Capitolo 27.

Questo oracolo fu dato al profeta Ezechiele durante la deportazione babilonese (secondo la storia intorno al 586 a.C.).

Dio ordina al profeta di rivolgere su Tiro una lamentazione, un gemito e un pianto come per un qualcosa di perso o distrutto.

Nelle profezie i nomi sono per analogia.

Con il nome di Tiro viene indicato Satana il conduttore e promotore del male, il quale spiritualmente dirige in maniera particolare la mente (Ef.2:2) di chi è posto al comando, compreso quella dei ricchi, dei potenti della terra e delle persone che hanno il controllo sul commercio. Come le Scritture ci confermano: Dio stabilì due semi (Gen.3:15), quello del male come promotore Satana, affidandogli tutte le ricchezze del mondo perché la gloria del mondo, sono state conquistate dal serpente antico, quando gli sono state passate dal primo uomo Adamo, al momento della sua seduzione, come confermato da Satana nei confronti di Gesù (Lc.4:6), il seme della donna è Cristo Gesù, la Pietra vivente (1Ptr.2:4);

Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce” (1Ptr.2:9).

La profezia indica il regno di Satana e come egli agisce di nascosto e da ricchezze materiali a chi egli vuole. L’impero della meretrice, che siede sopra la bestia, Satana, si basa sull’adorazione e venerazioni di immagini od idoli, dirottando la vera adorazione dovuta a Dio. Chi fa tali cose è in abominio a Dio, perché adora i demoni.

Dio parlò al profeta dicendo: “Figlio d’uomo, di’ al principe di Tiro: Così dice il Signore, l’Eterno: Poiché il tuo cuore si è innalzato e hai detto: -Io sono un dio; Io siedo su un trono di dei nel cuore dei mari- mentre sei un uomo e non un dio, anche se hai fatto il tuo cuore come il cuore di Dio” (Ez.28:2).

Per cui questo oracolo è rivolto proprio contro Satana, l’ex angelo cherubino, che aspirò di essere al posto di Dio, innalzandosi (Is.14) e continuando ad insuperbirsi anche nell’attuale creazione: ”…O Tiro, tu hai detto:- Io sono di una bellezza perfetta-. I tuoi confini sono nel cuore dei mari; i tuoi costruttori ti hanno fatta di una bellezza perfetta” (v.3,4).

L’angelo cherubino che si ribellò contro Dio, fu creato di una bellezza perfetta, che la mantenne anche dopo il peccato, ma a questa caratteristica conseguì la superbia e l’orgoglio, fin dal giorno che si innalzò. Egli era stato posto su ogni ricchezza che Dio aveva creato, fino a quando l’Eterno le distrusse, nella sua ira, in conseguenza del peccato di Lucifero e dei suoi angeli.

Durante il periodo della Grazia ha cercato di dissuadere le menti instabili a dare gloria al Creatore e Signore di tutto. Con bugie e stratagemmi si creò un regno, nel cuore dei mari, ossia in mezzo a popoli e nazioni.

Nella nuova creazione attuale, Dio costituì due semi: il seme del male, prodotto dal serpente antico e quello del bene, costituito su Cristo, il Figlio di Dio e proveniente dalla donna, cioè Israele (Gen.3:15). Il serpente antico si è costruito un regno; questa monarchia, identificata nel capitolo precedente con il nome di Tiro, è paragonata ad una nave posta in mezzo al mare, raffigurazione di popoli e di nazioni, perfetta in bellezza ed in equipaggiamento (il Vaticano) (Apoc.17:15).

Dio, nel rivelare, per mezzo dei profeti, gli avvenimenti futuri, usa logicamente i nomi delle città esistenti a quel tempo, riferendosi però a quelle attuali, solo per attinenza idolatra, per ricchezze o per la stessa fine, come fu riservata a Babilonia del regno persiano, che scomparì (vedi v.36).

Tiro è confrontato con l’impero cattolico. In essa emergono delle affinità, ciò che esisteva in Tiro, al tempo della profezia, oggi sono pure presenti nella grande Babilonia. Entrambe sono rivestite di iconografie e di varie rappresentazioni, oggetto di adorazione e di venerazione.

La città di Tiro era forte (Gios.19:29) e molto ricca, anche se il suo re cedette molti dei suoi beni a Salomone per costruire il tempio di Dio, così come pure tutte le ricchezze della nuova Babilonia saranno trasferite a Gerusalemme, prima del millennio.

Quindi la situazione della città di Tiro, esposta in questo capitolo, è riferita all’odierna grande Babilonia, descritta in Apocalisse 17 e 18.

Dio conosceva già perfettamente la situazione e sapeva che il suo popolo sarebbe stato annientato dai romani, mandato perciò in esilio, anche a Roma.

Infatti, nel 70 d.C., quando Gerusalemme fu distrutta dal generale Tito, molti ebrei furono fatti prigionieri e condotti a Roma, altri superstiti furono sparsi in tutte le altre nazioni, avverandosi tutte le profezie a riguardo.

Roma iniziò ad essere conosciuta anche dal popolo ebraico circa un secolo prima di Cristo e sicuramente lo fu, quando nel 27 a.C. ad Ottaviano, primo imperatore romano, venne conferito il titolo di Augusto.

Essendo allora Roma, la capitale dell’Impero, confluivano in essa le ricchezze da oriente, da occidente e da ogni nazione occupata, formandosi un centro di scambio delle merci provenienti dai vari regni subordinati

Le profezie attestano che molte specie di mercanzie arrivavano a Roma, via mare dai paesi orientali ed anche dall’Egitto, da Tarshish con argento, ferro, stagno e piombo.

Tutti i popoli delle isole, ovvero delle nazioni a nord di Gerusalemme, sono discendenti dei figli di Iafet: Mescek, Tubal e Javan, con i propri figli Elishah, Tarscish, kittim e Dodanim.

Questi erano così denominati per i loro raggruppamenti in determinati luoghi dell’immenso territorio, a nord di Gerusalemme, paragonandoli alle terre emerse in mezzo al mare. Da essi si formarono le varie comunità distinte nei diversi paesi, ciascuno secondo la propria lingua, secondo le loro famiglie, dando origine alle nazioni (Gen.10.4,5).

In Dan.10:20 è nominato il capo di Javan, della stirpe indo-europea, ovvero lo spirito satanico che controlla le nazioni, perché egli è diventato il principe di questo mondo (Gv.14:30).

Con la sua grande sapienza, egli commerciava e commercia ancora per trarre a sé indegni guadagni che darà a chiunque l’adorerà; infatti “…negoziavano con te oggetti di lusso, mantelli di porpora, stoffe ricamate, casse di vesti variegate, legate con corde. Le navi di Tarshish trasportavano le tue merci. Così ti sei riempita e grandemente arricchita nel cuore dei mari. I tuoi rematori ti hanno su molte acque, ma il vento dell’est ti ha distrutta nel cuore dei mari” (v.24-26).

L’impero religioso più ricco del mondo è il Vaticano ed è il centro della chiesa cattolica, paragonato al cuore dei mari, come nucleo di nazioni, di popoli e lingue, molto diverso dalla cristianità autentica.

Il Vaticano sarà distrutto dalle dieci corna (sono dieci re o presidenti), chiamate vento dell’est, perché provenienti dall’est Europa e, come vento impetuoso, distruggeranno la famosa città.

Come allora esisteva il mercato degli schiavi, di prigionieri di guerra, altri negoziavano servizi per proselitismo. Con un’offerta oculata ed anticipata di contributi economici, alcuni si garantivano una posizione di preferenza o di esclusività nelle trattative, rimanendone in un certo modo vincolati. Ancora oggi avviene la stessa cosa. La chiesa cattolica è in prima linea sotto forma di molte associazioni, dirette da questo sistema religioso che, portando aiuto a coloro che vivono in difficoltà, attirano a sé molta gente.

Dedan, la Siria con Damasco, l’Arabia, Giuda ed Israele abitate dai popoli discendenti di Cam e di Sem, figli di Lot, commerciavano con l’Impero romano, che controllava il mercato orientale e occidentale di quei tempi.

Come a quei tempi, il commercio costituisce un’attività redditizia e molti ne traggano beneficio, soprattutto per vari articoli di genere religioso. Come allora “…un tale di nome Demetrio, orafo, che faceva dei templi di Diana in argento, procurava non poco guadagno agli artigiani” e “…che il nostro guadagno proviene da questa attività” (Atti 19:24,25), così anche oggi è molto remunerativo il mercato di oggetti e ricordi con immagini di santi o di madonne che piangono e pure fiorente è l’esposizione di parti di essi, come le reliquie o riprodurre repliche di cose appartenute a loro.

Queste iniziative attirano turisti religiosi e curiosi da tutte le parti del mondo, che alimentano altri settori, collegati alle visite ai santuari o ai templi, agli ingressi nei musei, dove espongono opere d’arte religiose.

Un esempio evidente è mostrato nella Città del Vaticano e in Roma, dove arrivano milioni di turisti in visita ai musei e in luoghi caratteristici.

Nei tempi passati, iniziò il commercio delle indulgenze e nel giubileo; esso si è protratto per molto tempo.

Invece Gesù ha liberamente offerto la sua vita, si è sacrificato al posto nostro e, per mezzo del suo sangue versato sulla croce, abbiamo gratuitamente la remissione dei peccati e salvezza in lui, perciò solo a Lui siamo eterni debitori, dimostrando la nostra riconoscenza secondo il suo insegnamento “…gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt.10.8).

Le Sacre Scritture sono parola Verace di Dio, infatti “Ogni scrittura è ispirata da Dio…” (2Tmt.3:16; Prv.30:5) ed è raffinata col fuoco; l’uomo però è cieco spiritualmente e non vede la verità, continuando nella sua folle corsa dietro alle ricchezze, al successo o al potere, che presto finiranno.

Sta arrivando il tempo in cui le profezie si compieranno; ai popoli della Grazia è stato assegnato un unico tempo suddiviso in sette periodi, di cui ognuno è conforme ad una chiesa dell’Asia (Apoc.2 e 3), perciò non resta altro che, per gli operatori di iniquità, di ravvedersi dalle opere malvagie, affinché la loro anima sia salvata e, per i credenti, di santificarsi ancora, perché Gesù sta per rapire la sua Chiesa, per non cadere poi nelle mani del devastatore. Infatti, la bestia ”…non avrà riguardo al Dio dei suoi padri, né al desiderio delle donne; non avrà riguardo ad alcun dio, perché si magnificherà al di sopra di tutti” (Dan.11:37).

Il verso 27 di questo capitolo asserisce che tutte le ricchezze, trasportate dalle navi di Tarshish (v.25), provenienti dalle nazioni orientali, compresi i due regni di Giuda e di Israele, arrivavano a Roma (Tiro), ovvero nella grande Babilonia, “…Così ti sei riempita e grandemente arricchita nel cuore dei mari” (v.25). Tutte le tue merci e tutta la moltitudine cadranno nel cuore dei mari, vale a dire in mezzo alle nazioni, nel giorno della sua rovina. Ricordiamo che le acque, i mari ed i fiumi, in molte profezie, indicano moltitudini di popoli, di nazioni e di lingue diverse (vedi Apoc.17:15).

Riscontriamo che molte ricchezze, comprese quelle antiche, sono accumulate in Vaticano, paragonato profeticamente ad un albero maestro di una nave (v.5).

Un regno fondato su principi e dogmi non biblici, designati da uomini proclamatisi infallibili e detentori dell’unica salvezza, non è gradito al Signore

La vera chiesa, fondata sull’insegnamento di Cristo, dovrebbe essere gloriosa, senza macchia o ruga alcuna, santa ed irreprensibile (Ef.5:27). Essa deve essere quindi ineccepibile colonna e testimone a sostegno della verità (1Tmt.3:15), fiduciosa nel Signore e non circondata da uomini di guerra, con un esercito di soldati o mercenari, che la difende e la protegge, come se temesse eventuali e probabili attacchi esterni.

Nella Babilonia odierna, nome che deriva da Babel, indicante confusione, esiste tuttora un commercio di diverso genere. Il conduttore materiale di questo regno è paragonato ad una donna meretrice, che è seduta su molte acque (Apoc.17:1,3), ossia che controlla molti popoli e nazioni ed è anche seduta sopra la bestia (Satana), con sette teste e dieci corna. Le teste indicano dei re satanici, di cui cinque sono già passati, uno dirige la grande Babilonia e l’altro deve ancora venire, il regno di Satana, con un corpo d’uomo, che dominerà per 1260 giorni. Le sette corna rappresentano anche i sette colli o monti, che circondano la sede della Città in Roma, mentre le dieci corna simboleggiano i dieci re, che bruceranno col fuoco la grande Babilonia, come dichiarato in Apoc.17 e 18.

Altrettanto viene esposto che “tutti quelli che maneggiano il remo, i marinai e tutti i piloti del mare scenderanno dalle loro navi e rimarranno a terra. Faranno sentire la loro voce su di te; grideranno amaramente, si getteranno polvere sul capo, si rotoleranno nella cenere“ (v.29,30), per la sua distruzione.

Ecco perché all’inizio di questo capitolo, tale regno è paragonato ad una nave col suo equipaggio, in mezzo alle acque del mare, indicanti popoli, nazioni e lingue (Apoc.17:15) e confrontando colei (la meretrice) che siede sulle acque al capo di questo Impero religioso, il suo invisibile conduttore è Satana.

Quando la nave sarà distrutta, coloro che si occupavano della gestione e della navigazione, intendendo gli incaricati o i responsabili nel diffondere la devozione e la fedeltà a questo Impero, loro grideranno amaramente e faranno cordoglio, perchè rimarranno senza un capo, nel quale avevano riposto la loro fede.

Essi si sentiranno vuoti e smarriti di tutto l‘appoggio abituale che avevano ed esclameranno: ”…Chi è come Tiro, devastata in mezzo al mare?” (v.32, cfr. Apoc.18:18,19).

In lei esistono ricchezze da saziare molti popoli, le sue merci arricchiscono i re della terra, ma tutto questo in un momento cadrà, tanto che ”tutti gli abitanti delle isole sono sbigottiti di te; i loro re sono presi da grande spavento, il loro aspetto è sconvolto. I mercanti fra i popoli fischiano su di te; sei diventata uno spavento e non esisterai mai più” (v.35,36).

Il commercio di oggetti (statue, dipinti, ecc.) e di pratiche religiose (cerimonie e preghiere a pagamento,..) è ancora molto fiorente e contribuisce al sostegno di tutti i rappresentanti.

All’inizio del regno della bestia (Satana), non sarà più necessaria l’intermediazione di idoli, perché egli vorrà essere adorato direttamente, perciò egli distruggerà le tre corna (Dan.7:20), che indicano le tre grandi religioni monoteiste esistenti: cattolicesimo, ebraismo e islamismo.

Molte ancora sono le confessioni di fede, le filosofie, le discipline e le dottrine poste su idoli, come esempio il buddismo, il confucianesimo, l’induismo, taoismo, ecc., ma nessuna di esse uguaglia in ricchezze, in potenza ed influenza questo impero, formatosi dopo Cristo.

La religione pagana era piena di idoli; alcuni re ed imperatori, ritenuti come divinità, facevano erigere statue, a lui somiglianti, in templi, perché lo adorassero, come Nebukadnetsar fece (Dan.3). In quel tempo nessuno confessò di essere servitore dell’Eterno, bensì ognuno adorava il proprio dio, secondo la propria credenza e, per questo, essi furono nominati pagani.

La vera chiesa fondata dagli apostoli di Cristo non fu posta su nessuna ricchezza terrena, accumulate nel tempo, né su tesori inestimabili, né su proprietà immobiliari o terriere di molto valore economico o di notevole pregio artistico e non commerciavano con idolatrie varie, ma “…tutti coloro che credevano stavano insieme ed avevano ogni cosa in comune. E vendevano i poderi e i beni e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno” (Atti 2:44,45).

La chiesa, chiamata sposa, è fondata sulla pietra angolare, che è Cristo, dove tutti i non credenti hanno inciampato e inciamperanno fino alla fine, è stata ed è a loro perdizione, “Per voi dunque che credete essa è preziosa, ma per coloro che disubbidiscono: -La pietra, che gli edificatori hanno rigettato, è divenuta la testata d’angolo, pietra d’inciampo e roccia d’intoppo che li fa cadere” (1Ptr.2:7).

Tutte le ricchezze accumulate con le abominazioni (adorazioni e commercio di idoli) saranno ridotte al nulla, perché le profezie decretano la fine in un momento e grande spavento cadrà su tutti gli abitanti del mondo.

Gesù è costituito come Capo della chiesa, il Signore dei signori, il Re dei re, “ponendo ogni cosa sotto i suoi piedi, e lo ha dato per capo sopra ogni cosa alla chiesa” (Ef.1:22).

Dio per bocca del profeta Nathan dichiarò a Davide la venuta del Messia, i’Unigenito Figlio proceduto dal Padre (Gv.1:14; 16:28), Gesù costruirà la casa di Dio e siederà sul trono di Davide in eterno (Ebr.3:6; 10:21).

Io sarò per lui un padre ed egli sarà per me un figlio; e non ritirerò da lui il mio favore come l’ho ritirato da colui che ti ha preceduto” (1Cron.17:13), “Egli costruirà una casa al mio nome; egli sarà per me un figlio e io sarò per lui un padre; e renderò stabile il trono del suo regno su Israele per sempre” (1Cron.22:10; cfr. Lc.2:32,33)

Dio lo ha costituito erede di tutto ciò che ha creato: “in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che Egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo” (Ebr.1:2).

Un piccolo richiamo sull’insegnamento di Gesù, riguardo alle ricchezze di questo mondo. Egli rinunciò a possedere delle ricchezze terrene, dichiarando che “Le volpi hanno delle tane, e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha neppure dove posare il capo” (Mt.8:20) e insegnò rivolgendosi ad un giovane ricco: ”…vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi” (Lc.18:22) e, vista la tristezza del giovane, aggiunse: “Quanto è difficile per coloro che hanno delle ricchezze entrare nel regno di Dio! Perché è più facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” (Lc.18:24,25). Nessuno degli apostoli del Signor Gesù Cristo ha posseduto ricchezze terrene, ma si sono fatti tesori nel cielo, perché la loro ricchezza era in Gesù (Mt.6:18; Col.2:3; Gcm.5:3).

Con questo non voglio dimostrare che è bene essere poveri, ma se le ricchezze o i beni devono essere il motivo principale della nostra esistenza o la nostra primaria preoccupazione della vita, vivendo solo in funzione e per esse, è meglio non averne e possedere quanto basta per vivere, come addirittura dichiarato per le cose comuni: “Non siate dunque in ansietà, dicendo – Che mangeremo, o che berremo, o di che ci vestiremo? – poiché sono i gentili quelli che cercano tutte queste cose; il padre vostro celeste, infatti, sa che avete bisogno di tutte queste cose. Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” (Mt.6:31-33) o come le due richieste del profeta Agur all’Eterno “…non darmi né povertà né ricchezza, cibami del pane che mi è necessario, perché, una volta sazio, non ti rinneghi … oppure, divenuto povero, non rubi e profani il nome del mio Dio” (Prv.30:8,9)

Tutto quanto decretato dalle profezie avverrà, mentre è falso quanto affermato dalle chiese apostate ed è pericolosissimo ammettere che la misericordia infinita di Dio si estenda anche dopo la morte per coloro che, in vita, non hanno potuto o voluto ravvedersi.

Tutti quelli che dipendono dalla chiesa cattolica (clero, religiosi, fedeli, seguaci, ecc.) piangeranno amaramente e si rotoleranno nella cenere: “A causa di te si raderanno il capo, si vestiranno di sacco e piangeranno per te con amarezza d’animo, con cordoglio amaro. Nella loro angoscia innalzeranno per te una lamentazione e si lamenteranno su di te: Chi è come Tiro, devastata in mezzo al mare?” (v.31,32 Apoc. 18:9,10,18,19).

Molto presto avverrà che l’iniquità dell’uomo farà giungere al colmo la pazienza di Dio, come descritto: ”Alla fine del loro regno, quando i ribelli avranno colmato la misura, sorgerà un re dall’aspetto feroce ed esperto in stratagemmi” (Dan.8:23).

Allora l’ira di Dio si abbatterà sull’empio, che non avrà più scampo. Dio farà in modo che tutti quelli che hanno amato la propria vita, insieme alle ricchezze di questo mondo, non preoccupandosi della cura della propria anima ed avendo rifiutato la salvezza per mezzo di Gesù Cristo, saranno consegnati in potere dell’uomo spregevole, ovvero di Satana.

Oggi è ancora il tempo della Grazia, sappiamo per mezzo delle profezie che manca- no pochi anni alla fine, perciò tutti sono invitati a ravvedersi dall’idolatria e come ordinato: ”Ma per quanto riguarda i gentili che hanno creduto, noi abbiamo loro scritto, avendo stabilito che non osservino alcuna cosa del genere, ma che si guardino unicamente dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dalle cose soffocate e dalla fornicazione” (Atti 21:25).

Questo è stabilito, se non vogliamo ritrovarci ad essere giudicati insieme alla grande Babilonia, identificata col nome di Tiro. Chi confida nella grande Babilonia (la meretrice, che siede su molte acque di Apoc.17) o chi si è associato ad essa in un ecumenismo confusionale, rimarrà sconfitto, deluso e sarà sconvolto da un’orribile paura, come dichiara la profezia: “Tutti gli abitanti delle isole sono sbigottiti di te; i loro re sono presi da grande spavento, il loro aspetto è sconvolto. I mercanti fra i popoli fischiano su di te; sei diventata uno spavento e non esisterai mai più!” (v.35,36).

(continua)