Con Gesù furono crocifissi anche due ladroni e, uno di loro, derideva Gesù, dicendo: “se tu sei il Cristo, salva te stesso e noi“. Lui certamente non pensava alla salvezza della sua anima, come notiamo, ma chiedeva che la sua persona fisica fosse liberata. Egli stava pensando alla carne, che soffriva e perciò chiedeva di scendere dalla croce.

L’altro ladrone, invece, ebbe timore di Dio e riconobbe che Gesù è il Cristo, che stava soffrendo come loro, ma era innocente, senza aver commesso alcun misfatto. Egli chiese a Gesù di ricordarsi di lui, quando salì nel suo regno. Il ladrone sapeva che stava soffrendo giustamente, perché colpevole e, preoccupandosi della sua anima, riconobbe il suo peccato e ravvedendosi confessò: “noi siamo colpevoli e degni di questa condanna, ma costui non ha commesso alcun male“.

Il ladrone non aveva più tempo, era condannato a morte, ma sentì il bisogno di rivolgersi a Gesù, affinché si ricordasse di lui. Egli non amò, come l’altro, la vita terrena, cercando di scendere dalla croce, ma desiderava maggiormente di stare con Gesù nel suo regno.

Gesù dichiarò: “perché chi vorrà salvare la propria  vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la ritroverà. Che giova infatti all’uomo, se guadagna tutto il mondo e poi perde la propria anima? O che darà l’uomo in cambio dell’anima sua? (Mt.16:25,26). Questa è un grande lezione di vita, che Gesù ci presenta. Il ladrone non ha amato la propria vita, anche se era su quella croce per pagare i suoi misfatti alla società. Fu condannato giustamente, pagò con la morte, ma ebbe salva la sua anima, seguendo Gesù nel suo regno.

Non prendete come esempio il malfattore, che si pentì e fu giustificato da Gesù, quando gli assicurò: “…In verità ti dico oggi, tu sarai con me in paradiso” (Lc.23:43), perché pur avendolo riconosciuto come Giusto, egli comunque morì sulla croce, pagando egli stesso per le sue colpe commesse, come ammise.

Giuda si pentì dopo aver tradito Gesù, ma non entrò affatto nel regno di Dio. “Allora Giuda, che lo aveva tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò i trenta sicli d’argento ai capi dei sacerdoti…” (Mt.27:3). Di Giuda è scritto che: “Sì, il Figlio dell’uomo se ne va come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo per mezzo del quale il Figlio dell’uomo è tradito. Sarebbe stato meglio per lui, se quell’uomo non fosse mai nato!” (Mrc.14:21).

Ugualmente Caino fu maledetto ed Esaù non ricevette perdono, perché non si pentì: “Voi infatti sapete che in seguito, quando egli volle ereditare la benedizione, fu respinto, benché la chiedesse con lacrime, perché non trovò luogo a pentimento” (EBr.12:17), a causa della vendita del suo diritto di primogenitura al fratello Giacobbe.

Se fosse sufficiente e possibile solo pentirsi, mentre si sta morendo, per ricevere la grazia, allora la Scrittura e il sacrificio di Gesù sarebbe stato vano. Solo attraverso la fede in Gesù e il battesimo, noi riceviamo salvezza, perché: “…chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato; ma chi non ha creduto, sarà condannato” (Mrc.16:16). Non basta quindi pentirsi, ma bisogna credere ed essere battezzati: ”Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo” (Atti 2:38).

Poiché voi tutti che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo” (Gal.3:27). Nessuno si illuda, non si entra nel regno di Dio, se non si rinasce, ovvero nati da Dio, “…i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio” (Gv.1:13), “in verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio” (Gv.3:3). Per nascere di nuovo occorre prima credere, ravvedersi e: “…poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Rom.10:9) battezzarsi, ovvero morire al peccato e risorgere a nuova vita, come confessione pubblica di professare la fede in Gesù.

Dio è fedele in eterno e la sua Parola non cambia, ma sono purtroppo i nostri pensieri e decisioni a cambiare direzione. Dio resta fermo, è irremovibile nelle sue decisioni e tutto quello proclamato, si è avverato, adesso come lo sarà per sempre.

Dio non è un uomo, perché possa mentire, né un figlio d’uomo, perché possa pentirsi. Quando ha detto una cosa, non la farà? O quando ha dichiarato una cosa, non la compirà?” (Num.23:19),

La Gloria d’Israele non mentirà e non si pentirà, perché egli non è un uomo che si pente” (1Sam.15:29).

Alla sua morte Gesù andò nello Sceol e divise i fedeli dagli infedeli (Gv.5:25,28; 1Ptr.4:6; 3:19), così quelli che avevano amato la vita terrena rimasero nello Sceol, chiamato anche Ades, mentre chi fu fedele alla sua Parola, fu portato nel seno di Abramo. Da Gesù in poi tutti i morti in Cristo sono stati portati nella gloria di Dio e così sarà fino al ritorno di Gesù, che con voce di arcangelo e con la tromba di Dio, raccoglierà a sé la sposa, che è la sua Chiesa. Quindi fino a quel giorno tutti i fedeli, morti fino a oggi, sono nel seno d’Abramo, in Paradiso (Lc.16:24).

Perché Gesù disse al ladrone oggi stesso tu sarai con me in paradiso?

Gesù è salito però in cielo dopo quaranta giorni dalla sua morte. La dichiarazione “oggi stesso sarai con me in paradiso” è l’assicurazione che il ladrone credette in Gesù e i suoi peccati furono rimessi, alla morte di Gesù, lavati con il suo sangue. Infatti, Gesù morì prima dei due ladroni: “…arrivati a Gesù, come videro che era già morto, non gli spezzarono le gambe (Gv.19:33).  Alla sua morte, il ladrone andò nel cielo, nel seno di Abramo e, avendo creduto in Cristo Gesù, i suoi peccati furono cancellati: “… poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Rom.10.9). Non dovette battezzarsi, perché il ladrone pagò con la sua vita il peccato, come accadrà ai martiri della grande tribolazione.

Gesù deve essere al centro dei nostri pensieri e desideri, preferendoLo ad ogni altra attività e perfino alla nostra famiglia: padre, madre, moglie o marito, figli  (Mt.10:37). Il primo posto nella nostra vita e nel nostro cuore deve essere occupato da Gesù, se vogliamo appartenergli ed essere chiamati figli di Dio. Gesù ci ha riconciliati a Dio tramite la sua morte e per questo è scritto che è divenuto Sommo Sacerdote in eterno: “Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo” (Ebr.2:17).

Simile a Gesù dobbiamo essere noi e, come è scritto, camminare come Egli camminò (1Gv.2:6) “Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova” (Ebr.2:18).

In tutto il nuovo testamento, dagli evangeli all’Apocalisse, siamo esortati a non essere carnali, a non amare la propria vita, ma ad esporla per Cristo tutti i giorni (Ap.12:11). Lasciare il mondo è morire al peccato e ai suoi desideri: ”Ma siete rivestiti del Signor Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfare le sue concupiscenze” (Rom.13:14). Dobbiamo cercare la santità del corpo e nello stesso modo quella dello spirito, perché è tempo di svegliarsi per andare incontro allo Sposo, che presto radunerà a sé la sua sposa: “Ecco arriva lo sposo, uscitegli incontro” (Mt.25:6).

Per uscire ad incontrar lo Sposo, la sposa deve essere pronta, non può chiedere allo Sposo di ritornare o di aspettare ancora ed inoltre, se non hai l’olio nella tua lampada, lo Sposo passerà oltre. Sii ripieno perciò dello Spirito Santo e vegliamo dunque, perché non conosciamo quando il padrone di casa verrà (Mc.13:35). Certamente Gesù verrà per rapire la sua sposa, allora preparati come una sposa, che deve incontrare il suo sposo per il giorno più bello della sua vita. Dovrai essere pronto, vestito con un abito risplendente, puro e senza macchie. Hai mai visto una sposa in disordine e con un vestito macchiato presentarsi alla cerimonia? Dato che Gesù è santo e perfetto, vuole una sposa santa “per far comparire la chiesa davanti a sé gloriosa, senza  macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile” (Ef.5:27), quindi “Chi dice di dimorare in lui, deve camminare anche egli come camminò lui” (1Gv.2:5).

Elimina allora dal tuo vestito ogni macchia; la macchia è ogni carnalità esistente in te, quindi pulisci il tuo vestito con la santificazione, indossa le vesti bianche per essere degno di Cristo Gesù (Ap.3:4), ravvediti  da ogni opera malvagia e infruttuosa, prima che lo Sposo arrivi e chiuda la porta di ingresso alla vita eterna. Se non sei pronto o il tuo vestito ha ancora delle macchie, non sarai accettato e allora rimarrai qui ad affrontare la terribile devastazione ad opera della bestia, cioè dell’uomo che riceverà da Satana regno, potenza e autorità (Ap.13:2) e dell’anticristo, il suo aiutante, ovvero colui che si metterà al posto di Cristo, facendo miracoli e prodigi, ma falsi.

Non rimanere ad aspettare il giudizio, come il ladrone, che si preoccupò di chiedere di scendere dalla croce, ma Gesù ti dice:  “Ti consiglio di comprare da me dell’oro affinato col fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per coprirti e non far apparire così la vergogna della tua nudità” (Ap.3:18).

La nostra speranza è che non ti presenterai nudo alla sua chiamata, cioè pieno di menzogne, al posto della verità. Santifica il tuo corpo e chiedi a Dio che purifichi la tua anima e ti rinnovi dell’amore di Gesù, perché non si mette del vino nuovo in otri vecchi. Dedica tutto il tempo che puoi per Cristo e fatti guidare dallo Spirito Santo nel fare la volontà di Dio, con fermezza e decisione. Esegui solo il suo piano, non aggiungendo nulla di tuo e allora sarai benedetto.

Dio vuole santità completa e non a metà. Non puoi servire due padroni, perché odierai l’uno e amerai l’altro (Mt.6.24). Affrettiamoci a fare il passo decisivo verso Cristo, lasciamo il mondo e cerchiamo le cose celesti, perché la nostra eredità sarà nei cieli. L’apostolo Pietro consiglia: “Carissimi io vi esorto come stranieri e pellegrini, ad astenervi dai desideri della carne che guerreggiano contro l’anima” (1Ptr.2:11).

Non far dominare la carne, ma lo spirito, che sarà nutrito dalle cose celesti, che Gesù metterà in te. Prego Dio che tu scelga di far vincere lo spirito, consacrandoti a Cristo.

Non siete perciò disavveduti, ma intendete qual sia la volontà del Signore” (Ef.5:17). Non dubitare nel riconoscere che Gesù è vicino a te, per aiutarti a superare ogni difficoltà. Affidati al Signore e anche tu, come il ladrone, supplica di ricordarsi di te, riconoscendo il tuo peccato e consegnando la tua anima nelle mani di Gesù. Non chiediamo, invece, come l’altro ladrone, di scendere dalla croce, anzi, prendiamo la nostra croce ogni giorno e seguiamo Gesù, come confermò: “Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mrc.8:34).

Coraggio, sii forte e chiedi a Dio sapienza in ogni circostanza, per poter arrivare, dove lui vuole, non dove vuoi tu.

La grazia sia con te e con tutti quelli che amano il Signor nostro Gesù Cristo. Dio ti benedica.