare fratello, non era avvenuta mai una conversione,  perché in lui vi era un demone, ignorato da tutti; il demone prendeva in giro vantandosi di miracoli e illudendo chi credeva che fosse lo Spirito Santo. Chi affermava di essere un pastore non riconobbe con quale spirito era guidato il suo membro, ritenendolo pieno di Spirito Santo. Se il pastore avesse riconosciuto da che spirito era guidato, forse quell’uomo poteva essere liberato e salvato. Per l’incredulità, quel pastore in seguito si separò da Dio e rimase egli stesso sotto l’influenza demoniaca, che lo portò a peccare, allontanandosi dalla fede. Purtroppo molte di queste cose avvengono per mancanza di conoscenza spirituale e una chiesa senza doni (1Cor.12:11-28) è in balia del nemico della nostra anima, che usa l’inganno e la falsità contro la verità.

Questo tipo di trappola infatti scatta quando si dà credito alla menzogna o si reputa cose false come verità, come provenienti da Dio, quando in realtà non lo sono, cascando nell’errore o peggio nel peccato imperdonabile contro lo Spirito Santo. Tale peccato si concretizza nell’affermare o sostenere che una determinata situazione si sia compiuta o si sta svolgendo per l’effetto di un demone, quando invece è opera esclusiva di Dio, mediante l’azione dello Spirito Santo in quella persona (Mt.12:24,28).

Si può affermare che esso deriva da una mancanza di discernimento spirituale, confondendo il bene col male e viceversa. L’esempio dei farisei è chiaro, perché essi attestavano che Gesù scacciava i demoni solo per l’aiuto di Beelzebub, ma Egli replicò: “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.  Perciò io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà loro perdonata. E chiunque dice alcuna parola contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato, ma chi parla contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro” (Mt.12:30-32).

Tramite lo Spirito di Dio, noi possiamo distinguere e dobbiamo riconoscere chi non è da Dio, da chi invece lo è, avendo conoscenza degli spiriti, provandoli (1Gv.4:1) per non cadere nelle mani del nemico e perché non esiste perdono per chi pecca contro lo Spirito Santo, come fecero i Giudei.  Gesù operava per mezzo dello Spirito di Dio e loro pensarono che Egli operasse per lo spirito del principe dei demoni, così peccarono contro lo Spirito Santo e per questo peccato non esiste perdono.

Quella comunità, che quell’uomo frequentava e che nessuno ha bloccato le sue espressioni, non esiste più e quelli che esaltavano inconsciamente i demoni, si sono sviati da ciò che è Verità e camminano secondo l’orgoglio del loro cuore, ma: “Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca” (1Gv.5:18, vers.D.).

Cerchiamo perciò i doni spirituali e abbondiamo in essi (1Cor.14:12), perché tutti quelli che camminano nella verità, cioè quelli che appartengono alla Chiesa gloriosa, senza macchia o ruga, santa e irreprensibile (Ef 5:27), possono ricevere vigore nell’unità, sostegno reciproco, per il perfezionamento dei santi nella crescita e per l’edificazione del corpo di Cristo nell’amore (Ef.5:16).

Gli appartenenti alla Chiesa di Cristo, in similitudine i candelabri d’oro, sono accompagnati, protetti, sostenuti dal Signore Gesù stesso e godono della sua presenza, perché è scritto che Gesù è: “…colui che tiene le sette stelle nella sua destra e che cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro” (Ap.2:1). Dal periodo della prima chiesa di Efeso all’ultima di Laodicea, le sette stelle simboleggiano gli angeli delle chiese, ossia i conduttori o collaboratori, che hanno la responsabilità di divulgare e amministrare l’evangelo, tutti uniti e dipendenti da un solo Spirito (Rom.6:5; Col.2:2), mentre i sette candelabri rappresentano tutte le chiese di Cristo dei sette periodi (Ap.1:20).

Gesù tiene nella sua mano le 7 stelle a significare che tutti quelli che amministrano l’evangelo, devono essere guidati nella verità, prendere luce (“la tua Parola è… una luce sul mio sentiero”, Slm.119:105) da Gesù direttamente per illuminare i candelabri (la Chiesa), attraverso lo Spirito Santo. Chi invece non è illuminato dalla Luce di Gesù, è perché non ha comprato da Lui dell’oro raffinato col fuoco (la Parola di Dio, Ap.3:18) e preferisce essere illuminato da una luce artificiale (carnale), anziché dalla sorgente e, di conseguenza, il candelabro, cioè la chiesa, non riceve sufficiente chiarezza, falsa verità, e camminando nella penombra, rischia di inciampare, cadere e rovinarsi.

Mettiamo la nostra vita totalmente nelle mani di Gesù, dimorando in Lui, perché Egli dimori in noi. Il Signore ci invita ad aprire il nostro cuore: “Ecco, io sto alla porta e busso; se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui, e cenerò con lui ed egli con me”.

Dio desidera che noi fossimo “…ospitale, amante del bene, assennato, giusto, santo, padrone di sé” (Tito 1:8), qualità sviluppate da ogni credente, che ha ricevuto il dono della vita eterna, a dimostrazione della sua nuova nascita.

Nella lettera alla chiesa di Laodicea, l’ultima, Gesù parla in similitudine della cena, come sappiamo l’ultimo pasto che si consuma insieme alla famiglia riunita dopo una giornata di lavoro, prima che venga la notte.

La cena rappresenta l’ultimo periodo concesso alla Chiesa, perché la Grazia presto terminerà. E’ proprio rivolto ai credenti l’invito di Gesù ad aprire il loro cuore, cioè lo spirito, affinché Egli entri per cenare con noi. Cenare equivale a stare con noi, aiutandoci in ogni difficoltà, in questi ultimi anni o giorni, prima che la Grazia sia chiusa e arrivi la notte, quando nessuno può più operare (Gv.9:4), perché: “…se uno cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui” (Gv.11:10). Quando Gesù chiuderà il periodo della Grazia (sette periodi o chiese), toglierà anche il suo Spirito dalla terra e allora ci saranno solo tenebre, perché il mondo intero sarà dato nelle mani di Satana, che è il devastatore e distruttore (Dan.9:27; Is 21:2; 54:16).

Facciamo abitare in noi Gesù, il quale non ci lascerà mai soli, fino alla fine, come confermato: “…Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” (Mt.28:20). Amen! Si, Gesù starà con noi, cenerà con noi e noi con Lui. In questi ultimi tempi difficili ci sosterrà, ci consolerà e ci guarderà da ogni cosa malvagia di questo mondo: “…il quale vi confermerà fino alla fine, affinché siate irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo” (1Cor.1:8).

Non rifiutare l’invito, ma accetta e apri il tuo cuore e la tua mente. La tua anima e il tuo spirito siano pronti per la Sua venuta: “Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo” (1Tes.5:23). Santificati e abbandona ogni cosa nelle mani del tuo Signore. AMEN!