Allora toccò loro gli occhi dicendo: -Vi sia fatto secondo la vostra fede” (Mt.9:29), perché agiamo e riceviamo “…secondo la misura della fede che Dio ha distribuito a ciascuno” (Rom.12:3).

Sappiamo però che “La fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio” (Rom.10:17).

Il motivo principale quando non riceviamo quanto richiesto in preghiera è dovuto alla mancanza o alla poca fede. E’ più facile confidare nelle promesse degli uomini, anziché in Dio. Molti si giustificano affermando che, Dio ha dato intelligenza ai medici, uomini senza lo Spirito di Dio, perché possiamo rivolgersi alle loro cure per essere guariti.

In questa maniera noi sottovalutiamo l’intervento divino, a proprio danno, non considerando l’onnipotenza di Dio, che ammonì Israele: “È la mia mano davvero troppo corta per redimere o non ho io forza per liberare?” (Is.50:2) e che dichiara: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal Signore!” (Ger.17:5).

Ritorniamo a Dio, mettendo la nostra fede solo in Lui, io per primo, perché è molto grave confidare nell’esperienza dei medici e non rivolgersi a Dio.

Non facciamo come il re Casa  che “…ebbe una malattia ai piedi; la sua malattia fu gravissima; e, tuttavia, nella sua malattia non ricorse al Signore, ma ai medici” (2Cron.16:12), perché abbiamo la certezza che se confido in Dio “…lo sosterrà quando sarà a letto, ammalato; tu lo consolerai nella sua malattia” (Sal.41:3).

Questi tempi odierni sono contraddistinti da una forte empietà, come fu rivelato da Gesù: “Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà” (Mt.24:12), perciò l’amore per Dio è venuto meno ed è stato sostituito dall’orgoglio.

Conoscendo bene gli ultimi tempi, Gesù inoltre rivelò: “Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc.18:8), per questo dobbiamo tenere fisso “…lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta” (Ebr.12:2).

Adesso domina l’apostasia e molti credenti hanno lasciato la vera fede per correre dietro ai falsi maestri, pastori ed apostoli (2Cor.11:13; 2Ptr.2:1), che insegnano e praticano eresie. Essi si presentano come agnelli, ma sono lupi seduttori (Mt.7:15).

Come possiamo riconoscerli ed evitarli?

Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?” (Mt.7:16).

Non farti trascinare dalle novità o dalle mode esposte da coloro che vogliono fare solo proseliti a proprio vantaggio e lucro, perché in loro non esiste lo Spirito Santo e, essendo carnali, ovvero non spirituali, Dio ci porta a conoscenza che vanno verso la morte (Rom.8:6,7).

Ascoltiamo e mettiamo in pratica quanto ci ha insegnato il Maestro e trasmesso dai suoi apostoli: “Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù quale Signore, e quanto a noi ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù” (2Cor.4:5).

Il nostro compito è donare, come “…gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt.10:8). Servendo con umiltà e grazia, come l’abbiamo ricevuta, “Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme” (1Ptr.2:21). A Dio sia la gloria, la nostra gioia più grande è quella di servire e perfino soffrire per Cristo, seguendo le sue orme.

Esamina bene le Scritture (1Tes.5:21) in più riferimenti e se non corrisponde a quello che ti espongono, con tanta euforia, abbandona e fuggi via, come Gesù disse: “Ma un estraneo non lo seguiranno; anzi, fuggiranno via da lui perché non conoscono la voce degli estranei” (Gv.10:5). Quelli che diffondono menzogne sono estranei alla verità, perciò non farti ingannare e ricorda che: “…lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni” (1Tmt.4:1).

Siamo negli ultimi tempi, prossimi alla fine della vita terrena per continuare nell’eternità, dove ognuno riceverà la retribuzione delle sue opere: “Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna”  (Mt.25:46). Molto presto Dio renderà giustizia a tutti.

Molti si preoccupano di insegnare sempre l’amore, ma quello falso e ironico, perché essi non hanno conosciuto il vero amore di Dio, che ha donato a quelli che credono nel Suo unigenito Figlio. Avendo amato quelli che erano perduti, Dio ha mandato il proprio Figlio nel mondo per redimerli (Gv.3:16).

L’amore verso Dio è precisato nel primo comandamento e verso gli altri nel secondo, sintetizzati in: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi” (Gv.15:12). Come Cristo Gesù ci ha amati, così dobbiamo amare i nostri fratelli. Gesù ha dato la sua vita per noi; infatti, è scritto che: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli” (1Gv.3:16).

Non esiste altro amore più grande di quello di Gesù (Gv.15:13).

Quelli che parlano di amore, sono pronti a dare la loro vita per i fratelli?

Credo pochi, perché si riscontra molto amore ipocrita e poco amore vero.

Gesù avvertì che: “E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me” (Gv.12:50), perciò “Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Gv.3:36).

Credere nel Figlio di Dio è vita eterna, mentre chi rifiuta, rimane sotto l’ira di Dio fino alla fine, quindi possiamo dire che i disubbidienti e i malvagi, con certezza, subiranno, come è scritto, grande “Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e poi sul Greco” (Rom.2:9). Osservate che è scritto prima sul Giudeo e poi gli altri, “Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio?” (1Ptr.4:17). Ricordiamoci che tutto inizierà prima da Gerusalemme (Ez.9), dove Dio punirà la sua città piena di immondezze idolatre.

Abbiamo la speranza della vita eterna, solo se mettiamo in pratica i comandamenti di Dio e non solo quelli che a noi sembrano buoni e convenienti, ma tutti., perché “Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma viene meno in un sol punto, è colpevole su tutti i punti” (Gcm.2:10).

Avere amore senza fede, è nullo, perché se tu affermi di avere amore, devi allora credere in quello che ha detto: “Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Gv.14:15, Lc.1:6; 18:20).

Se non mettiamo in pratica tutti i comandamenti, non riceveremo vita eterna, perché è scritto: “Chi dice: -Io l’ho conosciuto-, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui” (1Gv.2:4). Gesù aggiunse che: “…Il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre” (Mt.23:23).  Occorre quindi giudicare secondo la giustizia di Dio (Gv.7:24), essere misericordiosi (Lc.10:37) ed avere una fede ferma, incrollabile (Ebr.3:14; 10:23), senza mai abbandonare tutto quello che ci è stato comandato, sin dal principio, dai profeti e dagli apostoli, che hanno parlato spinti dallo Spirito di Cristo.

In sintesi: mettere in pratica la verità, rinnegare ogni menzogna e camminare come Cristo camminò (1Gv.2:6).

Tenere sempre presente che tutto sarà fatto secondo la nostra fede (Mt.9:29), se chiediamo con fede, riceveremo, diversamente: “…senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano” (Ebr.11:6). Se crediamo con fede, Dio ricompensa la nostra fede, sempre. La fede opera insieme all’amore, in ogni credente, perciò noi crediamo che la fede con le opere rendono il cristiano perfetto in Dio (Gcm.2:20; Ebr.13:21).

E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti” (Gcm.1:4). Chi parla di amore tra fratelli, deve sapere che prima deve amare Dio (Mrc.12:30) e comportarsi come Cristo si comportò (1Gv.2:6). Gesù non amò la sua vita (Gv.10:17), ma la diede per tutti quelli che credettero, credono e crederanno in Lui.

Ricordiamoci che altrettanto ci è richiesto a noi, perché “Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna” (Gv.12:25). Se lo amiamo e ci chiede di offrire la nostra vita in sacrificio per i nostri fratelli, dobbiamo essere pronti.

Non dimentichiamoci che: “Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina, non ricevetelo in casa e non salutatelo” (2Gv.10).  I falsi sono riconoscibili, perciò “Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell’ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza, …Stringendovi a lui (a Cristo), pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo” (1Ptr.2:1-5).

Allora gli apostoli dissero al Signore: -Accresci a noi la fede-“ (Lc.17:5).