Introduzione.

Il profeta Isaia visse ai tempi dei re di Giuda in Gerusalemme, prima della deportazione in Babilonia. A partire da Uzziah, che seguì le vie dell’Eterno così come Jothan, fino ad Achaz, che non camminò secondo i comandamenti divini, perché fu idolatra a tal punto da condurre suo figlio a sacrificarlo attraverso il fuoco.

Dopo Isaia regnò Ezechia, che mise in pratica la legge di Mosè, camminando in fedeltà a Dio; né prima né dopo di lui ci furono re che rimasero uniti all’Eterno come lui (2Re 18:5,6).

Le profezie sono simili alle parabole che Gesù esponeva ai Giudei in quei tempi, perché i misteri di Dio non possono essere compresi da tutti, ma solo da coloro che Dio ha scelto. Per questo motivo nelle profezie il nome di Gesù viene sostituito con altri nomi comparativi. Infatti i discepoli di Gesù gli chiesero: “-Perché parli loro in parabole?-. Ed egli, rispondendo, disse loro: -Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. “Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell’abbondanza; ma a chiunque non ha, gli sarà tolto anche quello che ha. Perciò io parlo loro in parabole, perché vedendo non vedano, e udendo non odano né comprendano”. Così si adempie in loro la profezia di Isaia, che dice: -Voi udirete ma non intenderete; guarderete ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è divenuto insensibile, essi sono diventati duri d’orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore e non si convertano, e io li guarisca” (Mt.13:10-15).

Al popolo ebreo, a cui non era destinata la Parola profetica, che i servi di Dio, Gesù e i suoi apostoli annunciavano, fu chiuso occhi e orecchi spirituali. Gesù specifica molto chiaramente che, pur udendo la predicazione, essi non capivano e questo è rimasto per tutti gli ebrei anche per tutto il tempo della loro cattività della durata di sessantadue settimane, circa 1878 anni e lo sarà fino all’inizio dell’ultima settimana.

Le Scritture non possono essere interpretate, ma si intendono solo con Spirito di Dio: chi non è stato sigillato con lo Spirito Santo non può capire correttamente ciò che vi è scritto, Gesù disse: “…quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in tutta la verità” (Gv.16:13). La Bibbia è stata tradotta dal suo linguaggio originale e nell’ultimo secolo sono sorte versioni con vocaboli ed espressioni moderne. I traduttori non si sono attenuti rigorosamente al senso delle parole ed i revisori hanno cercato di interpretare personalmente le Sacre Scritture: in questo modo hanno modificato gradualmente il significato di alcuni versi secondo il loro discernimento, adattando le parole al nuovo linguaggio, commettendo molti errori gravi. I figli di Dio non interpretano le Scritture con la loro intelligenza e sapienza, ma si fanno guidare dallo Spirito Santo e per questo motivo riconoscono la verità, perché essa è comprensibile solo per: lo Spirito di Gesù Cristo (Fil.1:19) che ci farà conoscere l’autenticità.

Gesù dichiarò il motivo per cui esponeva i misteri del regno di Dio in modo incomprensibile ai Giudei, immorali e corrotti dalle proprie tradizioni.

Nei primi secoli dopo Cristo la chiesa cattolica ha fatto prevalere il suo punto di vista su alcuni concetti, contestati nelle Scritture da altre confessioni religiose, convocando dei concili, da lei controllati, al fine di stabilire alcuni principi dottrinali, universalmente accettati, come dogmi, puramente carnali e nettamente contrastanti la verità. I dogmi, come le tradizioni tramandate verbalmente, sono ritenute come verità assolute ed indiscutibili, al pari della Bibbia, in modo da soddisfare le proprie esigenze carnali, adattate a seconda dei casi e dell’evoluzione sociale e tecnologica e talmente convincenti, che anche alcune confessioni protestanti hanno aderito ad esse, come ad esempio al concetto della trinità (Col.2:23). Tali comunità religiose si sono accordate con la chiesa romana per essere considerate alla pari e per far parte dell’ecumenismo (la grande Babilonia), tanto ricercato per i suoi privilegi, non considerando affatto, in questo modo, a quale altissimo prezzo spirituale si sono sottoposte, da pagare col distacco eterno dal cospetto di Dio.

Dio offre intendimento ai semplici e chiude gli occhi a coloro che si ritengono sapienti, perché “Se fossero savi, lo capirebbero e considererebbero la fine che li aspetta” (Deut. 32:29)I Farisei, ai tempi della missione di Gesù, erano increduli ed il loro cuore era insensibile alla Parola scritta nella legge: amavano mettersi in mostra, dando importanza all’apparenza, anziché al contenuto. Ai nostri tempi si verifica la stessa cosa: a molti piace innalzarsi e mostrarsi in prima fila, essere persone importanti, potenti ed autorevoli od al centro dell’attenzione; anche ministri o rappresentanti di grandi imperi religiosi sono considerati come uomini rispettabili e degni, perciò il mondo li onora e li esalta, perché sono del mondo, come dichiarato: “Se foste del mondo, il mondo amerebbe quel ch’è suo; ma perché non siete del mondo, ma io v’ho scelti di mezzo al mondo, perciò vi odia il mondo” (Gv.15:19).

I discepoli furono odiati dal mondo, come lo fu il Maestro, perché il mondo odia ciò che non è suo: noi non siamo del mondo, ma appartenenti a Dio. Quando le persone ci trattano male, per la testimonianza di Gesù, consoliamoci e rallegriamoci, perché saremo beati con Lui. Coloro che sono stati conquistati dal mondo, diventando orgogliosi e superbi, saranno abbassati, mentre Dio innalzerà gli umili “..ha tratto giù dai troni i potenti, ed ha innalzato gli umili” (Lc.1:52)Tutti i discepoli riconobbero in Gesù il Salvatore d’Israele, il Figlio di Dio e per questo fu concesso a loro di conoscere la verità, Pietro guidato dallo Spirito dichiarò a Gesù “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” e Gesù gli rispose: “Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli” (Mt. 16:17,18).

Nessuno può comprendere le cose di Dio “…L’uomo non può ricevere nulla se non gli è dato dal cielo” (Gv.3:27), come anche la sua Parola, nel significato esatto, se non per mezzo dello Spirito di Dio, che ci arricchisce in tutto, con ogni dono di parola e di ogni conoscenza (1Cor.1:5; 12:8). Per questo motivo la parola di Dio rimane misteriosa o incomprensibile per molti, come viene espresso apertamente dall’apostolo Paolo: “Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente (1Cor. 2:14)Chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne (Gal.6:8) per sottolineare che ogni opera carnale è contro lo Spirito, così come è impossibile capire, con la nostra intelligenza razionale, ciò che procede da Dio. A tal proposito Gesù precisò: Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono (Mt.13:13)Tutti coloro che non adoperano lo Spirito, ma la loro mente carnale, non possono comprendere, udire e vedere spiritualmente; la loro mente studia la Parola di Dio come se studiasse un qualsiasi libro scritto da uomini carnali.

Tutto il residuo scelto In Giuda e Gerusalemme ricevette la Parola e le folle riconobbero Gesù come il profeta che doveva giungere da Nazareth (Mt.21:11).

Dal tempo del profeta Isaia a Gesù passarono più di seicento anni e da Ezechiele a Daniele più di cinquecento anni: periodi dove vari profeti effettuarono delle indagini per comprendere i tempi e le circostanze che Dio proferiva per bocca loro, Questa salvezza è stata l’oggetto delle ricerche e delle investigazioni dei profeti che profetizzarono della grazia a voi destinata” (1Ptr.1:10) e, anche se sono morti nella fede senza ricevere le promesse, Dio gliele ha mostrato loro da lontano e perciò hanno creduto (Ebr.11:13).

Dio parlava ai suoi profeti in sogno o in visione (Num.12:6), come al profeta Osea dichiara: “Ho parlato ai profeti, io ho moltiplicato le visioni, e per mezzo dei profeti ho usato similitudini” (Os.12:11) Infatti nelle profezie il nome di Gesù veniva sempre sostituito ed indicato con quello di altri personaggi reali, ben conosciuti e contemporanei alla rivelazione, poiché non a tutti era data la conoscenza sul contenuto. Ad esempio, le Scritture ci attestano che i Farisei e molti degli Scribi, difensori e dottori della legge, non riconobbero la venuta del Messia, rifiutarono Gesù, aggredendolo e condannandolo a morte. In similitudini vengono sostituiti anche i nomi usati per identificare il dragone (Satana), individuato con titoli, tra i quali il Faraone, il re di Tiro, il re di Babilonia o tramite riferimenti a luoghi, a città od a popoli che domina, come l’Egitto, Elam, Gog, Assiria, Edom ed altri ancora. Da notare bene che i tempi degli avvenimenti profetici non sono riportati in ordine di successione: ciò significa che in uno stesso capitolo, la profezia può riferirsi prima agli avvenimenti futuri poi a quelli passati.

Dio sollecitava il suo popolo al ravvedimento dal peccato, evidenziando la furente ira dell’Eterno sul popolo, se non ci fosse stato un pentimento. Dio si scelse un popolo tra molti altri, perché Lo servisse e che mettesse in pratica le sue Leggi, per essere il loro Salvatore, ma appena uscì  dalla schiavitù dell’Egitto, si ribellò all’Eterno, prostrandosi agli idoli stranieri, come era praticato fra gli egiziani popoli pagani.

Nelle profezie, il peccato di idolatria viene indicato con le espressioni di prostituzione, fornicazione, sia per il popolo ebreo che per i gentili come per la donna meretrice: “…grande prostituta che siede su molte acque… Babilonia, la grande, la madre delle prostitute e delle abominazioni della terra… la grande città che domina sui re della terra” (Apoc.17:1,5,18), analogia di un impero religioso chiamato cristiano ma sono adoratori di idoli (il Vaticano), le acque rappresentano una moltitudine di popoli, nazioni e lingue.

La nazione d’Israele è confrontata con la figura femminile, Dio paragonò Israele ad una donna da cui doveva nascere il Messia e la sua progenie (coloro che crederanno in Lui), Gesù schiacciò il capo al serpente (Satana) e diede tale autorità a tutti coloro che Lo seguiranno, dicendo: “E io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno” (Gen.3:15). Israele da quando uscì dall’Egitto fu considerata da Dio neonata poi vergine adorna di ogni bellezza, donna in tutte le sue fasi di crescita (Ez.16), fino a divenire adultera, che si prostituisce con molti popoli (adorando idoli di ogni genere). Infatti Israele adorò molti déi pagani di popoli vicini, che l’Eterno aveva sottomesso loro, lasciando l’adorazione al Dio vivente e violando, in questo modo, il comandamento che gli fu dato per mezzo di Mosè (Es.34:14). Israele quindi continuò a peccare nonostante gli avvertimenti divini “Così hai moltiplicato le tue prostituzioni col paese di Canaan fino in Caldea, ma neppure con questo sei stata soddisfatta” (Ez.16:29) e non si ravvide nemmeno quando Dio sottomise Israele ai loro nemici, i gentili (Ger.3:20; Ecl.7:26; Gen.3:1,6).

La similitudine di Israele a una donna è stata descritta in Gen.3:15 dove vengono individuate le opposte due generazioni: quella del male, del seme del serpente, satanica e quella del bene, del seme della donna, Israele, da cui nacque Gesù;. Come pure è presentata in Apoc.12:1, come una donna vestita di sole, avente la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle, appunto le dodici tribù di Israele. Definita donna santa e pura, come:“…colei che appare come l’alba, bella come la luna, pura come il sole, tremenda come un esercito a bandiere spiegate? (C. dei Cantici 6:10). La raffigurazione (donna) è la similitudine d’Israele che è vestita di sole si riferisce al millennio, quando Dio abiterà con loro, camminando nella sua luce (il sole), dove la luna rappresenta tutte le nazioni presenti sulla Terra, che serviranno l’Eterno ma saranno assoggettate al popolo di Dio, profeticamente dichiarato un popolo santo.

Isaia descrive il dragone, Satana, negli ultimi tempi, quando egli regnerà per 1.260 giorni come dittatore assoluto, adorato al posto di Dio.

Precisiamo che i nomi di personaggi, a cui la profezia si riferisce, non sono mai indicati chiaramente, ma sono sempre usati in similitudini attinenti a persone ben conosciute e contemporanee al profeta. In qualche modo il contenuto del messaggio è collegato a fatti od a situazioni simili da sottolineare, perché sia comprensibile a chi legge usando lo Spirito di Dio. Ad esempio Gesù viene identificato, per analogia di eventi, con il nome di Eliakim, Ciro, Zorobabel, Davide ecc. Tutti questi personaggi hanno una affinità con Gesù: Davide era re d’Israele (1Cron.18:14) e Gesù è il Re d’Israele (Gv.1:49; 12:13) ed ancora “così dice Ciro, re di Persia: Il Signore, Dio dei cieli, mi ha dato tutti i regni della terra ed egli mi ha comandato di costruirgli una casa a Gerusalemme, che si trova in Giuda” (2Cron.36:23).

Dio ha sottoposto a Gesù tutti i regni della terra (Ebr.2:8) ed Egli è il costruttore della casa di Dio: “così parla il Signore degli eserciti: ecco un uomo, che si chiama il Germoglio, germoglierà nel suo luogo e costruirà il tempio del Signore” (Zac.6:12). Gesù, nella potenza di Dio, fece miracoli e prodigi durante la sua missione terrena (Lc.5:17), fu “Consiglieretramite lo Spirito Santo che Gesù mandò, quando salì al Padre (Gv.14:26). Gesù sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per la casa di Giuda nel millennio (Is.22:21); per loro ancora continuerà ad essere il Principe di pace (Mt.2:6; Atti 3:15; Ezec.34:24).

Se cercassimo di comprendere anche un solo verso della Parola di Dio con la nostra intelligenza, rimarrebbe solo un intendimento carnale inutile; perciò occorre la guida e la conoscenza data dallo Spirito Santo, che si ottiene annullando il proprio io e sottomettendo la nostra mente a Cristo: “Poiché chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo ammaestrare? Ma noi abbiamo la mente di Cristo” (1Cor.2:16). Noi tutti dovremmo imitare gli apostoli, che parlavano, non con la loro sapienza carnale, ma, ripieni dello Spirito Santo, proclamarono i misteri di Dio (1Cor. 2:4,7).

Attesto in maniera assoluta quanto esposto, per testimonianza diretta: fino a quando leggevo e ragionavo con la mia intelligenza, tutte le parole profetiche e diverse parabole rimanevano incomprensibili, intuendo un significato diverso dal reale, secondo la mia sapienza e cultura. Di conseguenza, ero talvolta perplessa per quello che mi avevano insegnato come verità, che non aveva un riscontro effettivo con i versi biblici. Da quel momento nacque in me il forte desiderio di conoscere le profezie e la verità, non quella che io credevo che fosse, né quella che mi era stata insegnata, ma solo la verità che procede da Dio, come dichiarata per bocca dei profeti e degli apostoli. L’autenticità profetica non mi fu a lungo nascosta: la voglia intensa di comprendere la Parola, mi portò ad annullare la mia intelligenza e il mio io, elevando così lo Spirito di Dio, che è in me. Un fiume di conoscenza mi inondò e, usufruendo della sapienza dello Spirito, capii la differenza tra il significato carnale, finora appreso e quello spirituale, espresso da parole spirituali, che naturalmente con la carne non si può ricevere e né conoscere, come è esposto “e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali” (1Cor 2:13). Un piccolo esempio chiarificatore: interpretavo la parola ricchezza come beni o tesori di questo mondo, che sono passate sotto il dominio di Satana (Lc.4:6) e che mai dobbiamo desiderarle, anziché considerarla come ricchezza spirituale della sua Parola, che dobbiamo anzitutto ricercare, messa a nostra disposizione da Dio.

Non devi scoraggiarti, ma cercare la conoscenza della parola di Dio, la verità assoluta; cercala ed aspettala, sono certa che non ti verrà negata, perché Dio dona a tutti coloro che la chiedono umilmente e desiderando intendimento con tutto il cuore: “Volgetevi alla mia riprensione; ecco, io verserò il mio Spirito su di voi e vi farò conoscere le mie parole; …sì, se chiedi con forza il discernimento e alzi la tua voce per conoscere intendimento, se lo cerchi come l’argento e ti dai a scavarlo come i tesori nascosti, allora intenderai il timore dell’Eterno e troverai la conoscenza di DIO” (Prv.1:23; 2:3,4,5).

Il nostro studio è fondato sugli avvenimenti profetici: ci permette di conoscere non solo il passato del popolo scelto, ma anche il futuro di coloro che vivranno in carne ed ossa per mille anni sulla Terra, dopo che l’empio (la bestia, con lo spirito del dragone) sarà sterminato, insieme all’anticristo e tutti i suoi eserciti (coloro che prenderanno il numero o il nome della bestia sulla loro fronte).

Le anime delle persone morte in Cristo, rivestite di un corpo simile al suo, vivranno in eterno insieme a colui che ha dato la sua vita per il loro riscatto “il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Mt.20:28). Il Figlio dell’uomo è Gesù e non Dio. Dio è Spirito ed egli è il Creatore, suprema autorità su ogni cosa creata, per cui non è mai nato, né morto e né risuscitato.

Ogni verso profetico è riferito ad avvenimenti già passati, presenti o futuri, che non sono quasi mai in ordine di tempo: ad esempio, in un capitolo al primo verso Dio parla ad Israele delle grandi benedizioni che nel millennio ha riservato per il residuo scampato alla grande tribolazione e nel secondo verso, invece, può cambiare totalmente il contenuto profetico, che riguarda il passato o il presente. Dio, per mezzo dei suoi santi profeti, ha presentato al suo popolo ogni avvenimento futuro, da quando uscì dalla schiavitù dell’Egitto fino al millennio di pace, elencando tutte le conseguenze del loro peccato se non si fossero ravveduti e pentiti. Molte profezie si sono avverate: siamo alla conclusione degli eventi, che avverranno tra pochi anni, si avvererà il compimento dei settanta anni che l’angelo riferì al profeta Daniele (9:25,26).

Il popolo scelto non camminò secondo le leggi dell’Eterno; per questo motivo Egli li scacciò dalla terra promessa, mandandoli in esilio: la prima deportazione di Israele fu in Assiria ai tempi del re Giosia (2Re17), poi quella di Giuda e Gerusalemme in Babilonia (2Re25) ed infine l’ultima, la diaspora, avvenuta nel 70 d.C. per tutte e due le case d’Israele. Tutte le fasi del popolo Israelita, dalla sua nascita al millennio, sono indicate da Isaia; egli profetizzò molti oracoli sulla venuta dell’Unto di Dio, come molti altri (Davide, Zaccaria, Ezechiele, Daniele, Mosè, ecc.) hanno annunciato l’arrivo del Messia, “Allora ho detto: ecco, vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà” (Ebr.10:7)Tutti i profeti hanno annunciato il regno messianico di Gesù Cristo e i regni futuri che gli apparterranno; quando egli avrà sconfitto ed annientato la bestia e l’anticristo (Apoc.13), nella guerra di Armagheddon (Apoc.16:16), si compirà la profezia di Davide nel libro dei Salmi 110:1.

Gesù ribadì: “Il Signore ha detto al mio Signore: “Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi” (Lc.20:42,43) e “…aspettando ormai soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi” (Ebr.10:13). I nemici che saranno posti sotto i piedi di Gesù, sono coloro che hanno disprezzato la Grazia, offerta con il sacrificio del sangue versato sulla croce. I nemici di Cristo sono definiti profeticamente incirconcisi. Gli ultimi nemici o incirconcisi, moriranno nella guerra che si terrà nella valle di Giosafat (Gioele 3), detta battaglia di Armagheddon (Apoc.16:16), uccisi dalla spada (Ez.32:26; 35:8; Apoc.19:20), compreso colui che li ha sedotti, ossia l’uomo con lo spirito del dragone, che è Satana, insieme al suo aiutante l’anticristo, detto anche il falso profeta. Allora il dragone, che è lo spirito satanico, sarà legato e gettato nell’abisso per tutto il tempo (Apoc.20).

Dio regnerà come sovrano assoluto: Egli è il Creatore e Signore di tutto, ma consegnerà i regni, le nazioni ed i popoli nelle mani di Gesù Cristo, il Vincitore, il suo erede (Ebr.1.2; Dan.7:13,14; 1Cor.15:27,28; Ebr.2:5,8; 1Ptr.3:22), il Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, perché discendente dalla radice di Davide.

Le profezie riguardo ad Israele si fermano alla diaspora, alla distruzione del tempio, nel 70 d.C. Da questo momento ogni oracolo per Israele cessa di esistere, perché Dio consegnò il suo popolo nelle mani dei loro nemici (Is.43:21; Ger.12:7; Ez.35:5), per sessantadue settimane (Dan.9:25). Le profezie tornano brevemente a parlare d’Israele, solo accennando al ritorno, permesso da Dio, di un residuo degli ebrei nella loro patria, facendoli rientrare nel nuovo stato d’Israele, dopo le sessantadue settimane di esilio (n.b.: le sessantadue settimane si contano dal 70 d.C., anno della distruzione del tempio di Gerusalemme, quando Dio abbandonò il suo popolo, fino al 1948, anno di riconoscimento dello stato di Israele, dopo lo sterminio o Shoah). Il popolo ebreo rimarrà senza Dio morto spiritualmente (descritto in modo chiaro in Ez.37) fino all’inizio dell’ultima settima che è di sette anni quando Dio toglierà su di loro il velo o lo spirito di stordimento che li rende ciechi e sordi delle cose appartenenti a Dio, ma nell’ultima settimana coloro che si troveranno scritti nel libro della vita saranno reinnestati (1Cor.2:14).

Con la predicazione di Giovanni Battista finisce il vecchio patto, si compirono tutte le profezie riguardo il Messia ed iniziò il nuovo patto. La Grazia, si chiuderà con il rapimento della Chiesa o Sposa di Cristo, periodo contemporaneo all’ultima chiesa di Laodicea. Coloro che hanno seguito Cristo, mettendo in pratica il suo evangelo, chiamati Chiesa di Cristo, saranno rapiti nelle nuvole; l’apostolo Paolo descrive: “poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore” (1Tes.4:17).

Dalla fine del periodo della Grazia, le profezie sono dirette nuovamente ed esclusivamente ad Israele per loro ci sarà salvezza, l’angelo riferì al profeta Daniele l’avvenimento dell’ultima settimana,    “In quel tempo sorgerà Mikael, il gran capo, il difensore dei figli del tuo popolo; e ci sarà un tempo di angoscia, come non c’era mai stato da quando esistono le nazioni fino a quel tempo. in quel tempo il tuo popolo sarà salvato, tutti quelli che saranno trovati scritti nel libro” (Dan.12:1). Nell’ultima “settimana”, circa sette anni, succederanno avvenimenti catastrofici (tempo d’angoscia) sia per il popolo ebreo che gentile: i primi tre anni e mezzo saranno segnati dalle guerre promosse dal Nord contro il Sud e l’artefice avrà in mano il potere assoluto, per poter votare allo sterminio ciò che Dio gli concederà (Dan.11:15,19), in questi anni saranno aperti i sigilli e le trombe suonate dagli angeli che colpiranno ognuna di esse la terza parte della popolazione umana.

Nel corso dei successivi tre anni e mezzo, ci sarà una grande tribolazione perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà” (Mt.24:21)In questi anni, per milleduecentosessanta giorni, Satana donerà tutto il suo potere ad un uomo dichiarato bestia (Apoc.13) per la sua ferocia. L’anticristo gli farà un’immagine, gli sarà dato uno spirito e parlerà (Apoc.13:15), tutto il mondo l’adorerà. L’uomo con lo spirito del dragone si farà adorare come Dio, si metterà al suo posto, aiutato dal falso profeta, l’anticristo (Apoc.13:4,8; Dan.11:21,45). L’anticristo farà per la bestia miracoli e prodigi in modo che tutti crederanno che egli è dio. Al termine di questi tre anni e mezzo del regno satanico ci sarà un piccolo periodo di tempo, nel quale gli spiriti satanici, operanti nella bestia, nel falso profeta e il dragone (Apoc.16:13), usciranno per invadere la terra e sedurre i grandi del mondo. Essi verranno tutti condotti alla guerra del gran giorno di Dio Onnipotente, battaglia che si terrà nella Valle di Giosafat (Gioele3; Apoc.19), che terminerà con la distruzione dell’empio ed avrà inizio il millennio, illustrato in ogni particolare dal profeta Isaia.

Vengono fornite ulteriori indicazioni anche su colui che si sostituirà a Dio per farsi adorare, ovvero Satana, più volte citato nelle profezie con molteplici altri sostantivi, che lo identificano sotto: Elam, Tiro, Egitto, Scebna, Gog, Assiro o Assiria, Faraone, ecc. Tutti questi nomi sono attinenti per affinità vediamo per esempio perché la bestia (l’uomo con lo spirito del dragone è chiamato Faraone, quale collegamento c’è tra di loro? Faraone re d’Egitto mandò il suo esercito dietro al popolo di Dio, guidato dal servo di Dio Mosè, mentre andava verso la libertà. Tutto l’esercito perì nel mare: “Egli ha gettato in mare i carri del Faraone e il suo esercito, e i suoi migliori guerrieri sono stati sommersi nel Mar Rosso. Gli abissi li coprono; sono andati a fondo come una pietra“ (Es.15:4,5). Ugualmente la bestia, all’inizio del suo regno, manderà dietro al residuo (in similitudine mostrato come una donna), che Dio ha scelto per vivere (Is.4:2), il suo esercito (paragonato ad un fiume), ma la terra aprirà la sua bocca e li inghiottirà vivi, proprio come fu inghiottito dal mare l’esercito del Faraone, “E il serpente (l’uomo con lo spirito di Satana) gettò dalla sua bocca, dietro alla donna (il residuo), dell’acqua a guisa di fiume (l’esercito), per farla portar via dalla fiumana. Ma la terra soccorse la donna; e la terra aprì la sua bocca e inghiottì (l’esercito) il fiume che il dragone aveva gettato fuori dalla propria bocca” (Apoc.12:15,16; Zac.14:4, vers. Riveduta).

Isaia predice l’esilio del popolo Giudeo in Babilonia per mano del re Nebukadnetsar (2Cron.36:11), per non aver ascoltato gli avvertimenti divini e i ripetuti richiami al ravvedimento del popolo, che continua a commettere fornicazioni, preferendo l’adorazione degli idoli od opere fabbricate da orafi, scultori, anziché del vero Dio.

In riferimento agli ultimi sette anni, sono stati profetizzati da Isaia tutti gli avvenimenti disastrosi che l’Apocalisse li distingue in: sette sigilli, sette trombe e sette coppe, tutti contenenti flagelli che colpiranno l’umanità iniqua e malvagia, sia ebrea che gentile, i flagelli dei sigilli e delle trombe avverranno durante i primi tre anni dei sette, dopo il rapimento della chiesa, le coppe invece sono riservate per il periodo dei 1260 giorni del regno dell’uomo con lo spirito di Satana e dell’anticristo suo aiutante.

E’ evidenziato infine con molta chiarezza le grandi benedizioni che Dio ha serbato per il popolo eletto e santo, che abiterà la terra nei mille anni di pace e prosperità. Tutte le ricchezze della Terra affluiranno in Gerusalemme, tutti i popoli saranno assoggettati al popolo di Dio e Gerusalemme sarà la capitale del mondo intero. Tutto questo lo studieremo insieme nei particolari interessanti della lettura di questo meraviglioso libro.

CAPITOLO 1

Nel primo capitolo del libro di Isaia leggiamo: “Udite, o cieli! e tu, terra, presta orecchio! poiché l’Eterno parla: Io, dice egli, ho nutrito dei figliuoli e li ho allevati, ma essi si son ribellati a me.        Il bue conosce il suo possessore, e l’asino la greppia del suo padrone; ma Israele non ha conoscenza, il mio popolo non ha discernimento. Ahi, nazione peccatrice, popolo carico d’iniquità, razza di malvagi, figliuoli corrotti! Hanno abbandonato l’Eterno, hanno sprezzato il Santo d’Israele, si son volti e ritratti indietro” (v.1-4, vers. Riveduta).

Quando nelle profezie, viene nominata la terra non si riferisce al mondo intero, ma alla nazione d’Israele, mentre per indicare il pianeta intero, usa le nazioni o isole. Dio riprende aspramente Giuda e Gerusalemme, un popolo di disubbidienti, carico di iniquità, corrotto e malvagio, perché hanno abbandonato l’Eterno e disprezzato il Santo di Israele (Gesù, Gv.1:12). Un popolo ostinato, ammonito continuamente dall’Eterno tramite i suoi servi, i profeti ma loro si ostinavano, malgrado le sue correzioni, si ribellava ancora di più. Per la loro disubbidienza Dio rese Giuda e Gerusalemme desolato, le città arse, tutto era devastato e, se il Signore non avesse lasciato un piccolo residuo, sarebbero diventate come Sodoma e Gomorra.

Dio rifiuta le loro offerte ed il sangue dei loro olocausti, odia le loro feste solenni e l’incenso che Israele brucia lo detesta. Tramite Isaia, il popolo viene esortato a lavarsi, purificarsi e ad eliminare ogni malvagità dalla presenza di Dio, cessando di fare male, di imparare a fare il bene, rendere giustizia all’orfano e difendere la causa della vedova.

Dio conosce il suo popolo e sa che non si ravvedrà dai loro peccati; per questo motivo avverte loro di tutto il male che manderà se non modificheranno il loro operato e non saranno disposti ad ubbidire, per cui li invita a presentarsi ed a discutere con Lui, ribadendo: “…anche se i vostri peccati fossero come scarlatto diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana” (v.18). Questo avverrà al residuo che Egli ha scelto per vivere nel millennio perché Dio non ha abbandonato il suo popolo per sempre: Egli riprenderà loro sotto la sua protezione, li purificherà dalle loro iniquità, rimuovendo il loro peccato e li restaurerà come al principio.

La città di Dio sarà allora chiamata: “la città della giustizia”, “la città fedele”; “Sion sarà redenta mediante la rettitudine, e i suoi convertiti mediante la giustizia” (v.26,27).

Tutti coloro che hanno abbandonato l’Eterno saranno sterminati; l’uomo forte, la bestia che sale dal mare (Apoc.13), Satana, sarà come una stoppa e la sua opera brucerà come una scintilla. Il mondo allora sarà purificato dal peccato che grava su di esso ed inizierà il millennio di vita per Israele, qui sulla terra.

CAPITOLO 2

Dio parla al profeta Isaia, in visione, attinente al residuo della casa d’Israele e di quello che sarà della gloriosa Gerusalemme; ciò avverrà negli ultimi tempi, quando la casa dell’Eterno sarà ristabilita sopra alti monti (la nuova Gerusalemme, Ez.40:2; Apoc..21:10): “Molti popoli verranno e dicendo:-venite, saliamo al monte dell’Eterno, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri” (v.3). I popoli gentili, superstiti della grande guerra (di Armagheddon), popoleranno nuovamente le nazioni gentili nel millennio, serviranno l’Eterno (Zac.14:16,20) e saranno assoggettati a Israele .

Dio ha abbandonato il suo popolo per il loro peccato, elencando tutte le abominazioni commesse in Israele, comprese le ricchezze senza fine, che hanno accumulato da quando sono ritornati nella loro terra di origine; non si sono curati di cercare il loro vero Dio, continuando così nelle loro divinazioni come i popoli Filistei (stranieri o gentili). L’Eterno (negli ultimi sette anni) manderà il terrore su di loro e sarà contro tutto ciò che è orgoglioso, altero e contro chiunque si innalza, per abbassarlo, comprese le forze sataniche paragonate agli alti cedri del Libano e alle querce di Bashan.

”Gli occhi alteri dell’uomo saranno abbassati, e l’altezza degli uomini sarà depressa; e il Signore solo sarà esaltato in quel giorno” (v.11,vers. Diodati). (quel giorno è riferito al millennio perché gli empi non esisteranno più). Gli idoli saranno interamente aboliti, Dio sarà esaltato, si leverà e farà tremare la terra, i cieli e la terra saranno arsi col fuoco. “Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate” (2Pt.3:10; Dio distruggerà col fuoco i cieli e la terra attuali sul quale regna la maledizione, Dio maledì la terra per il peccato di Adamo dicendo: “… il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita” (Gen.3:17).

Durante la distruzione e la ricreazione della nuova terra e nuovi cieli (Is.65:17; 66:22),i superstiti delle nazioni: “….. entreranno nelle caverne delle rocce e negli antri della terra davanti al terrore dell’Eterno e allo splendore della sua maestà, quando si leverà per far tremare la terra” (v.19), come confermato “I re della Terra, i grandi, i generali, i ricchi, i potenti e ogni schiavo e ogni uomo libero si nascosero nelle spelonche e tra le rocce dei monti e dicevano ai monti e alle rocce: -cadeteci addosso e nascondeteci dalla faccia di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, perché è venuto il gran giorno della sua ira; chi può resistere?-” (Apoc.6:15-17).

Mentre Il residuo del popolo ebreo sarà protetto dall’ombra della mano dell’Eterno, nel momento in cui Dio creerà di nuovo i cieli e la terra, la profezia afferma: “Ed io ho messo le mie parole nella tua bocca, e t’ho coperto con l’ombra della mia mano per piantare dei cieli e fondare una terra, e per dire a Sion: –Tu sei il mio popolo-” (Is.51:16) e ancora rivolto al residuo, dice: “ Alzate gli occhi vostri al cielo, e abbassateli sulla terra! Poiché i cieli si dilegueranno come fumo, la terra invecchierà come un vestito, e i suoi abitanti parimente morranno; ma la mia salvezza durerà in eterno, e la mia giustizia non verrà mai meno” (Is.51:6)Le profezie espongono chiaramente che rimarrà un residuo tra le nazioni gentili; gli uomini che resteranno, saranno molto pochi “renderò l’uomo più raro dell’oro fino…” (Is.13:12). Essi, durante la nuova creazione, dovranno nascondersi nelle rocce e nelle spelonche, come è precisato al verso 19, perché il residuo delle nazioni riconoscerà Dio e l’Agnello (Gesù) Apoc.6:15,16. Essi vivranno per ripopolare il mondo dei gentili ed anche loro saranno purificati e salvati. Nel millennio andranno ad adorare l’Eterno a Gerusalemme (Zac.14:16,19).

Nel gran giorno dell’ira di Dio sarà aperto il sesto sigillo e, nella Valle di Giosafat o Armagheddon, l’uomo chiamato bestia, con lo spirito di Satana, e i suoi seguaci, coloro che avranno preso il suo marchio, saranno schierati in battaglia contro Gesù. Il RE DEI RE e il SIGNORE DEI SIGNORI (Apoc.19:16), con la spada a doppio taglio della Parola di Dio, che uscirà dalla sua bocca, compirà la vendetta di tutti gli empi intervenuti“…Colpirà il paese con la verga della sua bocca e col soffio delle sue labbra farà morire l’empio” (Is.11:4; 2Tes.2:8).

Un saggio consiglio viene ripetuto molte volte nelle Scritture: “Cessate di confidare nell’uomo, nelle cui narici non c’è che un soffio: quale conto si può fare di lui?” (v.22).

(continua)