Udito questo, molti dei suoi discepoli dissero: -Questo parlare è duro, chi lo può capire? -”  (Gv.6:60).

Quanti credenti, affrontando la lettura o lo studio di qualche passo delle Sacre Scritture, hanno pensato qualche volta quanto sia difficile capire la Parola di Dio. In tali momenti abbiamo preferito rileggere più volte, magari con più attenzione, un determinato capitolo, verso o un libro della Bibbia, ma senza intendere il vero significato?
Gesù replicò ai suoi discepoli con una risposta concreta, esauriente e sempre valida per risolvere le nostre difficoltà di comprensione: “E’ lo Spirito che vivifica; la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito è vita” (v.63). Infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; Rm 8:7. A chi legge secondo la carne, non è dato comprendere ciò che procede dallo Spirito.

Riflettiamo. Quando avremo acquisito consapevolezza che qualsiasi cosa od azione diretta dalla carnalità, in campo spirituale non porterà ad alcun vantaggio, né contribuirà alla maturità o alla crescita personale, anzi la materialità può causare un danno proprio od altrui con conseguenze anche gravi, allora saremo in grado di valutare e compiere con discernimento ogni aspetto pratico della vita, sotto la guida dello Spirito Santo.
In tal modo, certamente non ci risulterà più difficoltoso intuire il reale e profondo significato della Parola di vita, che emana da ogni rigo delle Sacre Scritture, l’unico testo che contiene potenza e autorevolezza.
Alcune credenti affermano che se applicassimo alla lettera tutti i principi, insegnamenti e comandamenti esposti, ad esempio nel Nuovo Testamento, si verificherebbe una grande perdita perché rimarrebbero solo poche fedeli; ma è esattamente quello che successe ad alcuni discepoli, che abbandonarono il Maestro alla proclamazione delle sue “dure” parole (v.66).
Non è più sufficiente impegnarsi a fare del nostro meglio, perché dobbiamo utilizzare bene il poco tempo disponibile, quindi occorre arrendersi totalmente, facendo la volontà di Dio sempre, come e quando Egli vuole, non vanificando o rendendo improduttivi i nostri sforzi, ma considerare la fonte perenne e l’origine di ogni benedizione dove “Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica” (Fil.4:13).

Certamente noi possiamo mettere in pratica la sua Parola, perchè è Lui che ci fortifica e ci rende capaci, come fare un servizio nella forza che ci è fornita da Dio (1Ptr.4:11).
Oltre all’ubbidienza incondizionata è necessaria una perseveranza tenace di fronte alle molte difficoltà, come l’apostolo Paolo ha mostrato di avere durante la sua missione, affrontando molte prove e, a tal proposito, affermò: “… tu sai quali persecuzioni ho sostenuto, ma il Signore mi ha liberato da tutte” (2Tm.3:11), a dimostrazione che la sua forza derivava dalla completa fiducia ed assegnazione nell’Eterno.
Quando noi dimoriamo in Cristo, per seguirlo pienamente, saremo sicuramente perseguitati e maltrattati: “Infatti tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati” (2Tm.3:12).
Dobbiamo forse spaventarci o sgomentarci! Assolutamente no, perchè “Chi dimora al riparo dell’Altissimo, riposa all’ombra dell’Onnipotente” (Slm.91:1).
Questo Salmo è profetico, il suo messaggio riguarda il residuo d’Israele, messo al riparo durante i 1260 giorni della grande tribolazione (Apoc.12:6), Dio li condurrà al sicuro, protetti dalla sua ombra, mille cadranno intorno a loro e diecimila alla loro destra, ma a loro non si accosterà alcun male e con i loro occhi vedranno la retribuzione degli empi, perchè hanno fatto dell’Eterno il loro rifugio e dell’Altissimo il loro riparo (Slm.91:7-9).

Qualche anno fa fui molto toccata da questo salmo, posso affermare con la massima convinzione, che se seguissimo Cristo completamente, noi riposeremmo all’ombra dell’Onnipotente e “…la sua fedeltà ci sarà scudo e corazza” (ver.4) contro ogni attacco del diavolo.
Inoltre Gesù assicurò: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv.6:54) cioè “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in lui” (v.56).
Gesù dimora in noi, solo se dimorassimo in Lui, mettendo in pratica la sua Parola che evidenzia il corpo di Cristo; siamo vincolati ad essere lavati nel suo sangue, rappresentato dal vino (Gen.49:11; Mt.26:28), per ottenere il perdono dei nostri peccati.
La dimora è la sede dove generalmente viviamo ed operiamo, sentendoci al sicuro; chi non si sente più tranquillo nella casa propria?
Esiste però un posto migliore del nostro soggiorno terreno, esso è rappresentato dalle braccia di Gesù. Quello è un luogo affidabile, dove nessun ladro potrà entrare e rubare, nessuno ci potrà cacciare fuori dall’incantevole dimora, perchè quella casa è fatta di un smisurato amore (Rom.8:35), in cui troveremo riposo.

Gesù insegna che il suo “…giogo è dolce e il suo peso è leggero!” (Mt.11:30).
Non è difficile, né faticoso od impossibile mettere in pratica la sua Parola, Lui ci sosterrà, ma è necessario imparare da Gesù, ad essere mansueti ed umili di cuore (Mt.11:29), allora potrai chiedergli: “Custodiscimi come la pupilla dell’occhio; nascondimi all’ombra delle tue ali” (Slm.17:8).
In Lui otterrai riposo da ogni affanno, ogni ansia terminerà, del domani non devi preoccuparti “poiché egli comanderà ai suoi Angeli di custodirti in tutte le tue vie. Essi ti porteranno nelle loro mani, perchè il tuo piede non inciampi in alcuna pietra” (Slm.91:11,12).
Anche noi possiamo avvalerci di quanto esposto, imitando Gesù, essere mansueti ed umili di cuore, fare dei suoi insegnamenti il nostro unico tesoro prezioso, per dimorare in Gesù e camminare con Lui.
Continuando a stare alla sua presenza sicuramente impareremo e rinnoveremo così la nostra mente, purificandola dai pensieri carnali, fino ad ottenere intendimento e saggezza spirituale, sempre seguendo la volontà del nostro misericordioso Dio e coltivando ogni giorno la nostra intima relazione con Lui.

Oggi stiamo trascorrendo un periodo critico, perché il nemico della nostra anima è più agguerrito ed arrabbiato che mai; lui sta aspettando l’occasione opportuna per poterci divorare, sta legando molti fedeli con bugie ed inganni, tira sempre più la corda rimasta attaccata al credente ignaro per attrarlo o trascinarlo alle mondanità e farlo cadere; convince con astuzia e sagacia che ciò che non è esplicitamente vietato, è permesso ed innocuo all’anima.
Attenzione, non ascoltatelo, perché lui è omicida fin dall’inizio ed è un abile manipolatore della verità e padre della menzogna, desidera la tua e la mia morte spirituale, perciò dobbiamo stare molto attenti, vigilare sempre con accortezza e prudenza, come spesso ci viene ricordato.

Coraggio, il dimorare in Cristo ci mette al riparo dal cadere nella trappola nemica, perché “Il Signore mi libererà ancora da ogni opera malvagia e mi salverà fino a portarmi nel suo regno celeste” (2Tm.4:18); ci rende sicuri quando dormiamo (Slm.4:8) ed ancor di più quando siamo oppressi “L’Eterno sarà …un rifugio inespugnabile in tempi di distretta“(Slm.9:9).
Necessita rimanere alla sua ombra e niente di quello che sta succedendo intorno a noi ci toccherà.
Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto”; (Gv.15:7).
Questa è la promessa per coloro che dimorano in Gesù; per dimorare in Lui, bisogna mettere in pratica i suoi comandamenti, come Egli ha osservato i comandamenti del Padre suo (Gv.15:10).

Quante promesse sono riservate per coloro che, con gioia, accettano di essere attaccati a Cristo, come lo è il tralcio con la vite.
Per coloro che, invece, ritengono sia dura la sua Parola e cercano di accomodarla alle loro esigenze, Gesù dichiara: “Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio e si secca; poi questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e sono bruciati” (Gv.15:6).
Evidentemente risulta particolarmente difficoltoso osservare tutti i comandamenti per quelli che camminano carnalmente, avendo gli occhi rivolti a ciò che il mondo li offre, ma se dimoriamo in Cristo ed Egli in noi, in una comunione stretta e reciproca, la sua Parola ci risulterà dolce, non sarà aspra, come risultò a quei discepoli che decisero di abbandonare Gesù ed andarsene lontano, perché il loro cuore era chiuso a recepire la Parola.

I veri discepoli dichiararono, invece, nella persona di Simon Pietro: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv.6:68).
Solo in Gesù troviamo la vita (Gv.14:6) “affinché non siamo sopraffatti da Satana, perchè noi non ignoriamo le sue macchinazioni” (2Cor.2:11).
Teniamo quindi i nostri occhi fissi e ben aperti verso Cristo con piena fiducia “…per ricevere aiuto al tempo opportuno“(Ebr.4:16).

Tutti noi desideriamo udire quella gloriosa chiamata, vedere Cristo e incontrarlo nell’aria (1Tes.4:17). Non aspettiamo a prendere coscienza dei giorni in cui viviamo, perchè sono gli ultimi, prima del giorno dell’Eterno; le lotte spirituali sono aumentate, come alcuni lo possono confermare. Sono testimone che 45 anni fa, seguire Cristo, era molto più semplice; il mondo non offriva il benessere presente oggi e tutti i credenti vivevano ancora con un cuore semplice.
Quasi ogni sera i fedeli si riunivano in cellule, mettendo a disposizione la propria casa, per lodare Dio e il fuoco dello Spirito Santo scendeva in mezzo a noi.

Che cosa è cambiato oggi?
Il tempo che allora si dedicava a lodare ed a pregare Dio, adesso a chi lo riserviamo? Considerando l’arco di tempo fissato a nostra disposizione, ci sono sempre meno opportunità per la consacrazione, perché la giornata è organizzata male, preferendo occupare periodi di pausa in altre maniere stimate più importanti, mentre basterebbe solo decidere.
Per alcuni, il tempo è sempre poco, non basta mai, perché è troppo impegnato, si affanna per raggiungere obbiettivi che maggiormente si trasformano in ansia e, quando non arriviamo al successo nelle nostre aspirazioni, come preventivato, subentra la frustrazione e la depressione.
Lo scoraggiamento è la causa delle insoddisfazioni, perché il risultato è vincolato e messo in relazione alla valutazione della propria personalità, per cui originano crisi depressive.

Noi tutti se fossimo ben legati alla vite, raffigurazione della Parola di Cristo che possa abitare copiosamente in noi (Col.3:16), vedremmo cose grandiose, perchè Gesù attesta che ogni cosa chiesta, Lui ce la darà (Gv.15:7).

Posso confermare che, per esperienza vissuta, tornando al primo amore, noi usciremo vittoriosi in tutto, ricevendo ciò che chiediamo.
Consideriamoci perciò cittadini del cielo, stranieri e pellegrini su questa terrà (Ebr.11:13), dedicando tempo, cura ed attenzione alla nostra anima per essere preservati da ogni caduta (Slm.56:13).
L’apostolo Pietro a tale proposito incita sostenendo: “Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dai desideri della carne che guerreggiano contro l’anima” (1Ptr.2:11).
Solo allora avremo la forza di recuperare il tempo perso, speso in ozio, intendendo tutto quello che è rivolto al benessere del nostro corpo come sport, divertimenti vari, spettacoli, televisione, ecc., il cui fine è illusorio e provvisorio e, in casi estremi, sfocia nell’emulazione esasperata, nell’alterazione di comportamenti, nella delusione, in agitazioni ed inquietudini, specialmente nei deboli e nei minorenni.
Proponiamoci con fermezza di sottrarre al nemico il tempo che ci ha rubato con passatempi di ogni genere, restituendogli tutta la sua tecnologia, concentriamo nuovamente il nostro sguardo su Gesù, il Signore dei signori, il RE dei re, per dimorare con Lui, donandoci allegria, pace, salute e riposo, con serenità e pieni di voglia di agire.

Confrontiamo attentamente come una notte vissuta con Dio, addormentandoci con la lode nella nostra bocca e risvegliandoci dolcemente e piacevolmente, sia gradevole, contrariamente a quando la sera, ad esempio, dopo la visione di un film, ci apprestiamo a riposare agitati o turbati dalle immagini passate e fissate nel nostro inconscio, senza la presenza e la protezione di Dio, che dà sicurezza.
La dolce presenza divina che avvertiamo nella nostra lode in contrasto con il restare senza Dio, avendo una mente confusa da immagini ingannevoli e forti, che possono disturbare un sonno tranquillo, non è paragonabile a cominciare la giornata con un risveglio rilassante in cambio di insonnia.
Per questo è consigliabile e proficuo che tutte le sere la propria famiglia sia unita per innalzare inni e canti al nostro Dio, oppure leggere, studiare o commentare le Scritture ,per conoscere meglio il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, con il vivo desiderio che Egli dimori in noi.
Percorriamo la strada giusta con santificazione nella fede, con la virtù, aggiungendoci la conoscenza, l’autocontrollo, la perseveranza, la pietà e l’affetto fraterno congiungendo a tutto questo, l’amore. “Perchè, se queste cose si trovano in voi abbondantemente, non vi renderanno pigri né sterili nella conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo” (2Ptr.1:8).

Ricordiamoci che se non ci appartassimo, separandoci dal mondo e cominciando a condurre la nostra vita, secondo il consiglio dell’apostolo Paolo “…camminate secondo lo Spirito e non adempirete i desideri della carne“; (Gal.5:16) e “Se viviamo per lo Spirito, camminiamo altresì per lo Spirito“; (v.25), non potremmo godere della comunione santa con i suoi benefici, per restare nella grazia di Dio.

Camminare secondo lo Spirito, porta inevitabilmente alla separazione automatica dalle aspirazioni della carne, perché entrambi sono condizioni opposte e perciò una esclude l’altra; di conseguenza sentiremo il suono dell’ultima tromba che radunerà tutti gli eletti e fedeli nelle nuvole, per incontrare e rimanere per sempre col nostro Salvatore Gesù (1Cor.15:52).
In tale condizione assomiglieremo alle cinque vergini avvedute (Mt.25:1-13), al contrario, rimarremo fuori, esclusi definitivamente dalla gloria di Dio, come le altre disavvedute, che hanno valutato dura e difficile la parola di Gesù, non dimorando in loro.

Certamente il desiderio principale di tutti quanti è quello di stare con Gesù per tutta l’eternità e perciò attendiamo con speranza e fiducia il compimento di ogni cosa.
Possiamo essere partecipi e protagonisti principali di questo evento tanto desiderato, se solo avessimo dimorato in Gesù, nel suo amore ed Egli fosse presente in noi, allora potremmo concludere, affermando con vigore “…non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal.2:20).

Questo semplice messaggio è stato per me significativo come dell’acqua dissetante per i disidratati (Gv.4:14).
Il mio desiderio è che lo sia altrettanto per voi eletti “…prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore“; (Ef.1:4) di Cristo Gesù, nostro Signore.

Matilde vi abbraccia tutti con amore in Cristo Gesù.
Dio sia con voi.

( 27 Set.2006)