Confronto.
E’ opportuno adesso riassumere tutti i sogni e le visioni descritte per avere una completa osservazione dei fatti.

Partiamo dalla visione dell’immagine sognata dal re Nebukadnetsar.
La figura aveva la testa d’oro fino, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro ed i piedi insieme alle dita di ferro ed argilla; quindi i materiali che costituiscono la statua sono: oro, argento, bronzo, ferro ed argilla, essi rappresentano quattro regni.
Nella visione del sogno di Daniele, gli stessi regni sono riprodotti sotto forma di animali: il leone, l’orso, il leopardo ed una quarta bestia, senza un nome specifico, ma con molte caratteristiche: spaventosa, terribile e straordinariamente forte, con grandi denti di ferro che “…divorava, stritolava e calpestava il resto con i piedi“.

L’ultimo regno descritto come un corno che spunta tra dieci corna le quali sono sulla bestia molto feroce e terribile che è quello del regno satanico della durata di tre anni e mezzo (1260 giorni)
Daniele stesso fornisce al re l’interpretazione della successione dei regni, perché ogni materiale della statua identifica un regno, come pure ogni animale.
Il primo regno è Babilonese di Nebukadenetsar, raffigurato con l’oro fino; Il secondo è quello dei Medi e dei Persiani contraddistinto dall’argento; il terzo regno è l’Impero Romano, caratterizzato dal bronzo. Il ventre dell’immagine raffigura l’Impero romano e le cosce rappresentano alla sua caduta la suddivisione in quattro regni, come ai quattro venti del cielo. Poi subentrano le gambe di ferro, indicante la natura satanica, la durezza e la forza che stritola, calpesta e divora. Questo regno è l’impero cattolico romano, diverso da tutti gli altri, perché è religioso non più politico, come i precedenti.
La sua continuazione nell’ultimo regno sarà strutturato con ferro ed argilla, a significare che la gestione è affidata al dragone o serpente antico, ferro, con lo spirito di Satana, un corpo d’uomo, argilla, nella figura del re.

Nella visione di Daniele: il regno Assiro – Babilonese è rappresentato con il leone, la Media e Persia con l’orso, l’impero romano con il leopardo, invece, il quarto regno è rappresentato da una bestia spregevole che non assomiglia ad alcun animale sulla faccia della terra, tanto è terribile.
Al capitolo sette, verso sette, Daniele commenta: “Era diversa da tutte le bestie precedenti e aveva dieci corna“. Questo regno che si trasforma da carattere politico pagano ad un potere dove prevale la religione sulla politica con dottrina e leggi proprie, è chiamato anche Babilonia, citata in Apoc.17-18.
La spiegazione dell’angelo Gabriele nel verso 21 e 22 sostiene che: “Il capro peloso è il re di Javan, e il gran corno che era in mezzo ai suoi occhi è il primo re. Il corno spezzato e le quattro corna che sono sorte al suo posto sono quattro regni che sorgeranno da questa nazione, ma non con la stessa sua potenza”.
Quando l’angelo menziona il re di Javan non si riferisce ad un uomo, ma ad uno spirito satanico, che impersona un re forte, potente e duro come il ferro, la bestia su cui siede la grande meretrice (Apoc.17).
Identifichiamo Javan: in Gen.10:1,2,5 la risposta: “… la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Jafet; dopo il diluvio a loro nacquero dei figli. I figli di Jafet furono: Gomer, Magog, Madai, Javan,…Da essi vennero i popoli sparsi nelle isole delle nazioni“.
Tutti questi popoli dettero origine alla stirpe europea. (Is.56:19, Ezec.27:13,19, Gioele 3:6).
Alla fine del loro regno, quando i ribelli avranno colmato la misura, sorgerà un re dall’aspetto feroce ed esperto in stratagemmi“. Osserviamo come Dio abbia determinato una misura, quando essi avranno raggiunto il colmo, solo allora tutti i regni esistenti passeranno sotto l’autorità dell’ultimo sovrano feroce, per la natura perversa del serpente antico, di ferro, ma con argilla che indica la componente umana.

L’Impero romano diviso fu nuovamente unificato e divenne un regno molto forte con unica religione riconosciuta all’epoca dagli imperatori per la gloria del proprio regno.
Gli appartenenti costituirono propri principi discostandosi dalle Sacre Scritture, dirottando l’adorazione verso idoli, come la dea Vesta e cambiando le abitudini.
Si costituì un trono, che in seguito assunse sempre più potere e ricchezze fino a denominare sacro, l’impero romano.

La bestia, straordinariamente forte, è simbolo di un regno religioso, nato da uno dei quattro domini. Secondo la spiegazione dell’angelo, solo alla fine di questo regno, sorgerà un capo dall’aspetto feroce (vedi v.23).
Diamo uno sguardo alla bestia, di cui l’apostolo Giovanni riferisce: “E vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, e sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi di bestemmia” (Apoc.13:1).
In seguito gli viene mostrata un’altra figura: “…e vidi una donna che sedeva sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia e che aveva sette teste e dieci corna” (Apoc.17:3).
La bestia terribile e straordinariamente forte, costituisce la base su cui poggia tutto il sistema della grande Babilonia; la donna che siede su di essa è “la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra“.
Segue l’esposizione con: “La donna era vestita di porpora e di scarlatto, era tutta adornata d’oro, di pietre preziose e di perle…” (Apoc.17:3,4); si deduce che essa non ha consistenza spirituale, perché le cose che adornano la donna sono ricchezze materiali, che mai nessun uomo spirituale ha avuto in abbondanza e desiderato possedere.
Esempio di Pietro, con Giovanni, rivolgendosi al mendicante zoppo, seduto presso la porta del tempio: “Io non ho né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina” (Atti 3:6).
Altro episodio, l’incontro del giovane ricco con Gesù che, alla richiesta di come ereditare la vita eterna, oltre ad osservare i comandamenti, il Maestro risponde: “Una cosa ti manca; va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, prendi la tua croce e seguimi“. Egli notando la sua tristezza aggiunse: “Quanto difficilmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio” (Mrc.10:21-23). Il regno di Babilonia di cui parlano le Scritture profetiche è la Città in Roma, che domina sui re della terra (Apoc.17:18), identificata anche dai sette monti (Apoc.17:9) o sette colli che la circondano.

L’ultimo regno descritto dalla visione dell’apostolo Giovanni: “E la bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell’orso e la sua bocca come quella del leone; e il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e grande autorità” (Apoc.13:2).
Questa bestia assomiglia alle tre belve che Daniele vide nel sogno: la prima era un leone, la seconda un orso e la terza un leopardo.
Le tre fiere sono attinenti ad altrettanti imperi maggiori, presi in considerazione, che, nell’ordine, sono l’Assiro- Babilonese, il Medio- Persiano e il Romano, distinti per le loro caratteristiche.
La quarta bestia è la grande Babilonia, appellativo a segnalare un insieme di varie culture e dottrine sotto un’unica ideologia, definita straordinariamente forte, senza alcun riferimento paragonabile ad un animale specifico, che inizia dalla divisione dell’impero romano ai quattro venti del cielo, fino al tempo che sorgerà il re dall’aspetto terribile.
La bestia, che l’apostolo Giovanni vide salire dal mare, riunisce tutte le particolarità dei precedenti regni.
E’ l’ultimo regno, politico e dittatoriale insieme, l’uomo che lo governerà, sarà investito della potenza e dell’autorità dello spirito del dragone, il serpente antico (Apoc.13:2).

Riepilogo dell’interpretazione dell’Angelo (capitolo 8).

L’angelo Gabriele svela a Daniele il significato della visione del montone e del capro, ovvero quello che avverrà nell’ultimo periodo, prima della fine, definito il tempo dell’indignazione di Dio.

La caduta del regno dei Medi e dei Persiani, successivo al babilonese, causò il passaggio del potere nelle mani del re di Javan (v.21), identificato nella bestia del capro proveniente dall’occidente (Impero Romano) con un corno cospicuo fra i suoi occhi.

Chi era Iavan?

Da Gen. 10; 1Cron.1:7; Is.66:19; Ezec.27:13,19; a Gioele 3:6, Javan era figlio di Jafet, che era figlio di Noè.
Javan ebbe quattro figli ed essi generarono i popoli sparsi nelle isole delle nazioni.
La successione dell’impero Medio- Persiano ed il controllo del vasto territorio fu soggetto per molto tempo e con vigore all’impero romano, anche se intervallato da periodi di transizione e di dominazione straniera.
Tale movimento è mediato dalla lotta spirituale tra l’angelo Gabriele e lo spirito satanico del re di Javan, perché ogni cambiamento di direzione, da un dominio all’altro, è controllato da un conflitto fra una forza angelica ed una demoniaca.
Nacque così l’Impero Romano, gestito da uno spirito satanico, differente da quello che controllava il re di Persia; infatti l’angelo racconta che, uscendo per riprendere il combattimento contro il principe di Persia, subentrerà il principe di Javan.
Il primo principe della gerarchia demoniaca, che è Satana, è identificato dal corno, che il capro aveva tra i suoi occhi. Quando l’Impero divenne molto grande, il corno si spezzò ed al suo posto spuntarono quattro corna (quattro regni), espandendosi verso i quattro venti del cielo. Da allora il potere si presentò sotto forma religiosa, con la formazione di un impero ecclesiastico, pieno di fasto e ricchezze. L’apostolo Giovanni lo definisce come una meretrice, per manipolazione della dottrina apostolica, ed identificandolo con una donna seduta sulla bestia. La donna è la grande città di Babilonia, o confusione, che sovrasta sui re della terra (Apoc.17:18).
La storia narra che imperatori e papi si trovarono ad eleggersi a vicenda, fino a che il papa rivendicò la superiorità spirituale, riuscendo così ad avere preminenza, importanza ed influenza sulla vita politica e sociale (consenso o benestare su ogni cosa ed evento, che sia oggetto o pratica di feste tradizionali).
Il dragone ha ampliato il suo regno, con inganno, sottoponendo intere popolazioni, facendosi accettare ed adorare sotto forma di idoli (Apoc.17).

Nel dettaglio, il cambiamento è annunciato a Daniele dall’angelo Gabriele, tramite una visione con “Il capro peloso è il re di Javan; e il gran corno che era in mezzo ai suoi occhi è il primo re” (Dan.8:21).
Primo, perché in ordine gerarchico è colui che fu creato da Dio superiore a tutti gli altri angeli in potenza, bellezza, sapienza e ricchezza, su di lui Dio pose il suo sigillo, peccò d’orgoglio e tutta la sua bellezza e sapienza divennero corrotte (leggere Ezechiele 28). L’angelo caduto sarà uno strumento di distruzione nelle mani di Dio (Is.54:18) contro tutti quelli che hanno rifiutato di accettare Gesù Cristo, durante il periodo della Grazia.

Satana ha tutta l’autorità della Babilonia, lui è il dominatore e la meretrice è l’esecutrice, appena il serpente antico inizierà a regnare egli stesso insieme all’anticristo non avrà più bisogno della meretrice (il papa) e la distruggerà col fuoco (Apoc.17 e 18). I santi o stelle non lo adoreranno e né prenderanno il suo marchio, allora saranno uccisi perché Dio li saranno dati nelle sue mani (Dan.8:10,12,13; Apoc.12:4; 13:7) . “E le fu dato di fare guerra ai santi e di vincerli, ma solo la terza parte perché gli altri saranno messi in salvo ed entreranno in Gerusalemme per vivere il glorioso millennio in cui: “… siederanno ancora vecchi e vecchie, ognuno col suo bastone in mano per la sua avanzata età. Le piazze della citta saranno affollate di ragazzi e ragazze, che giocheranno nelle sue piazze” (Zac.8:4,5).

Prima di tutto questo, Satana dominerà la terra per tre anni e mezzo, egli si metterà al posto di Dio, per essere adorato direttamente da tutti i popoli, nazioni e lingue.
Per mezzo suo, Dio farà vendetta su tutti gli empi della terra, alla fine dei 1260 giorni stabiliti saranno sterminati i seduttori e i sedotti insieme.
E’ chiaro il significato che l’angelo fornì a Daniele ribadendo che, verso la fine del suo regno, quando i ribelli avranno colmato la misura, sorgerà un re dall’aspetto feroce ed esperto in stratagemmi (8:23; 8:25).
Utilizzando la sua astuzia farà prosperare la frode, s’innalzerà nel suo cuore e distruggerà molte persone, anche chi sta al sicuro; poi insorgerà contro il Principe dei principi (Gesù, Apoc.19:16), rimanendo abbattuto ma non da una mano umana, alla Parola che Gesù pronuncerà entrerà in loro grande confusione e si uccideranno con la propria spada l’un l’altro (Ez.38:21; Zac.14:13; Aggeo 2:22).
Il termine del regno di satana giungerà con la guerra di Armagheddon, dove la bestia, l’anticristo e tutti quelli che resteranno sedotti, saranno uccisi, senza però l’intervento umano, solo con la spada della Parola di Dio che Gesù ha nella sua bocca,

E allora sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta” (2Tes.2:8; Apoc.19:11,21).

Ciò perché la gloria di Dio è talmente forte e potente che l’uomo, anche se trovato giusto ed irreprensibile, non può sopportarla e, davanti alla sua presenza, cade stremato con la faccia a terra, come accadde a Daniele e ad altri (Ez.3:23;44:4; 1Cron.21:16; Gdc.13:20: Gios.5:14).

Capitolo 9 – “Preghiera”.
Daniele comprese dalle scritture sacre, secondo la parola dell’Eterno indirizzata al profeta Geremia, per quanto tempo ancora Gerusalemme doveva rimanere in cattività, cioè settanta anni. “Tutto questo paese sarà ridotto in una solitudine e in una desolazione, e queste nazioni serviranno il re di Babilonia per settant’anni(Ger.25:11).

Daniele allora rivolse la sua faccia verso il Signore e lo cercò con preghiere e suppliche, col digiuno, col sacco e con la cenere. Lo pregò confessando tutto il peccato suo e del suo popolo, dicendo: “Si, tutto Israele ha trasgredito la tua legge, si è sviato per non ubbidire alla tua voce; perciò si è riversata su di noi la maledizione e l’imprecazione scritta nella legge di Mosè, servo di Dio, perché abbiamo peccato contro di lui. Così egli ha mandato a compimento le sue parole che aveva pronunciato contro di noi e contro i nostri giudici che ci hanno governato, facendo venire su di noi una grande calamità, perché sotto tutto il cielo non è mai stato fatto nulla di simile a ciò che è stato fatto a Gerusalemme” (Dan.9: 11,12).
Daniele era preoccupato per la disubbidienza del suo popolo, per tutto quello che era successo alla città di Gerusalemme e per quello che essa avrebbe dovuto ancora passare durante i settanta anni di cattività, nelle mani dei pagani.
Egli allora implorava Dio: “O Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, presta attenzione e opera. Non indugiare, per amor di te stesso, o mio DIO, perché il tuo nome è invocato sulla tua città e sul tuo popolo” (v.19).
Osserviamo quindi come Daniele intercedesse intensamente per il peccato del suo popolo e per la città di Gerusalemme, anche se fosse a conoscenza che avrebbero dovuto trascorrere settanta anni, affinché Dio potesse liberare il suo popolo dall’esilio.
Daniele presentò ugualmente la sua supplica all’Eterno e la risposta non tardò ad arrivare.
Infatti, mentre stava ancora parlando in preghiera, l’angelo Gabriele, mandato con rapido volo, si presentò a lui, dicendo: “Daniele, io sono venuto ora per metterti in grado di intendere” (v.22). L’angelo gli riferisce che all’inizio delle sue suppliche, era uscita una parola (v.23). Ciò indica che Dio aveva ordinato all’angelo stesso di recarsi subito da Daniele, appena lui si era messo a pregare.
Crediamo fermamente che Dio faccia altrettanto per tutti i suoi figli. Egli risponde immediatamente alle nostre preghiere: appena noi iniziamo a pregare, anche se a noi il responso arrivasse alla fine della preghiera, dopo una settimana, tra un mese o anche di più.
Dio è immediato nel rispondere, siamo noi che dobbiamo aspettare, perchè il nemico della nostra anima cerca di ostacolare l’arrivo dei messaggi inviati da Dio.
L’angelo rivelò a Daniele i tempi stabiliti per Israele, cioè settanta settimane.
In quest’arco di tempo avverrà tutto ciò che è stabilito allo scopo di far cessare la trasgressione, mettere fine ai peccati, espiare l’iniquità, far trionfare la giustizia eterna, sigillare le visioni e le profezie ed ungere il luogo santissimo.
Tutto terminerà con l’unzione del luogo santissimo inizierà quindi il millennio” (Ezechiele cap.40-48).

Vedi spiegazione dettagliata delle settanta settimane in appendice (3 parte), alla fine del presente studio.

Capitolo 10 – “Ultimi tempi”.
Daniele comprese la parola ed ebbe intendimento della visione; fece cordoglio per tre settimane intere, non mangiando cibo prelibato, né carne, né vino.
Il ventiquattresimo giorno, mentre si trovava sulla sponda del fiume Tigri, alzò gli occhi ed ecco una visione: apparse un uomo vestito di lino, con ai lombi una cintura d’oro d’Ufaz e di aspetto sfolgorante,  L’uomo vestito di lino che i profeti videro in visione, è Gesù Cristo (vedi Ez 1:26-28; Ap 1:13-15).
Le forze lasciarono il profeta, il colore del suo viso cambiò; egli udiva il suono delle sue parole e, mentre ascoltava, cadde in un sonno profondo con la faccia a terra.
Una mano lo toccò e lui si risvegliò, ma non riusciva ancora a stare in piedi; l’aveva destato un angelo dalle sembianze umane, che disse: “Daniele, uomo grandemente amato intendi le parole che ti dico e alzati in piedi, perché ora sono stato mandato da te” (v.11).
A questo punto egli si alzò in piedi e l’angelo continuò a ripetergli che le sue parole erano state ascoltate e che lui era lì proprio in risposta alle sue preghiere; aveva solo tardato ad arrivare perché lo spirito satanico del re di Persia lo aveva trattenuto per ben ventuno giorni, fino a che l’angelo Mikael, il gran principe, il difensore del popolo di Israele (12:1), era intervenuto per svincolarlo.
L’angelo era apparso a Daniele per rivelargli ciò che sarebbe accaduto al suo popolo negli ultimi giorni.

Impariamo da questo episodio un insegnamento importante, già accennato, che quando la risposta tarda ad arrivare, essa è ostacolata dagli spiriti satanici, ma, come essa è giunta a Daniele, arriverà anche a noi, perciò non dobbiamo mai smettere di pregare ed aver sempre fiducia.

Alla presenza dell’angelo, il fragile corpo di Daniele non resse e lui cadde in un sonno profondo con la faccia rivolta a terra e, se questi non gli avesse ridato le forze, lui sarebbe rimasto a terra, ma all’ordine dell’angelo di alzarsi, si raddrizzò tutto tremante, rimanendo ammutolito.
Poi lo toccò sulle labbra ed allora parlò, chiedendo come avrebbe potuto, un umile servo del Signore, parlare senza possedere né la forza, né il respiro necessari.
Di nuovo Daniele fu fortificato all’ascoltare una voce che diceva: “O uomo grandemente amato, non temere, pace a te; riprendi forza, si, riprendi forza“. Egli si riprese.
Il messaggero riprese a dire: “Sai tu perché io sono venuto da te? Ora tornerò a combattere con il principe di Persia; e quando sarò uscito, ecco, verrà il principe di Javan. Ma io ti farò conoscere ciò che è scritto nel libro della verità; e non c’è nessuno che si comporti valorosamente con me contro costoro tranne Mikael,  il vostro principe” (v.20,21). Mikael in similitudine è Cristo, il Messia che doveva venire, Principe e Re d’Israele (Gv. 1:49; 12:13).

Infatti l’angelo spiegò a Daniele che il solo ad essere vincitore contro il principe dei demoni è Mikael (Mt.9:34). Egli è uno dei primi capi (10:13), le Scritture ci indicano che Gesù è il primo e l’ultimo e tutti gli angeli gli sono sottoposti (Ef.1:21; Col.1:15,16,18; Ebr.1:6; Apoc.1:5,18; 2:6; 22:13). Egli è capo di tutta la creazione di Dio e tutte le forze sataniche gli sono sottoposte. Ricordiamo che nelle profezie, quando si parla dell’opera di Gesù sulla terra, il nome è sostituito in similitudine con personaggi viventi o conosciuti al tempo della profezia, mentre quando indicano avvenimenti, che riguardano Gesù non ancora venuto  fisicamente sulla terra, il nome è sostituito ed è paragonato ad un angelo (cfr.Apoc.12:7,8). Ricordiamo di nuovo che Gesù è il re o principe d’Israele (Is.9:5; 55:4; Dan.8:25; Mt.2:6). L’angelo rivelò a Daniele che alla fine: “In quel tempo sorgerà Mikael, il difensore dei figli del tuo popolo; e ci sarà un tempo di angoscia, come non c’è mai stato…”. Questa profezia riguarda gli ultimi sette anni, quando Gesù apparirà sul monte degli Ulivi per salvare il residuo d’Israele, portandolo in un luogo che Dio ha riservato per loro, nascosto al serpente antico, dove saranno cibati da Dio per 1260 giorni (la grande tribolazione) (Apoc.12:6; Zac.14:4).

Daniele fu un profeta grandemente amato da Dio, sì umiliò dinanzi alla presenza di Dio, desiderò sapere la verità sul futuro del suo popolo e fu esaudito, comunicandogli la rivelazione in risposta alle sue suppliche.
Gesù avvertì “In verità vi dico che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute” (Lc.21:32).
Oggi, nel 2010 dopo Cristo, il tempo della desolazione è ormai alle porte; dopodiché, tutto ciò che ci circonda passerà nelle mani del nostro Signore Gesù Cristo, che abbatterà tutti gli eserciti satanici levatisi per combattere contro di Lui nella guerra di Armagheddon.

Capitolo 11 – “Ultimi conflitti”.
Vediamo in ordine le guerre che avvennero e quelle che avverranno, fra il nord ed il sud.

Consideriamo i due schieramenti in base all’esistenza dei quattro maggiori imperi esistenti a quell’epoca e, attualmente, all’appartenenza di quei paesi a due blocchi, in relazione alla loro confessione religiosa.
Possiamo classificare il nord come il gruppo di nazioni appartenenti alla grande Babilonia, che vuol dire confusione di origine cristiana, ponendo Roma come centro del caduto Impero Romano e del susseguirsi in sacro romano impero. Poco cambia perché il demone è lo stesso, passa da un imperatore politico ad un imperatore religioso, il papa. Al tempo dell’impero romano, Satana è chiamato principe di Javan, lo stesso è identificato nella bestia del leopardo (7:6) o del capro (8:8) nella visione di Daniele, mentre nel regno della grande Babilonia (chiesa cattolica romana) è descritto come la quarta bestia straordinariamente terribile e diversa da tutte le altre bestie o regni, perché i primi erano politici, a differenza dell’attuale grande Babilonia di origine religiosa. Da essa verrà o nascerà la bestia indicata anche in Apoc.13. Egli è l’uomo con lo spirito di Satana, che si metterà al posto di Dio per essere adorato come un dio. Nella visione di Daniele è mostrato come il corno che aveva occhi e bocca da cui proferiva grandi cose ed era maggiore delle altre corna, (7:20). Egli regnerà 1260 giorni. Il sud è invece composto da popoli musulmani, comprendendo Iraq, Iran, Egitto, Palestina ecc.

In questo capitolo sono descritte anche le guerre che ebbero inizio dopo la caduta e la suddivisione dell’Impero
Da notare che l’appellativo principe si riferisce allo spirito demoniaco, di cui è posseduto il sovrano. Inoltre dal racconto dell’angelo (10:20) ci fa capire che esiste una contesa, una battaglia spirituale fra le forze del bene e del male, a controllo delle operazioni.
Ogni spirito malefico ha la sua limitata potenza in giurisdizione territoriale ed in forza, perché subordinato ad autorità superiore secondo scala gerarchica.
Infatti Ef.6:12 cita varie classi del nemico: “poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti“.

Apertura, con resoconto, dei conflitti per il potere, a cominciare dal tempo di Daniele: “…Ecco in Persia sorgeranno ancora tre re, ma il quarto diventerà molto più ricco di tutti gli altri; quando sarà diventato forte per le sue ricchezze, solleverà tutti contro il regno di Javan“.
Da notare che gli Javaniti, sono chiamati dalle sacre scritture anche gentili, di stirpe europea od occidentali.

In ordine: la storia conferma che il re di Persia fece guerra agli Javaniti, ma non li vinse, perché sorse un re potente che esercitò la sua forza formando l’Impero Romano, cadde e fu diviso poi come ai quattro venti del cielo, si compì così la profezia (Dan.11:4).
Questo re, nella visione di Daniele, riportata in 8:8, è ritratto dal capro, che diventò molto grande e forte ma, giunto all’apice della potenza, il suo gran corno si spezzò, al suo posto spuntarono quattro corna cospicue, nella direzione dei quattro venti del cielo.
Il capro, riferimento in 8:22, è il re di Javan, rappresentante l’Impero Romano.

ATTENZIONE: la parola profetica esprime che da uno di questi quattro regni, uscirà un piccolo corno che crescerà, espandendosi. Il piccolo corno è la bestia ovvero l’uomo con lo spirito di Satana; i santi o stelle gli saranno date nelle mani, perché egli farà guerra a loro e li ucciderà: “E dall’una d’esse uscì un piccolo corno, che diventò molto grande verso mezzogiorno, verso levante, e verso il paese splendido. S’ingrandì, fino a giungere all’esercito del cielo; fece cader in terra parte di quell’esercito e delle stelle, e le calpestò” (8:9,10).

S’innalzerà fino al capo dell’esercito (Dio) gli toglierà il luogo santo (Sion) e lo contaminerà, prospererà in tutte le sue imprese, con la bugia ingannerà in mondo intero.
Ritorniamo alla profezia, dove attesta quanto percepito in visione da Daniele ed in sogno dal re Nebukadnetsar.
Allora sorgerà un re potente che eserciterà un gran dominio e farà ciò che vorrà. Ma quando sarà sorto, il suo regno sarà fatto a pezzi e sarà diviso verso i quattro venti del cielo,…” (v.3,4).
La storia narra che la caduta dell’Impero Romano avvenne nel 476 d.C.; fu poi diviso in quattro regni, in seguito dai regni politici prenderà forma un regno religioso.
La guerra è narrata nel verso sette: “Ma uno dei rampolli delle sue radici sorgerà a prendere il suo posto; costui verrà contro l’esercito, entrerà nelle fortezze del re del nord, agirà contro di loro e riuscirà vincitore“.

Come l’Angelo dell’Eterno annunciò ad Agar, serva della moglie di Abramo, Sarai, definendo suo figlio Ismaele come un asino selvatico e che la sua mano sarà contro tutti e tutti saranno contro lui (Gen16:12), si è avverato completamente.
Le nazioni arabe, discendenti di Ismaele ed islamiche, seguaci del corano che promette la collera di Allah e l’inferno per chi si dimostra vile di fronte al nemico, giustificano la lotta dura, guerra santa, contro tutti gli infedeli.
Dalle vicende storiche la realizzazione dell’enunciato nel verso sette, corrisponde alla conquista degli Arabi di alcuni paesi del nord, andando di vittoria in vittoria dalla penisola iberica, arrivando ad occupare anche alcune regioni Italiane nel VII secolo.

Altre ostilità tra nord e sud sono descritte nei versi 10 e 11.

Tutti sanno che nel secolo scorso sono iniziate le guerre mondiali, che Gesù definisce: Inizio delle doglie di parto.
Infatti si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in vari luoghi, carestie ed agitazioni. Queste cose non saranno altro che l’inizio delle doglie di parto” (Mrc.13:8; Mt.24:7,8).

Il verso 10 sostiene che uno della generazione nordica “…si farà certamente avanti, strariperà come un’inondazione e passerà oltre per portare poi le ostilità fino alla sua fortezza“.
Di conseguenza il re del sud, reagendo, combatterà contro il gran esercito del re del nord che, sconfitto, subirà la perdita delle sue forze “Quando la moltitudine sarà portata via, il suo cuore si innalzerà; ne abbatterà delle miriadi, ma non sarà più forte” (v.12).

ATTENZIONE a questo passo perché esso riguarda i nostri tempi.
Il popolo arabo si è armato con mezzi batteriologici, chimici e bombe umane suicide, ben addestrate, per compiere attentati su bersagli d’interesse nazionale, politico, militare o su simboli di potenza economica, come ultimo attacco alle torri gemelle americane, creando una strategia del terrorismo ed incutendo paura a chi sta al sicuro.
Ne ha abbattuti molti, ma non è uscito forte, né vincitore.
La lotta contro il terrorismo islamico è iniziata con la guerra in Afghanistan ed in Iraq.

I versi 13 e 14 esprimono quanto succederà fra breve: “Il re del nord infatti arruolerà di nuovo una moltitudine più numerosa della precedente, e dopo un po’ di tempo si farà certamente avanti con un grosso esercito e con un grande equipaggiamento. In quel tempo molti insorgeranno contro il re del sud; anche alcuni uomini violenti del tuo popolo si leveranno per dar compimento alla visione, ma cadranno“.
La guerra qui annunciata sarà quella che precederà l’ultimo regno dell’uomo con lo spirito del dragone (Satana) chiamato spregevole (11:21) insieme al suo aiutante la bestia che sale dalla terra (Israele) anticristo.
Esaminando il contenuto, dove esprime che molti insorgeranno insieme al re del nord contro quello del sud, riscontriamo la partecipazione e la conseguente caduta anche di alcuni del popolo d’Israele.
Continua il resoconto evidenziando che la resistenza avversaria non potrà arrestare l’avanzata nordica.
L’Europa sarà di nuovo un Impero unito, completato da tutte le nazioni, ancora non entrate nella comunità, con a capo del governo, un uomo molto potente ed autorevole, perché guidato dallo spirito del dragone. Il regno satanico si stabilirà nel nord, a Bruxelles, oggi capitale dell’Unione Europea.
Colui che gli è venuto contro farà ciò che vorrà, e nessuno gli potrà resistere; egli si fermerà nel paese glorioso con la distruzione in suo potere. Poi si proporrà di venire con le forze di tutto il suo regno, offrendo oneste condizioni di pace e così farà…” (v.16,17).
E’ proprio lui che farà un patto di pace con il nemico, perfino gli sarà data la figlia in moglie per corromperlo, ma lei non sarà in suo favore.
Altra conferma in: “Egli stipulerà pure un patto con molti per una settimana, ma nel mezzo della settimana farà cessare sacrificio e oblazione; e sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore, finché la totale distruzione, che è decretata, sarà riversata sul devastatore” (9:27).

Proseguiamo con gli avvenimenti: “Poi si volgerà verso le isole, e ne prenderà molte, ma un comandante farà cessare il vituperio da lui inflittogli, facendolo ricadere su di lui“.
Quindi ritornerà ad occuparsi del suo paese, cadrà e non si troverà più.

Prima dell’ascesa al potere del despota, esisterà un piccolo intervallo di tempo, durante il quale un capo invierà un esattore di tributi per la gloria del regno, ma in pochi giorni anche lui sarà distrutto. L’ultimo re preparerà la strada all’uomo iniquo, come lo definisce l’apostolo Paolo in 2Tes.2.8: “Allora sarà manifestato quell’empio, che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta“.
Egli sarà rivestito di tutto il potere del dragone (Apoc.13:2).

Quando la situazione dei ribelli avrà superato la misura con i loro peccati (8:23); quando anche tutte le religioni apostate ed idolatre saranno accecate ed accomunate sotto un’unica potenza ed ideologia, ritenuta valida e giusta ma, in realtà, difforme dalla verità (Babilonia), avranno raggiunto veramente il colmo e succederà come indicato in 2Tes.2:11 ” E per questo Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna“.

Come sappiamo “…che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1Gv.5:19), avido di nuove conquiste; l’umanità crederà pienamente e ciecamente alle sue bugie. Così alcune dottrine o credi indipendenti e varie filosofie si sono lasciate convincere unendosi e formando un solo movimento, sotto un sistema di controllo indiretto.
Nessuno si accorgerà del tempo angoscioso che starà per giungere con grande rovina, per non aver riconosciuto ed accettato il Signore Gesù Cristo, come loro Salvatore.
Gesù avverte coloro che si sono astenuti dalle attrazioni carnali, “…sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza” (2Ptr.1:4) e che si sono consacrati a Lui, ammonendoli a perseverare perché “…quando voi vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, anzi alle porte” (Mt.24:33).

Le instabili condizioni politiche favoriranno l’intervento dell’empio al potere, come specificato: “Alla fine del loro regno, quando i ribelli avranno colmato la misura, sorgerà un re dall’aspetto feroce ed esperto in stratagemmi” (8:23).

Notiamo la corrispondenza delle simbologie: l’Impero Romano caduto e diviso in quattro parti, sarà sostenuto dal principio fino alla sua fine da uno spirito satanico molto forte, equiparato al ferro. Dalla storia si nota che i quattro regni furono riuniti tutti in un impero religioso. Da esso procederà la bestia che salirà dal mare, o dai popoli o nazioni, mentre la bestia che salirà dalla terra verrà da Israele (la terra) perché essa emulerà il Messia, cioè Gesù, ma si comporterà come il dragone, Satana (Apoc.13).
Il dominio è rappresentato dal piccolo corno che spunta fra le dieci corna e che abbatterà tre dei regni precedenti, creandone uno soltanto, di cui sarà il dittatore assoluto.
Penserà di cambiare i tempi e le leggi; perseguiterà i santi con l’intento di sterminarli (i santi che moriranno durante la grande tribolazione sono i martiri, descritti in Apoc.7:14; 13:7). Essi risusciteranno nella prima resurrezione (Apoc.20:4) e regneranno con Cristo insieme alla chiesa per mille anni. Il regno del dragone, il serpente antico, che è Satana, durerà un tempo, dei tempi e la metà di un tempo (tre anni e mezzo 1260 giorni).

Davanti a lui le straripanti forze saranno spazzate via e distrutte come pure il capo di un’alleanza” (v.22).

Il capo di un’alleanza è la grande Babilonia, il regno della meretrice che sarà distrutto col fuoco in una sola ora (Apoc.18:10). L’uomo spregevole abbatterà la grande Babilonia con molta facilità, ma dovrà abbattere altre due corna, altre due religioni monoteiste: islamismo ed ebraismo. Si armerà quindi anche contro il re del sud, questi organizzatosi non gli potrà resistere, perché trameranno complotti contro di lui; sarà tradito.
Da evidenziare che l’intento comune di questi due re (la bestia e l’anticristo) sarà quello di far del male, proferiranno menzogne, seduti alla stessa mensa. Il loro progetto, per la prima volta non riuscirà, ma riproveranno (11:40,43) e saccheggeranno molte nazioni compreso Israele. La loro fine verrà al tempo fissato.

L’uomo con lo spirito di Satana si muoverà in guerra contro il sud, “ma quest’ultima volta la cosa non riuscirà come la prima,… perciò egli si perderà d’animo, si adirerà nuovamente contro il santo patto ed eseguirà i suoi disegni;… Forze da lui mandate si leveranno per profanare il santuario-fortezza, sopprimeranno il sacrificio continuo e vi collocheranno l’abominazione che causa la desolazione” (v.29-31).
Confrontiamo questi versi con 2Tes.2:4: “l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio“.

Il nemico di Dio desiderava da molto tempo fare questo, cioè porsi al posto di Dio. Lui toglierà il sacrificio collocandovi l’abominazione. Come tutti sanno, in Gerusalemme non c’è più il tempio di Dio, perché fu demolito nel 70 d.C. dai romani, ma sappiamo che Gerusalemme è la città di Dio (Slm.46:4; 87:3). In Gerusalemme sarà collocata l’abominazione, ossia la bestia (l’uomo satanico) vi metterà il suo trono, la sua residenza. Il sacrificio continuo è riferito al sacrificio di Gesù, che sarà annullato totalmente (9:26) dall’anticristo e dall’uomo spregevole, ma non per coloro che sono scritti nel libro (12:1). Il verso successivo indica cosa avverrà in Israele: gli empi saranno sedotti ed i santi invece avranno vittoria sulla bestia, perché non l’adoreranno e non prenderanno il suo marchio (Apoc.20:4). Essi risusciteranno nella prima resurrezione.
Con lusinghe corromperà coloro che agiscono empiamente contro il patto; ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio mostrerà fermezza e agirà. Quelli che hanno sapienza fra il popolo ne istruiranno molti, ma per un po’ di tempo cadranno per la spada, il fuoco, l’esilio e il saccheggio. Quando cadranno, sarà loro dato un po’ d’aiuto, ma molti si uniranno a loro con false apparenze“; (v.32-34).
Tra il popolo di Dio certamente riconosceranno l’anticristo come falso profeta e si avvicineranno così a Dio come “Alcuni di quelli che hanno sapienza cadranno, per essere affinati, purificati e imbiancati…” (v.35).

Quelli che cadranno saranno la terza parte dei santi, chiamati anche stelle del cielo (Apoc.12:4; Dan.8:10; 12:3). Un’altra parte dei santi formerà il residuo, che rimarrà vivo (Is.4:3), durante la grande tribolazione, perché saranno portati da Dio in un posto preparato per loro (Apoc.12:6), dove rimarranno al sicuro da ogni pericolo. Intorno a loro ci sarà desolazione e morte, ma loro non saranno toccati (cfr.Slm. 91) “Egli ti coprirà con le sue penne e sotto le sue ali troverai rifugio…” e “Consigliaci, fa’ giustizia! In pieno mezzogiorno, stendi su di noi l’ombra tua densa come la notte, nascondi gli esuli, non tradire i fuggiaschi” (Is.16:3).
L’uomo-bestia non avrà alcun riguardo, né a Dio, né al desiderio delle donne, perché si magnificherà sopra tutto e tutti, onorerà il dio delle fortezze con oro, argento e pietre preziose.
L’uomo spregevole o figlio della perdizione (2Tes.2:3), con l’aiuto di un dio straniero, del dragone, del serpente antico o Satana, colmerà di gloria quelli che lui riconoscerà, facendoli dominare sugli altri e donando loro molte terre.
S’impadronirà di tesori d’oro e d’argento e di tutte le cose preziose dell’Egitto, come bottino di guerra. I Libici e gli Etiopi saranno al suo seguito (v.43).
Entrerà anche nel paese glorioso, in Gerusalemme, dove molti ebrei cadranno nelle sue mani, mentre invece Edom, Moab e molti dei figli di Ammon scamperanno.

Gli Edomiti sono i discendenti di Esaù (Gen.36:1,9), mentre gli Ammoniti e i Moabiti sono i figli di Lot (Gen.19:37,38). Queste popolazioni sfuggiranno alla devastazione, perché esse sono già state distrutte da colui che precederà la bestia, ovvero dal re del nord, che combatterà contro il sud. Egli distruggerà le nazioni di Edom, di Moab e dei figli di Ammon (cfr.Is.15 e 16; Ez.21:33; Sof.2:9), lasciando un residuo di sopravvissuti, come lo sarà di ogni nazione sulla terra, scelti per ripopolare il mondo nuovamente, durante il millennio.

L’uomo con lo spirito del dragone, chiamato figlio della perdizione, pianterà le sue tende del suo palazzo, ovvero risiederà, fra i mari (le nazioni del nord, Europa Unita) ed il glorioso monte santo di Sion (Gerusalemme).
Mentre la bestia, il grande dittatore, sarà nel sud per combattere e sterminare i popoli ribelli, facendo bottino di tutte le loro ricchezze, notizie giunte dall’est e dal nord lo turberanno, fino a decidere di partire con furore, per distruggere ogni luogo. Terminato il tempo del suo regno, giungerà alla fine e sarà annientato da Gesù nella guerra di Armagheddon (Apoc.16:16). Il suo regno durerà soltanto 1.260 giorni, corrispondente ad “un tempo, dei tempi e la metà di un tempo” (12:7 e Apoc.12:14), ovvero tre anni e mezzo circa.

Leggendo attentamente il cap.11 è possibile intuire che per il popolo gentile non fa menzione della salvezza: dal verso 32 al 35 è indicato chi sarà salvato e in che modo. La Grazia per i popoli gentili o delle nazioni terminerà, quando Gesù aprirà il primo sigillo (Apoc.6:2), al rapimento e al raccoglimento della Chiesa presso di sé (Gv.14:3). Questo avverrà quindi all’inizio degli ultimi sette anni o settimana in cui ci sarà salvezza solo per gli ebrei, scritti nel libro (12:1).

(continua)